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COPPA D'AFRICA - Le Roy, Renard, Sudafrica, Zambia e i 2 Congo: le 6 assenze clamorose della Coppa d'Africa

Stefano Fonsato

Aggiornato 17/12/2021 alle 16:53 GMT+1

COPPA D'AFRICA 2022 - La presenza di tantissime sorprese e outsider nell'edizione 33, prevede un rovescio della medaglia: l'assenza di squadre e personaggi la cui partecipazione, fino a ieri, sembava scontata. Ecco le sei assenze più clamorose della competizione che avrà luogo in Camerun dal 9 gennaio al 6 febbraio.

Marocco-Togo, Coppa d'Africa 2017: Hervé Renard e Claude Le Roy (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

La trentatreesima edizione della Coppa d'Africa, in programma dal 9 gennaio al 6 febbraio 2022, sarà quella più ricca di sorprese in assoluto. Le prime volte in assoluto di Gambia e Comore, le partecipazioni di Etiopia, Sudan, Malawi, Capo Verde... Ma, si sa, più numerose sono le sorprese alla vigilia di una competizione, più quest'ultima si vede "orfana" di squadre tradizionalmente presenti, la cui partecipazione sembrava praticamente scontata. Squadre e, con esse, personaggi, "santoni" (o "stregoni"), che hanno fallito nel percorso di qualificazione, oppure che hanno deciso di fare armi e bagagli per andare a inseguire avventure in altri continenti. Ma da chi è composto questo "congresso dei grandi assenti"? Ne abbiamo individuati sei, in tutto, tra squadre e personalità simboliche della Coppa d'Africa.
Chi vince la Coppa d'Africa?

1) RD Congo

L'eliminazione che, in assoluto, ha fatto più rumore. Soprattutto perché avvenuta al termine di un girone il cui esito sembrava più che scontato alla vigilia. La bellezza e l'imprevedibilità del calcio ha fatto sì che, di fatto, ogni pronostico venisse completamente soverchiato sul campo. Gambia e Gabon (a 10 punti) alle fasi finali, ex Zaire (9) e Angola (2) fuori dai giochi. A nulla è valsa la vittoria di misura contro la sorprendente selezione di Banjul, peraltro con una formazione completamente rivisitata e priva dei "big" impegnati nei campionati europei, dal momento che la qualificazione era già una chimera dal fischio d'inizio. In Camerun, allora, mancherà gente del calibro di Chancel Mbemba (centrale difensivo del Porto), Meschack Elia (attaccante dello Young Boys), l'esperta punta ex Dinamo Kiev Dieumerci Mbokani... E dire che la selezione di Kinshasa si è ben comportata nella corsa per il Mondiale di Qatar 2022 essendosi guadagnata la chance di giocare lo spareggio conclusivo, grazie al primo posto conquistato nel girone di seconda fase davanti a Benin, Tanzania e Madagascar. Questo grazie a Hector Cuper (chiamato lo scorso maggio per sostituire l'ex ct fallimentare Chrisian N'Sengi), che però ha anche una gravissima colpa: nel 2-0 agli Scoiattoli beninesi, ha utilizzato quattro slot anziché tre per effettuare le sostitiuzioni. Il Benin ha ovviamente fatto ricorso, che tuttavia ha clamorosamente perso, dal momento che la Fifa ha addossato ogni colpa al quarto uomo. Almeno in questo caso, si può dire, "scampato pericolo".

2) Sudafrica

Stesso discorso della Repubblica Democratica del Congo, ma con un'aggravante: i Bafana Bafana hanno pure subito una beffarda eliminazione in vista del Qatar, arrivando primi ex-aequo col Ghana: 13 punti, pari negli scontri diretti così come nella differenza reti (+4), con le Black Stars - vittoriose 1-0 nello scontro diretto dell'ultimo turno con gol su rigore di André Ayew - in vantaggio solo nel numero di gol segnati. Un ko di misura giunto dopo 11 risultati consecutivi in tutte le varie competizioni, figli del grandissimo lavoro operato dal commissario tecnico belga Hugo Broos (vincitore della Coppa d'Africa 2017 col Camerun), assoldato lo scorso 5 maggio. Ghana e Sudafrica insieme anche nel girone qualificatorio per la Coppa d'Africa in Camerun: qui, un terzo posto a 10 punti, anche in questo caso materializzatosi al sesto e ultimo turno. Ma con una grossa differenza: un risultato contro ogni pronostico, la vittoria dell'outsider Sudan per 2-0 a Khartum.

3) Congo Brazzaville

Sette partecipazioni, campioni nel 1972, i Diavoli Rossi costituivano una presenza tradizionale della competizione continentale. Nazionale in piena crisi generazionale (incapace perfino di andare oltre lo 0-0 a Mbabane contro eSwatini, l'ex Swaziland), che nemmeno l'esperto ct belga Paul Put (messo sotto contratto anch'egli a maggio per la campagna Mondiale in sostituzione del commissario tecnico autoctono Barthelemy Ngatsono) è riuscito a raddrizzare con ultimo posto nel raggruppamento per il Qatar.

4) Zambia

Ben 17 partecipazioni al torneo continentale, vinto nel 2012 contro la Costa d'Avorio ai calci di rigore, al termine di un fenomenale percorso col ct francese Hervé Renard. Ultimamente qualcosa si è inceppato. dolorosissima l'eliminazione, arrivata a beneficio dello Zimbabwe (secondo dietro l'Algeria) e costata il posto al commisario tecnico serbo Milutin Sredojevic, sostituito dal locale Beston Chambeshi, che però non è riuscito a risollevare le sorti dei Chipolopolo (i Proiettili di Rame) nel percorso verso Qatar.

5) Hervé Renard

Ha vinto la Copa d'Africa .- si diceva - con lo Zambia nel 2012, battendo la Costa d'Avorio, che poi portò al successo continentale tre anni dopo. Classe 1968, "mascellone" biondo allievo di Claude Le Roy, in Africa ha timonato anche le selezioni di Angola e Marocco. Ora Renard ha deciso di provare l'avventura in Asia, sedendosi sulla panchina dell'Arabia Saudita, che non avrà problemi a qualificarsi ai prossimi Mondiali.

6) Claude Le Roy

Il vero "Stregone bianco". Il suo volto inconfondibile mancherà tantissimo alla competizione (come peraltro già accaduto nel 2019. Camerun, Senegal, RD Congo, Ghana, Congo Brazzaville e, per l'appunto, il Togo, da cui si è dimesso giusto poche settimane fa dopo aver fallito qualificazioni alla Coppa d'Africa e ai Mondiali, oggettivamente difficili - ad ogni buon conto - per la selezione di Lomé. Classe 1948 di Bois-Normand-près-Lyre, c'è da scommettere che la sua carriera proseguirà in qualche altro posto esotico.
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Claude Le Roy durante una seduta di allenamento con la nazionale del Togo (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

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