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Champions League - Le 5 verità di Bayern-Lazio 3-0: l'errore di Immobile fa tutta la differenza del mondo

Simone Eterno

Pubblicato 06/03/2024 alle 08:56 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - Da l'errore di Immobile ai gol di Kane, dalla stagione del Bayern di Tuchel alla dimensione della Lazio del presidente Lotito, spesso presente ma sempre bloccata agli ottavi delle varie competizioni europee a cui ha partecipato nel corso degli anni

Ciro Immobile si dispera dopo il gol sbagliato in Bayern Monaco-Lazio

Credit Foto Getty Images

Il Bayern Monaco ribalta il ko subito dalla Lazio all'andata, supera 3-0 i biancocelesti nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League e si qualifica ancora una volta per i quarti. La gara è decisa dalla doppietta di Kane e dal gol di Muller, ma c'è un episodio che è una 'sliding door' per gli uomini di Sarri. Il tutto, però, per una dimensione europea della Lazio di Lotito che negli ultimi anni, risultati alla mano, pare essere quella. Questo e altro nelle '5 verità' che ci ha lasciato questa partita.

1. L’errore di Immobile fa tutta la differenza del mondo

Il format ormai lo conoscete, ‘le 5 verità’ sono un classico di Eurosport dopo le partite che contano. Questa volta però potremmo anche fermarci a una. Una, sola, unica, sacrosanta verità: nel calcio bisogna sfruttare gli episodi. Specialmente quando sei inferiore ai tuoi avversari. Bayern Monaco-Lazio è tutta, ma proprio tutta, in quel gol divorato da Immobile al 37’ del primo tempo. Perché se entra quello, sicuramente, abbiamo un’altra partita. Una partita dove magari a qualificarsi sarebbe stato comunque il Bayern Monaco. Ma non così facilmente. Non con la ‘pipa in bocca’. Non passeggiando e controllando una Lazio distrutta dal successivo uno-due che ne deriva da quell’occasione sbagliata. Punto e a capo. Tutto ciò che ora segue, è secondario.
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Ciro Immobile si dispera dopo il gol sbagliato in Bayern Monaco-Lazio

Credit Foto Getty Images

2. Lazio, una rosa corta per il doppio (triplo) impegno

Più che alla partita in sé, lo sguardo a questo punto è anche a quel che lascia e quel ha lasciato in campionato. Per arrivare a giocare questo tipo di match, la Lazio ha inevitabilmente concesso qualcosa per strada in Serie A. Sarri l’ha fatto intendere più volte, Lotito gli ha detto di non cercare scuse. Eppure il campionato dice Lazio nona a -11 dal quarto posto. Perché serate come queste, nel corso della stagione, hanno drenato energie fisiche e mentali. E la coperta della Lazio, al netto di tutto, si è dimostrata abbastanza corta. Specie là davanti.

3. Lazio, gli 'ottavi' come dimensione europea

A testimonianza del ragionamento sopra, arrivano poi la statistica. E questa dice che a partire dalla stagione 2018/19 la Lazio è stata eliminata in cinque delle sei fasi a scontro diretto delle principali competizioni europee a cui ha preso parte: nel periodo i biancocelesti non sono mai andati oltre gli ottavi di finale. Sintomo, di nuovo, che la dimensione, con questo tipo di investimenti, è evidentemente questa. Per ottenere qualcosa di più, probabilmente, servirebbe investire anche qualcosa di più.
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Claudio Lotito e Maurizio Sarri (Lazio)

Credit Foto Getty Images

4. Bayern: finalmente una bella serata, ma...

Il Bayern Monaco di Tuchel ha confermato stasera quanto in fondo visto anche nel resto della stagione: quando le cose vanno bene gioca, diverte e a tratti brilla. Ma non è una squadra invulnerabile. Nel primo tempo la Lazio ha retto tutto sommato abbastanza bene prima del famoso episodio ‘Immobile’. Per questa ragione non aver segnato in quell’occasione, non aver instillato qualche dubbio, non aver fatto apparire qualche fantasma che il Bayern avrebbe potuto vedere, è un peccato capitale. Sì perché il Bayern vola ai quarti, ma al di là di tutto, la sensazione sui tedeschi non è cambiata: non è la corazzata di un tempo.
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Thomas Tuchel

Credit Foto Getty Images

5. Harry Kane è incontestabile

Banalità, più che verità. Ma giova ricordarlo, specie a quelli a cui piace fare ironia sul fatto che l’inglese abbia vinto pochi trofei in carriera. La doppietta di stasera, piazzata da vero rapace d’area di rigore, porta il bottino dell’inglese a 33 gol su 33 presenze stagionali in tutte le competizioni. Una doppietta che spazza via anche le chiacchiere su quanto l’inglese fosse poco decisivo negli scontri diretti. Che poi, più che la statistica, basterebbe contare altro: quanti scontri diretti, in carriera, in Champions League, aveva giocato prima di approdare al Bayern Monaco? Pochini, per costruirci sopra l’etichetta di “non decisivo quando conta”.
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