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Inter Onana: ecco perché ora deve giocare sempre titolare. Inzaghi, è tempo di scegliere con Handanovic in panchina

Alessandro Brunetti

Aggiornato 05/10/2022 alle 15:55 GMT+2

Il pubblico, sui social e a San Siro, si è già espresso. Inzaghi ancora no, il ballottaggio con Handanovic potrebbe/dovrebbe proseguire nelle prossime settimane. Il campo, però, ha già mandato segnali tecnici, tattici e caratteriali che non possono più essere ignorati. André Onana deve diventare il titolare inamovibile di questa Inter. Ecco perché.

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Inter-Barcellona 1-0, spartiacque della fin qui deludente stagione nerazzurra? Forse. Probabilmente, inoltre, la vittoria in Champions League contro i blaugrana potrebbe essere anche il displuvio della carriera di André Onana all’Inter. Già, perché il portiere camerunese (classe 1996) è arrivato in estate a Milano da parametro zero dopo un anno circa di inattività ad Amsterdam per l’ormai nota squalifica per l’assunzione di furosemide, pronto a raccogliere l’eredità del capitano interista Samir Handanovic (classe 1984). Dopo circa due mesi di apprendistato, e le 3 occasioni avute in Champions League (con due clean sheet contro Viktoria e proprio Barcellona), il numero uno camerunese è pronto a scalzare lo sloveno in maniera definitiva nonostante Inzaghi continui a spiegare come l’alternanza tra i due potrebbe continuare anche nei prossimi mesi. Ecco, però tutti i motivi, per cui il mister interista dovrebbe invece prendere una decisione definitiva consegnando la maglia da titolare all’ex Ajax, salvo rare eccezioni.

1 – Tattica: alternativa in uscita e costruzione

Partiamo dalla più oggettiva. Scuola Barcellona, e poi passato per quella dell’Ajax, Onana è il classico portiere moderno, abilissimo con entrambi i piedi sia nel palleggio sia nel lancio lungo. Handanovic, figlio di un’altra generazione, negli anni è migliorato sensibilmente in questo fondamento, ma non è sicuramente “nato” col pallone tra i piedi. Lo sloveno è il classico portiere, “prima paro, poi vediamo coi piedi”, caratteristica che a molti piace ma che sicuramente non è al passo col calcio moderno. Poi, si potrebbe aprire un dibattito su chi abbia realmente ragione. Probabilmente finirebbe con un pareggio. Comunque. Handanovic gioca molto bene il pallone coi piedi, ma non come Onana. Anche col Barcellona, la velocità di giocata e di imbucata del camerunese è stata notevole, creando spesso l’uscita perfetta in situazioni di pressing asfissiante degli avversari senza passare per forza dall’appoggio ai tre difensori o al play basso (soprattutto ora che Brozovic stara ai box per parecchie settimane). Palleggio corto, lanci lunghi a superare i primi due blocchi di pressing avversario, per far ripartire le ripartenze. Magari aspettando anche il ritorno di Lukaku, e l’impiego di un Dumfries, capaci di esaltarsi negli spazi aperti con un lancio lungo, e preciso. L’esempio più vicino, e vincente, in casa nerazzurra è quello di Mike Maignan al Milan. Chiamato a sostituire un Donnarumma fortissimo tra i pali, ma non certo impeccabile col pallone tra i piedi, il francese ha spesso creato occasioni offensive coi suoi lanci, fornendo anche assist, e migliorato l’uscita in costruzione dal basso dei rossoneri. La strada tracciata da Maignan al Milan dovrebbe essere un buon esempio per Inzaghi e l’Inter.
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2022-23 Inter-Barcellona Onana in uscita alta a spazzare l'area

Credit Foto Getty Images

2 – Uscite: e il 'vantaggio' di 12 anni in meno

Premessa, doverosa. Questo non vuole essere un articolo contro Handanovic, ma solamente un modo per sottolineare come dopo tanti anni in cui lo sloveno ha giocato ad altissimi livelli rientrando di diritto nella già gloriosa storia di estremi difensori interisti (da Zenga a Julio Cesar, passando per Pagliuca e Toldo), sia arrivato il momento di passare la mano come fece appunto Toldo con il giovane brasiliano poi eroe del Triplete, diventando una pedina fondamentale però per l’equilibrio dello spogliatoio. Tornando al campo, è evidente – e fisiologico guardando le due carte d’identità – come Onana sia più esplosivo e intraprendente soprattutto nelle uscite. Uno, forse il principale, tallone d’Achille del capitano interista, spesso accusato di rimanere immobile in area piccola. Ecco, Onana è l’esatto opposto. Nel bene, e nel male: perché il pareggio del Barcellona – poi annulato – era arrivato dopo un’uscita avventurosa e mal eseguita del camerunese. Ma Onana ha coraggio, esce, e pulisce l’area su cross velenosi in area piccola: caratteristica che, obiettivamente, non appartiene più ad Handanovic.

3 – I precedenti: Donnarumma-Navas, Szczesny-Buffon, mai una buona idea

Nella storia del calcio, almeno ad alti livelli, nessuna squadra ha mai avuto un’alternanza così netta in porta. Gli esempi più recenti portano a Torino e Parigi. Buffon tornò alla Juventus consapevole come le gerachie fosseo già chiare e decise: Szczesny titolare, punto. Nelle due successive stagioni, Buffon collezionò appena 29 presenze (15 e 14) per poi tornare a Parma e consegnare definitività la titolarità al polacco, diventando però una presenza fondamentale nello spogliatoio bianconero. A Parigi, nella passata stagione, Pochettino si ritrovò a gestire il titolare Navas e Gigio Donnarumma (fresco vincitore dell’Europeo con l’Italia), finendo con l’ottenere un’alternanza mai troppo positiva per gli equilibri in campo e in spogliatoio. A fine anno, dunque, la decisione di puntare sul più giovane italiano. Il PSG, però, per potenza e disponibilità economica è probabilmente una delle poche squadre che può permettersi due ingaggi simili per due portieri. In casa Inter, invece, dove i problemi societari e di liquidità li conoscono tutti, si è deciso di investire su Onana (3mln netti a stagione) e dunque continuare a insistere su Hadanovic non sembra la scelta migliore in ottica futura, anche per difendere questo tipo di investimento.

4 – Ambiente, sorrisi e automatismi

Come accennavamo a inizio articolo, l’ambiente interista sembra saturo ormai di Handanovic. San Siro rumoreggia a ogni tocco e parata dello sloveno, sui social l’hashtag #HandanovicOut acquisisce ogni giorno qualche fan in più. Col Barcellona, invece, ogni intervento di Onana – dal più ovvio e scontato al più imprevedibile e difficile – è stato accompagnato da boati di tutto lo stadio, ma anche da abbracci e incoraggiamenti dei compagni di reparto (emblematica la foto in alto con Skriniar). Questo aspetto, in un momento delicato come quello che sta attraversando l’Inter, non può essere trascurato. Serve tranquillità, entusiasmo, e allegria: da parte di tutti, tifosi e giocatori. Onana sembra la medicina corretta. Magari insieme a uno Skriniar capitano (in attesa del rientro di Brozovic), che potrebbe anche essere un boost importante. Ultima considerazione, ma non certo per importanza, è la tenuta difensiva fin qui balbettante (per usare un eufemismo) dell’Inter, bucata a più riprese. Col Barcellona è tornata la difesa imperforabile ammirata nelle passate stagioni. D’altronde, per costruire una grande difesa serve continuità degli interpreti per affinare meccanismi e automatismi, ed ecco che cambiare sempre anche portieri – con caratteristiche diverse (vedi punto 2) – non sembra la scelta più efficace. Onana- Skriniar-de Vrij-Bastoni la scelta migliore (con cambi pronti in caso di acciacchi, o necessità tattiche di propulsione offensiva con Dimarco braccetto sinistro), inistere sempre con loro aiuterà solamente la loro crescita come reparto. E si sa, nel calcio – soprattutto in Italia – per vincere serve una grande difesa.
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