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Serie A - La crisi del Milan: serve un nuovo patto tra Pioli e giocatori

Roberto Beccantini

Aggiornato 06/11/2023 alle 21:21 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - Quante volte, la scorsa stagione, «licenziammo» Simone Inzaghi? Adesso tocca a Stefano Pioli. E’ la vita. Sono i risultati. Fa notizia l’eclissi del Milan, celebrato appena un mese fa, non un secolo, per il sorpasso in vetta. Il calendario galoppa, il pronostico agita lo choc di una Caporetto europea. Pioli, per questo, dovrà essere forte. Forte e lucido.

Stefano Pioli durante Milan-Udinese - Serie A 2023-24

Credit Foto Getty Images

Quante volte, la scorsa stagione, «licenziammo» Simone Inzaghi? Adesso tocca a Stefano Pioli, per Lele Adani il miglior allenatore su piazza. È la vita. Sono i risultati. Siamo noi. C'è un problema? Si va al mercato. E così i vivai affogano nell'inedia. Fa notizia l'eclissi del Milan, celebrato appena un mese fa - ripeto: un mese, non un secolo - per il sorpasso in vetta. Quattro vittorie di fila e 21 a 19 sull'Inter. Vi rammento le sequenza: 1-0 al Verona, 3-1 a Cagliari, 2-0 alla Lazio, 1-0 al Genoa. Le edicole strombazzavano come clacson matrimoniali: Diavolo di qua, Diavolo di là. Arrigo Sacchi ne pompava lo stile e il coraggio. Eccetera eccetera.
In tre gare, il precipizio: 0-1 con la Juventus, 2-2 a Napoli (da 2-0), 0-1 con l'Udinese. E, prima del Maradona, il 3-0 dei Mbappé-Elysées. Morale: Inter 28, Milan 22. Da più 2 a meno 6. Le unità di crisi sono al lavoro. Pioli si è esposto: «Mea culpa mea culpa mea maxima culpa». Eppure, alla vigilia, non aveva dubbi: «Mai avuto un gruppo così». Addirittura.
Senonché: Rafael Leao non segna dal 23 settembre (Verona). Dà sempre l'idea di poter fare quello che, viceversa, non gli riesce più: la differenza. Il mister le ha provate tutte: 4-3-3, 4-2-3-1, difesa a tre, 4-2-4 con doppio centravanti, Luka Jovic vicino a Olivier Giroud. Ventiquattro minuti a Marassi, i primi 45 di sabato: un disastro. Sono quattro, le stagioni di Pioli. E lo scudetto risale al 22 maggio del 2022: non proprio un reperto archeologico, dunque. Molto si è parlato della sua solitudine. Via Ivan Gazidis, via Paolo Maldini e Ricky Massara. Comanda Gerry Cardinale, l'americano. C'era anche Zlatan Ibrahimovic, troppo presto «cancellato» dai tabellini. L'anno del titolo raccolse 23 gettoni e segnò 8 reti. I totem servono: e come.
Se l'Inter sterzò dopo Istanbul, pur sconfitta, non escludo che il Milan abbia patito l'ultimo posto in Champions, con tanto di zero gol a referto. Il decollo di Bologna aveva subito mandato in orbita i nuovi: da Christian Pulisic a Tijjani Reijnders a Ruben Loftus-Cheek. Stramilano, si scriveva e si cantava inneggiando alla fragranza gladiatoria del duello metropolitano. Da Pioli «on fire» a Pioli «fired». Dicono che Maldini abbia pagato i milioni di Charles De Ketelaere, girato in prestito alla Dea. Chi pagherà la scommessa di Jovic? C'è chi allude, inoltre, alla montagna di infortuni: in passato, a Milanello, si entrava Lazzari e si usciva Gesù; oggi, si entra Gesù e si esce Lazzari.
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Pierre Kalulu esce infortunato durante Napoli-Milan - Serie A 2023-24

Credit Foto Getty Images

I giocatori, i giocatori. Traslocare dall'arrosto del primo tempo di Napoli al fumo del weekend mi fa pensare ad alluci amletici, a cuori gracili. Senza dimenticare che il centrocampo dello «scudo» ruotava attorno a Franck Kessié, Ismael Bennacer, Sandro Tonali. Manca un vice Giroud e, in assenza di satanassi che si stacchino da terra, urgono leader che, dal fronte, sappiano orientare - ed eventualmente correggere - la bussola del timoniere. Che, detto per inciso, dovrebbe limitare le proteste con terne e quaterne.
Martedì, ore 21: Milan-Paris Saint Qatar. Il confine delle ambizioni. Vincere bisogna, che discorsi. Probabile il rientro di Theo Hernandez, ma quale? Il turbo o il furbo? Gli ottavi sono appesi a un filo. Se mai i sogni morissero già in autunno, sarebbe uno smacco clamoroso. Nella mia griglia domestica, stilata ad agosto, il Milan figurava al terzo posto, dietro Napoli e Inter, davanti alla Juventus. Sul campo, nel torneo della Grande Bellezza spallettiana, era finito quinto. Il calendario galoppa, il pronostico agita lo choc di una Caporetto europea. Una minaccia, fidatevi, più che una gufata. Pioli, per questo, dovrà essere forte. Forte e lucido. Ognuno nel suo ruolo. Compresi i tifosi. Dai fischi alla bolgia: una notte al centro della storia non è mai una scampagnata.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini http://www.beckisback.it.
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