Champions League - Manchester City-Inter: Haaland sfida Lautaro Martinez. Gol, assist e statistiche dei due bomber

Il conto alla rovescia verso la finale di Champions League Manchester City-Inter sta per esaurirsi. Lo stadio Ataturk di Istanbul farà da cornice, sabato 10 giugno, alla partita più importante e attesa della stagione tra i Citizens di Pep Guardiola e i nerazzurri di Simone Inzaghi. In campo ci saranno talmente tanti fuoriclasse che, a bocce ferme, individuare quali potranno essere i protagonisti della finale è impresa ardua. Tuttavia, affidandoci ai numeri, è evidente che tra le frecce a disposizione dei due allenatori ce ne siano due che, più delle altre, possono far male all'avversario: le speranze e i sogni delle due squadre sono riposti soprattutto in Erling Haaland e Lautaro Martinez, gli uomini più caldi, affamati e potenzialmente decisivi di City e Inter.

I numeri del Toro - relativamente al 2023 - sono luccicanti: 20 gol e 6 assist in 35 partite ufficiali tra Serie A, Champions League, Supercoppa italiana e Coppa Italia. E pensare che per Lautaro l'anno era iniziato tra i dubbi. Reduce dal successo al Mondiale in Qatar con la sua Argentina, ma da attore non protagonista, l'attaccante di Bahia Blanca era atteso al varco: toccava a lui prendere per mano la squadra e assumersi maggiori responsabilità. Detto, fatto. A suon di reti e prestazioni di altissimo livello, Lautaro ha contribuito prima a raddrizzare la stagione dell'Inter, poi a renderla entusiasmante.

Si dice che i gol non solo si contano, ma si pesano. E la firma del Toro c'è stata, ad esempio, in Champions contro Benfica ai quarti e Milan in semifinale, in finale di Coppa Italia contro la Fiorentina e in tante, delicate partite di campionato. Da giocatore dal rendimento balbettante nella prima parte di stagione, da gennaio in avanti Lautaro si è trasformato in un bomber implacabile e in un leader in campo e nello spogliatoio, stimolato senza dubbio anche dalla fascia da capitano che - in assenza di Brozovic e con Skriniar 'degradato' - si è ritrovato a indossare con orgoglio (e merito).

Quasi superfluo sottolineare che, sponda City, il pericolo numero uno per l'Inter risponda al nome di Erling Haaland. Il norvegese - fatta eccezione per la doppia semifinale di Champions in cui non ha lasciato il segno vuoi per un pizzico di sfortuna, vuoi per i miracoli di Courtois - ha confermato di essere una spietata macchina da gol per tutta la stagione, la sua prima in Inghilterra. Il ruolino di marcia del norvegese è stato letteralmente impressionante in termini numerici, ma non solo.

L'inserimento di Haaland in una squadra già di per sè ultra competitiva ha consentito a Guardiola di migliorare ulteriormente il suo City e di renderlo ancora più micidiale, verticale e di conseguenza imprevedibile. A differenza di quanto accadeva negli anni passati, il tecnico spagnolo sa che - se il fraseggio non basta a scardinare le difese avversarie - la palla lunga per il norvegese rapprsenta un'alternativa estremamente efficace. "Non appena segno un gol, tutto quello a cui riesco a pensare è fare il prossimo. Ho sempre sognato di giocare la finale di Champions League e sarà un onore giocare questa partita", le parole di Haaland durante il Media Day in vista della finale. La speranza, in casa Inter, è che il prossimo non sia a Istanbul.