Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Le 5 verità di Barcellona-Napoli: Koulibaly crolla, Messi alieno

Stefano Silvestri

Pubblicato 09/08/2020 alle 10:12 GMT+2

I partenopei abbandonano la Champions League con la sensazione di non aver saputo sfruttare nel migliore dei modi una buona opportunità. Affossati anche da Çakir e dalla VAR. Male il senegalese, che chiude nel peggiore dei modi una stagione negativa. Mentre Messi si conferma un alieno.

Mertens in Barcellona-Napoli

Credit Foto Eurosport

1) Napoli, qualche rimpianto per un'occasione mancata

3-1, sì. Contro sua maestà Lionel Messi, sì. Ma, a dispetto del punteggio apparentemente largo, qualche rimpianto per il Napoli non manca. La squadra di Gattuso si trovava di fronte un avversario rabberciato, privo di mezza squadra, dal rendimento difensivo sempre ballerino. Ma non ne ha approfittato. Se l'è giocata con onore, colpendo un palo dopo pochi minuti e un altro nel finale e vedendosi annullare il gol del possibile 3-2, ma deve fare mea culpa per un primo tempo completamente regalato. Insigne e compagni hanno perso la testa dopo l'1-0, consegnandosi nelle mani dello spietato Barça. Un Barça sverniciato dal Real Madrid in Liga, costantemente coinvolto in liti e trame interne e non insuperabile com'era in passato. Peccato.

2) E ci lamentiamo degli arbitri italiani...

Venerdì sera il disastro del tedesco Zwayer, tra un rigore dubbio concesso al Lione e un altro alla Juventus. Ma, visto che le disgrazie non arrivano mai da sole, ecco arrivare il turco Çakir. Fischietto spesso contestato, spesso indigesto. E protagonista in negativo pure al Camp Nou. Evidente, evidentissima, la spinta di Lenglet su Demme in occasione del vantaggio catalano. Ma né il direttore di gara né la VAR hanno portato all'annullamento del gol. Tutto il mondo è paese, insomma: se ogni weekend ci lamentiamo dei nostri arbitri, in Europa la situazione non migliora granché. E poi, solito discorso: usata in questa maniera, a singhiozzo, la VAR non serve a nulla.

3) Il calcio italiano è (ancora) in coma profondo

Giovedì la Roma. Venerdì la Juventus. Sabato il Napoli. Tre eliminazioni in tre giorni. Non è il titolo di un film comico, ma il ritratto sempre drammatico della situazione del calcio italiano. Ancora una volta perdiamo puntualmente pezzi per strada man mano che le competizioni europee entrano nel vivo, come un camion in autostrada dopo un incidente. Rimane l'Atalanta, l'unica con in mano il pass per Lisbona, a tenere alta la bandiera tricolore in Champions League. Più l'Inter in Europa League. Due su cinque, meno della metà. Ma, ahinoi, da anni non è più qualcosa di cui stupirsi.
picture

Barcellona-Napoli, Champions League, 3-1 il finale

Credit Foto Getty Images

4) Il crollo di Koulibaly: dov'è finito "mister 250 milioni"?

“Se Maguire è stato pagato 93 milioni, Koulibaly ne vale 250”, sentenziava un'estate fa Aurelio De Laurentiis. Un'estate fa? Una vita fa, più che altro. Perché, nel frattempo, il mondo si è ribaltato. Il senegalese ha visto crollare le proprie certezze con il (sottovalutato) addio del gemello Albiol, rendendosi protagonista di una stagione negativa in un contesto di risultati altalenanti e di tensioni continue. Tanti alti e bassi, dagli errori in serie dei primi mesi alla gioia della Coppa Italia. Ma, nel complesso, del centralone desiderato e ammirato da mezza Europa non c'è più traccia. Come confermato dai disastri in serie del Camp Nou.
Tra disattenzioni e disimpegni sbagliati, ne combina di ogni dal primo all'ultimo minuto. Ha sulla coscienza l'angolo regalato che porta all'1-0 e la dormita sul rigore del 3-0. Una calamità [dalle pagelle di Barcellona-Napoli]

5) Messi, il solito alieno

Un gol valido, un altro annullato, un assist, un rigore procurato. Se il rapporto tra Lionel Messi e il Barcellona non è mai stato così delicato, in campo non c'è traccia di tensioni esterne. Anzi, il rendimento del miglior giocatore del pianeta è il solito: da alieno. Con una differenza rispetto a Cristiano Ronaldo: se il portoghese ha un'intera squadra ai propri piedi, in una situazione di dipendenza tutt'altro che salutare, Messi è la punta di diamante di un gioco di squadra che da anni ruota attorno a una filosofia ben precisa, nonostante le stagioni che passano e gli allenatori che si susseguono in panchina. E ora, pur in una stagione particolarmente complicata, ha tutta l'intenzione di andare alla conquista di Lisbona.
picture

Gattuso: "Il calcio post Covid? Non mi fa schifo, ma è un'altra cosa; spero ritornino i bambini"

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità