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Euro 2020, chi ferma Gosens? Vendetta su Ronaldo e boom sul mercato

Lorenzo Rigamonti

Aggiornato 20/06/2021 alle 15:31 GMT+2

EURO 2020 - La vittoria della Germania sul Portogallo per 4-2 ha messo in mostra tutte le qualità di Robin Gosens: qualità che abbiamo avuto la fortuna di ammirare per 4 anni in Serie A. Dalla polemica con Cristiano Ronaldo al boom di mercato, cos'ha in serbo il suo futuro?

Robin Gosens, Germania-Portogallo

Credit Foto Eurosport

"Dopo la partita contro la Juve ho cercato di realizzare il mio sogno da bambino ovvero avere la maglia di Cristiano Ronaldo. Così, dopo il fischio finale mi sono avvicinato senza andare nemmeno dal nostro pubblico per festeggiare. "Cristiano, posso avere la tua maglietta?" è stata la mia domanda ma lui mi ha risposto con un secco "No" e non mi ha nemmeno guardato”. Questo è uno dei ricordi più amari della Serie A di Robin Gosens, 26enne esterno dell’Atalanta. Il fuoriclasse della Dea lo aveva condiviso col pubblico in occasione dell’uscita della sua biografia, nel maggio 2021.”Ero completamente arrossito e mi sono vergognato. Sono scappato via, mi sentivo piccolo piccolo". Ma ieri, 19 giugno 2021, Robin Gosens è diventato un gigante.

Un'ora di vendetta

Quella sfoggiata in faccia alla nazionale portoghese di CR7 è stata una delle prestazioni più esplosive da parte di un singolo giocatore nella storia degli Europei. Un gol, due assist, un gol in mezza rovesciata annullato nella stessa partita: nessuno come lui nella storia di questa competizione. E per come ha giocato, il bottino personale avrebbe potuto essere ancora più ricco. La gara che ha permesso alla Germania di agganciare il secondo posto nel girone di ferro, rappresenta l’apice di una carriera unica, testarda, da late bloomer. Una carriera spesa ad aspettare il proprio momento tra le acerbe fila di Vitesse, Dordrecht ed Heracles Almelo.
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MUNICH, GERMANY - JUNE 19: (BILD ZEITUNG OUT) Robin Gosens of Germany celebrates after scoring his team's fourth goal during the UEFA Euro 2020 Championship Group F match between Portugal and Germany at Football Arena Munich on June 19, 2021 in Munich, Ge

Credit Foto Getty Images

Ieri Gosens ha raggiunto la sua consacrazione: in un’ora di gioco, Robin ha corroso le guarnizioni della retroguardia portoghese, prima di mettere lo zampino in tutte le azioni da gol. Ma il prologo della sua ribalta parte sempre da quella casacca numero 7, vestita dall’idolo (ingrato) Cristiano Ronaldo: è proprio del portoghese il gol che apre le danze dopo soli 15 minuti. Gosens lo osserva da lontano, riassaporando per pochi minuti quel senso di impotenza vissuto a bordocampo in quella fatidica partita contro la Juventus, e riesplorando i meandri della sua adolescenza, del suo ABC calcistico forgiato proprio dalla luce sprigionata dalla stella portoghese.
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Gosens a Muller: "Meglio 60 minuti buoni che 90 pessimi"

Poi Robin ha cominciato a strappare sulla fascia sinistra, esasperando un Nelson Semedo in grave debito d’ossigeno. La facilità con cui la Germania è stata in grado di sventagliare più volte in direzione delle sue incursioni, e la costanza con cui Gosens si è presentato al vertice dell’area di rigore avversaria, raccontano di una prestazione totalmente gasperiniana: polmoni, liberazione calcistica, tempra ferrigna. Gli ingredienti perfetti per una serata di redenzione. Prima Ruben Dias insacca nella propria porta su un suo cross affilato; poi un suo comodo appoggio per il cross di Muller propizia il secondo autogol, questa volta firmato da Guerreiro. Nel secondo tempo è sempre lui a imbeccare il tap-in di Havertz per il 3-1. E poi, ciliegina sulla torta, lo stacco di testa siderale con un’ elevazione talmente imponente da scomodare i paragoni con gli ormai famosi decolli di CR7 in area di rigore.
Tutto questo in 60’ tondi tondi: il tempo esatto per sprigionare una potenza distruttiva che a questa Germania mancava da tempo. Gosens è stato coinvolto in 4 azioni da gol (2 reti e 2 assist) nelle ultime tre gare con la casacca della Nazionale, e non vuole più fermarsi. Perchè Robin Gosens ha deciso da solo Germania-Portogallo, e lo ha fatto in un misero fazzoletto di spazio, da quel lato sinistro dell’area di rigore; e in un fazzoletto di tempo si è consumato pure il lieto fine, con la standing ovation dell’Allianz Arena ad accompagnare la sua uscita dal campo pochi secondi dopo il suo gol. Poco dopo, il compagno Thomas Muller gli ha detto: “Non mi stupisce che tu corra solo per 60 minuti: giochi in Italia!”. La risposta dell’esterno atalantino non trattiene l’orgoglio: “Meglio 60 minuti fatti bene che 90 fatti male”.

Il futuro di Gosens tra Italia e Germania

11 gol e 8 assist in Serie A quest’anno, solo un altro difensore, Marco Materazzi, fece più gol in una sola stagione (2000-‘01), segnandone 12 (anche se 7 di questi arrivarono dal dischetto). Un giocatore come Gosens quindi non mancava solo alla Germania, ma mancava anche alla Serie A. Mancava e mancherà, perché col susseguirsi delle estati, il suo nome fa sempre più gola alle big del calcio europeo. A 26 anni, stella affermata nel firmamento del calcio dei grandi, Gosens percepisce uno stipendio inferiore al milione di euro. Il salario è basso, l’attenzione delle big è alle stelle.
Nell’estate del 2020 il patron Percassi aveva fissato il prezzo del suo cartellino a 50 milioni, ma nessuno bussò alla sua porta. Questo gennaio, l’asticella si era abbassata a 40 milioni. L’exploit di ieri sera porterà sicura mente a un boom della sua valutazione, la quale troverà un minimo attrito nel fattore età, anche se a 26 anni Gosens non smette più di crescere di stagione in stagione. Probabile dunque l’arrembaggio di molti club, che cercheranno di strapparlo per una cifra tra i 40 e i 50 milioni.
Le pretendenti dell’anno scorso – Borussia Dortmund e Leicester – dovranno tirare il freno per dar la precedenza a club più blasonati: in pole Juventus, Inter, Barcellona, Bayern Monaco. Le due italiane seguono il giocatore da più tempo, ma rischiano di perdere settimane preziose dovendo sbrogliare dei nodi scomodissimi (il futuro di Ronaldo da una parte, la cessione di 1 o 2 top player dall’altra).
A quel punto, la soluzione più appetibile per Gosens sarebbe un ritorno in pompa magna in terra tedesca. I Bavaresi per ora attendono il momento propizio. Ma il calderone del calciomercato non esclude affatto la scelta di cuore, ovvero una (difficile) permanenza a Bergamo.
Rimanere in Serie A per giganteggiare contro (o al fianco) di Ronaldo, dunque. E chissà se allora lo scambio della maglietta possa succedere. Le dichiarazioni di Gosens nel post-partita sigillano proprio questo doppio binario: "Alla fine [la maglia] non gliel'ho chiesta, voglio godermi la vittoria e questa serata. Ai tifosi dell'Atalanta dico che gli voglio bene e ci vediamo presto".
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Germania a Euro 2020: la storia, le avversarie, le statistiche, la stella

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