Euro 2016, dalla Grecia alla Francia, il Portogallo consuma la propria vendetta

Quel giorno, arrivarono allo stadio tra ali di folla. Tifosi entusiasti, pronti ad assistere al riscatto nella finale di casa. Ma, il 4 luglio del 2004, fu invece il momento della storia per la Grecia, che conquistò l’Europeo più incredibile dopo il trionfo della Danimarca nel 1992 grazie a un gol segnato da Angelos Charisteas al 57’. Ci sono voluti altri dodici anni, una semifinale persa di misura contro la Francia nel 2006 e una ai rigori contro la Spagna nel 2012. Un passaggio dai gironi da terza e da quindicesima squadra su sedici (unica nella storia delle grandi competizioni internazionali a poi laurearsi campione), una sola partita vinta su 7 entro i 90'. Ma, poi, la vendetta si è potuta consumare.

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Un piatto decisamente freddo, ma ancora più dolce. Perché il Portogallo ha fatto alla Francia quello che la Grecia fece allo stesso Portogallo quella sera a Lisbona. Vincere in casa del paese ospitante e della squadra nettamente favorita alla vigilia della finale. Con un gol solo, la termine di una partita tiratissima e con un protagonista a sorpresa. Allora fu Charisteas, adesso è stato il turno di Eder.

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Un personaggio a sorpresa che è stato in grado di realizzare il sogno di Cristiano Ronaldo. L’unico in campo nel 2004 e nel 2016. Anche se per poco. Quel suo infortunio, con tanto di sostituzione obbligata al 25’, pareva l’ennesima ripetizione dello sfortunato destino portoghese. Così non è stato. Perché, certe volte, Eupalla sa restituirti ciò che ti ha tolto. E, in fondo, non tutte le lacrime sono destinate a restare per sempre.

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