Manchester City-Inter, il divario è anche nelle rose: le spese negli ultimi 7 anni e il loro valore di mercato

Saranno dunque Manchester City e Inter le due finaliste che si giocheranno la Champions League 2022-2023 negli ultimi novanta minuti all'Atatürk di Istanbul. L'una ci arriva da principale favorita, sconfiggendo sul campo le altre big d'Europa e sognando ancora il Triplete che farebbe entrare nella storia il suo allenatore Pep Guardiola, il quale potrebbe diventare il primo a centrarlo per la seconda volta, quattordici anni dopo. L'altra inaspettatamente, da vera e propria underdog considerato com'era partito il cammino lo scorso settembre: ma dagli ottavi in poi la banda di Simone Inzaghi non ha più fallito e non si è mai trovata in svantaggio (cosa che invece agli Sky Blues è capitata per 31 minuti), sfruttando una porzione di tabellone tutta italo-portoghese culminata con il dominio nell'euroderby. L'avvicinamento all'atteso appuntamento del 10 giugno parte confrontando il peso ecomonico delle due rose, dove l'ago della bilancia pende fortemente dalla parte inglese.

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Perché se da una parte è vero che Manchester City e Inter sono accomunate dai rispettivi proprietari lontani dai confini dell'Europa - prima finale di Champions League di questo tipo nella storia - dall'altra invece si affrontano due politiche dirigenziali diametralmente opposte: l'una spinta dai petroldollari a compiere spese pazze per accaparrarsi alcuni tra i migliori elementi sul mercato, che nei sette anni dell'era Guardiola ha tirato fuori dal portafoglio 1,2 miliardi di euro tentando di alzare, fino ad oggi invano, la coppa dalle grandi orecchie; l'altra ritrovatasi a fare i conti nell'ultimo periodo con i limiti economici e finanziari del gruppo cinese Suning, costretta a stringere i cordoni dopo aver pagato a caro prezzo certe scelte di mercato. La Gazzetta dello Sport riporta un totale delle spese del club inglese per avere la rosa che le ha permesso di raggiungere questa finale circa tre volte superiore rispetto a quello dei nerazzurri: 885,8 milioni di euro dei Citizens contro i 296 milioni che sono "bastati" all'Inter. Mentre la proprietà araba Al Nahyan può vantarsi di otto acquisti da almeno 60 milioni, la cifra spesa per il fuoriclasse in attacco Haaland, fino a sconfinare sopra gli otto zeri con Grealish (115 milioni); la società nerazzurra non è andata oltre i 37 milioni per il cartellino di Barella, tra gli investimenti attualmente in squadra.

E su questo aspetto una considerevole parte del merito di questa finale di Champions va data a Marotta, capace di condurre importanti colpi a parametro zero o quasi: da Onana a Dzeko passando per Calhanoglu e Mkhitaryan a centrocampo e il tandem De Vrij-Acerbi in difesa, tutti protagonisti in questa stagione della cavalcata verso Istanbul. Tra i più grandi affari spiccano quelli di Lautaro (arrivato per 25 milioni nell'estate 2018 e prossimo a raggiungere la tripla cifra di reti con questa maglia) e Bastoni (31 milioni), ma attenzione a non far passare sottotraccia anche Dimarco (6) e Darmian (2,5), due italiani esplosi nel palcoscenico più importante d'Europa. E come dimenticare del ritorno Lukaku per 8 milioni un anno dopo essere stato venduto al Chelsea per 115. Non mancano tuttavia le spese esagerate rispetto al reale valore del singolo, come quelle di Correa (31), Gagliardini (25) e Dalbert che non è stato ceduto a causa dell'infortunio in estate che gli sta facendo saltare tutta la stagione (era arrivato per 20 milioni). Per non parlare di altri colpi fallimentari del passato come quello di Joao Mario.

Anche dal punto di vista del valore complessivo dei giocatori c'è una forte disparità tra le due squadre, uno dei principali motivi del pronostico così squilibrato. Su questo aspetto il City vale quasi il doppio dell'Inter, con gli inglesi sopra il miliardo di euro. Spietato il confronto tra le rispettive stelle dei due club, con Haaland che vale più di due Lautaro, 170 contro 80 milioni. Sempre secondo Transfermarkt, altri quattro giocatori dei Citizens hanno una valutazione sul mercato pari o superiore all'attaccante argentino: si tratta del mediano spagnolo Rodri, del fuoriclasse belga De Bruyne, dell'autore della doppietta nel primo tempo del ritorno delle semifinali Bernardo Silva e infine Foden, il prodotto del vivaio del City classe 2000 che ora vale ben 110 milioni.

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