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Champions League: Juventus-Villarreal, la squadra di Allegri non deve avere paura di aver coraggio

Roberto Beccantini

Pubblicato 14/03/2022 alle 18:53 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - Occhio: lo 0-0 non basta più, bisognerà vincere. Se non subito, o nei supplementari, almeno ai rigori. Si tratta di un «emendamento» che dovrebbe svincolare Massimiliano Allegri dalla zavorra dei calcoli che, in passato, lo distolsero spesso dalla retta via.

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La strisciolina tanto «ina» non è più. Siamo già a 5 pareggi e 10 vittorie, l’ultima sabato contro la Sampdoria (3-1). Gli obiettivi, però, non cambiano: quarto posto, quarti di Champions, Coppa Italia. Il resto, propaganda. Mercoledì sera avremo un primo verdetto: assoluto, insindacabile. Chi tra Juventus e Villarreal? Il ritorno degli ottavi di Champions, in programma allo Stadium, si porta dietro l’1-1 del 22 febbraio: gol-lampo di Dusan Vlahovic, aggancio di Daniel Parejo dopo un’ora, in un’«aula» sorda e grigia. Gli ultimi minuti costarono caro, carissimo a Weston McKennie: caviglia k.o.
Occhio: lo 0-0 non basta più, bisognerà vincere. Se non subito, o nei supplementari, almeno ai rigori. Si tratta di un "emendamento" che dovrebbe svincolare Massimiliano Allegri dalla zavorra dei calcoli che, in passato, lo distolsero spesso dalla retta via. Penso alla capocciata con cui Kalidou Koulibaly sparigliò, poco prima dell’atterraggio, una rotta che il pilota aveva impostato sul presidio dei cieli e sul controllo, sbadigliante, delle turbolenze.
Dusan Vlahovic (Juventus) esulta dopo il gol al Villarreal, Getty Images
Non perde, la Juventus, dal 27 novembre: 0-1 casalingo con la Dea. Cos’è successo, da quel giorno? Max ha trovato la quadra in difesa e a centrocampo. L’ingaggio di Vlahovic ha compensato la perdita di Federico Chiesa (9 gennaio, 4-3 alla Roma) e, voce di popolo, rianimato entusiasmi sopiti. L’infermeria, zeppa, ha ridotto al minimo le rotazioni, cosa che, per paradosso, ha offerto ad Arthur e Manuel Locatelli le chiavi della regia. E quindi la mossa: Alvaro Morata alla Mario Mandzukic. Lo spagnolo ha gradito. Liberato dall’ossessione del gol, eccolo fare cose «da» sinistra, meno fisico e più tecnico del cavallone croato.
La Juventus di Marassi è stata da 7 fino al limite dell’area, poi da 5. Tre reti senza tirare. Più o meno come a Firenze, in coppa, dove risolse l’autogol terminale di Lorenzo Venuti. Il Villarreal ha regolato di misura il Celta Vigo (1-0, sentenza del "solito" Parejo»). A Unai Emery mancheranno Alberto e Gerard Moreno. Sul piano tattico gli spagnoli sono accorti, ambigui e il meglio di sé lo danno proprio in trasferta: 3-2 a Bergamo, per rinfrescare la memoria.
Paulo Dybala
Allegri si accinge a recuperare Paulo Dybala. L’Omarino è la classica ciliegina che ondeggia fra problema e soluzione. La panchina di Genova dovrebbe aver riempito il serbatoio di Vlahovic. Uscirà Moise Kean, che pure si è reso prezioso. Largo ai titolari superstiti, con la Joya sulla rampa di (ri)lancio. O no? Non è più la Juventus ondivaga e sbadata che il mister, fermo da due anni, faticò a governare in avvio di stagione. Una «non squadra», sussurrò a Giorgio Chiellini. Una "squadra inallenabile", l’aveva salutata Maurizio Sarri, l’allenatore del nono e ultimo scudetto. Dovrà essere coraggiosa, dovrà aggiustare e moltiplicare la mira, dovrà spostare confini che oggi, nell’euforia della rimonta, sfuggono. Favorito, leggermente, è il Villarreal. E il corto muso non sia filosofia: al massimo, esigenza.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini
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Allegri: "Vlahovic? Alla Juve la palla pesa di più, contento dell'impatto"

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