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Milan-Tottenham, tre motivi per sognare l'impresa nell'andata degli ottavi di Champions League

Matteo Zorzoli

Pubblicato 14/02/2023 alle 16:12 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - Anatomia del primo atto degli ottavi di finale tra Milan e Tottenham in programma a San Siro alle 21: come stanno le squadre di Pioli e Conte e perchè il Milan può sognare l'impresa, sfatando un tabù che resiste da dodici lunghi anni

Pioli elogia Conte: "Grande allenatore, dopo Scudetto uno dei pochi..."

Una notte da sogno, una notte che i tifosi rossoneri attendono da 9 lunghi anni: martedì sera San Siro si illuminerà per Milan-Tottenham, andata degli ottavi di finale di Champions League (ritorno a Londra in programma il prossimo 8 marzo). Una sfida tra due squadre quinte nei rispettivi campionati, a loro modo convalescenti dopo un periodo negativo tra infortuni e prestazioni altalenanti. Due filosofie di gioco, due allenatori italiani, Stefano Pioli e Antonio Conte, che si stimano e che hanno vinto gli ultimi due Scudetti in Italia. Per il secondo sarà l'ennesimo "derby", l'occasione per tornare al Meazza per la prima volta dalla festa nerazzurra del 2021. Il Diavolo, arrivato secondo nel girone E alle spalle del Chelsea, prova a sfatare un tabù che resiste da 12 anni: contro l'Arsenal, sempre agli ottavi di Champions, è, infatti, arrivato l'ultimo successo contro un club inglese. Dal lontano 2011 sono arrivate otto sconfitte e un pareggio. Ecco 3 motivi per sognare l'impresa nella notte di San Valentino:

1) Il Tottenham è in piena emergenza a centrocampo

"Abbiamo poche alternative".
E' lo stesso Antonio Conte ad ammetterlo nella conferenza della vigilia. Il tecnico leccese, rientrato sulla panchina Spurs dall'intervento subito alla cistifellea e "non ancora al 100%", dovrà fare i conti con una emergenza totale in mediana. Gli assenti di spicco sono l'ex Juve, Rodrigo Bentancur (stagione finita per rottura del crociato), Yves Bissouma (frattura da stress alla caviglia, salterà anche il ritorno) e lo squalificato Pierre Højbjerg, colonna portante dei londinesi. "Ci affideremo ai giovani" ha confessato l'ex ct azzurro: guardando alla panchina, il riferimento è alla coppia Skipp-Sarr (42 anni e 31' di Champions in due), mai schierati insieme in Premier League - l'unica volta è avvenuta in FA Cup contro il Portsmouth un mese fa. Ad onor di cronaca anche al Milan mancherà una pedina fondamentale in mediana: Ismael Bennacer non ha ancora recuperato dalla lesione al bicipite femorale sinistro e non sarà disponibile. Al suo posto Pioli adatterà Krunic al fianco di Tonali in un probabile 3-4-1-2 a specchio con Saelemaekers e Theo a fare densità in una zona del campo strategicamente fondamentale.
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2) La difesa del Tottenham non è granitica, anzi...

"E' inspiegabile l'andamento altalenante della stagione".
Numeri alla mano la retroguardia Spurs, che dovrà a fare meno anche del portiere-capitano Lloris (lato Milan si attende ancora il rientro di Maignan) è la 15ª in Premier League per gol subiti (35 in 23 partite, quattro solo nell'ultima uscita - disastrosa - contro il Leicester). Nella pancia di San Siro, davanti ai giornalisti, Conte ha fatto riferimento a "cali di concentrazione", veri e propri blackout collettivi, per giustificare la stagione sulle montagne russe del suo Tottenham, ben lontano dall'ideale cardine del Conte-pensiero, ovvero la stabilità a braccetto con la continuità (la sua Inter ha terminato l'annata-Scudetto esattamente con 35 reti subite, le stesse che ha al passivo il Tottenham a febbraio). Inoltre al posto di Lloris tra i pali ci sarà il 34enne inglese Fraser Forster, all'esordio stagionale in ambito europeo dopo 5 presenze complessive in stagione, di cui 3 nel 2023 tra Premier League e FA Cup. Dieci anni fa, con la maglia del Celtic, incassò cinque gol dal Milan ai gironi, due all'andata e tre al ritorno. Non esattamente un fulmine di guerra.
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3) Milan: ripartire dall'ultima mezz'ora col Torino e dalle "lezioni" Chelsea

"Intensità". Una parola che è tornata spesso nella mezz'ora con la stampa di Stefano Pioli. E non è un caso. Al di là di amnesie difensive, condizione fisica non ottimale, infortuni e un Leao a tratti irriconoscibile, è proprio l'intensità che è mancata ai rossoneri nell'ultimo, sportivamente drammatico, mese e mezzo. Una crisi proseguita nel primo tempo dell'ultimo impegno contro il Torino in cui la squadra è sembrata ancora più inerme di altre volte: nella ripresa, però, va segnalata una svolta dal punto di vista caratteriale. Il gol di Giroud, chiamato stasera a prendersi il Diavolo sulle spalle con la sua esperienza, ha liberato la testa e alleggerito le gambe ai compagni, sospinti dall'entusiasmo di San Siro. Come risvegliati dal torpore di quattro sconfitte di fila subite in meno di 20 giorni, i rossoneri hanno creato diverse occasioni per il 2-0 e schiacciato il Toro nella sua metà campo, terminando il match in crescendo. Gli interpreti offensivi saranno gli stessi, con Brahim Diaz che agirà tra le linee. Il Milan dovrà anche fare tesoro dei due match autunnali contro il Chelsea, in cui l'approccio, lato "intensità", era stato totalmente sbagliato.
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