Champions League, Real Madrid-PSG 3-1, 5 verità: Donnarumma da incubo, Benzema mostruoso, Mbappé è il più bravo di tutti
Aggiornato 10/03/2022 alle 10:16 GMT+1
CHAMPIONS LEAGUE - La gara del Bernabeu conferma la bravura straripante di Mbappé e la capacità di non tradire mai di Benzema, ma anche la stagione storta del portiere azzurro. Mentre Messi sembra ormai un giocatore normalizzato.
Real Madrid-PSG, match valido per la gli ottavi di finale di ritorno della Champions League 2021/2022, è terminato sul punteggio di 3-1, frutto della rete iniziale di Mbappé e della successiva, e decisiva, tripletta di Benzema. Gara arbitrata dall'olandese Danny Makkelie. Con questo risultato il Real Madrid passa ai quarti di finale, mentre il PSG viene eliminato.
Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la gara del Bernabeu.
1) Mai dare per morto il Real Madrid
Ammettiamolo, lo abbiamo pensato tutti dopo il primo tempo: è finita. Ma quale miedo escenico, ma quale maglia che pesa. La realtà era quella, pura e semplice, di una squadra completamente dominante contro un'altra completamente dominata. E quella completamente dominante non era certo il Real Madrid padrone di casa. Evidentemente non avevamo imparato la lezione impartita da altre notti di Champions: mai, mai, mai dare per morto il Real. Neppure quando è agonizzante e in attesa del colpo di grazia. Specialmente se in attacco, bonta sua, può contare su un fenomeno chiamato Karim Benzema.
2) Sentenza Benzema: Lewandowski chiama, lui risponde
Già, Benzema. Forse non è il centravanti più forte del mondo. Forse lo è Robert Lewandowski, peraltro reduce a sua volta da una tripletta in Champions League. Ma sono dettagli che, forse, al francese dei sogni nemmeno interessano più di tanto. La sua vittoria è quella di essere uscito prepotentemente dall'ombra di Cristiano Ronaldo, di essersi preso il Real Madrid come mai, segnando o non segnando, era riuscito a fare con l'ingombrante compagnia del portoghese. È una sentenza, Karim “The Dream”. Sai già che prima o poi, in qualche modo, la zampata la lascerà. Contro il PSG ne ha piazzate non una, ma tre. Un fenomeno.
3) Confermiamo: oggi Mbappé è il più bravo di tutti
Ormai mancano gli aggettivi per definirlo. Dopo la prestazione monstre dell'andata, Kylian Mbappé si è ripetuto prendendosi completamente la scena in quello che potrebbe (dovrebbe?) essere il suo prossimo stadio. Un gol segnato, due annullati per fuorigioco, la costante sensazione di andare a una velocità doppia, tripla, rispetto a chiunque altro. Anche a Leo Messi. Impressionante. Dopo Parigi avevamo parlato di lui come dell'attuale miglior giocatore del mondo: Madrid, nonostante l'amarezza di un'impensabile eliminazione e nonostante Benzema gli abbia rubato le copertine, non ha fatto altro che confermare il giudizio.
4) Donnarumma, è una stagione da incubo
Poco da fare: tutto ha iniziato a cambiare direzione in quel preciso istante. L'istante in cui Gigio Donnarumma ha compiuto quel pasticcio terribile vicino alla propria porta, regalando il gol dell'1-1 a Benzema. E ridando definitivamente fiato alle trombe del Real Madrid, a tratti tramortito dal palleggio del PSG e dalle accelerazioni di Mbappé. Definire “da incubo” la stagione del portiere campione d'Europa non è esagerato. Nervoso, a disagio con una concorrenza tra I pali – quella con Keylor Navas – mai conosciuta in carriera, l'italiano ha pagato dazio nel modo peggiore e nella serata sbagliata. E ora, ahilui, che si aprano i processi.
5) Messi normalizzato: stiamo assistendo al passaggio di consegne?
Un giocatore come tutti gli altri: ecco cos'è sembrato Leo Messi al Bernabeu. Non certo il centro di gravità permanente degli anni magici di Barcellona. Non certo il mille e mille volte Pallone d'Oro, recordman di qualunque cosa, alieno sbarcato sulla terra per insegnare ai comuni mortali come si gioca a calcio. Se Mbappé ha fatto il fenomeno, l'argentino si è accontentato di giocare per la squadra. Entrando spesso nella manovra e palleggiando a tratti egregiamente assieme agli altri piedi buoni di Pochettino, sì, ma senza mai illuminare pienamente la scena come il compagno. Il passaggio di consegne, forse, è davvero in atto.
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