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Ancelotti campione di Spagna col Real Madrid: primo allenatore a vincere tutti i Top 5 campionati d'Europa

Simone Pace

Aggiornato 30/04/2022 alle 18:36 GMT+2

LIGA - Laureandosi campione di Spagna con il Real Madrid con 4 giornate d'anticipo sulla conclusione del campionato, Carlo Ancelotti riscrive per l'ennesima volta la storia del calcio e arricchisce ulteriormente la sua già sbalorditiva bacheca. Nessun allenatore era ancora riuscito a vincere Serie A, Premier League, Bundesliga, Ligue 1 e Liga.

Ancelotti: "Sogno di essere per il Real ciò che Simeone è per l'Atletico"

"Carlo Ancelotti entra nella storia del calcio". Questa frase l'abbiamo letta o ascoltata così tante volte da avere perso il conto. Talmente tante volte che, col passare del tempo e a furia di ripeterla, ha perso inevitabilmente il suo impatto e il suo significato originari. Stavolta, tuttavia, è diverso. Stavolta l'impresa del tecnico di Reggiolo, che il prossimo 10 giugno spegnerà 63 candeline, ha qualcosa di veramente speciale: con la vittoria della Liga, 35° titolo nazionale nella storia dei Blancos, Ancelotti diventa il primo e unico tecnico al mondo ad avere vinto tutti i Top 5 campionati d'Europa. Gli mancava solo il trionfo in Spagna, arrivato puntuale al termine di una stagione esaltante e sigillata dal successo per 4-0 sull'Espanyol al Bernabeu. Ancelotti, in questo caso, non entra nella storia del calcio, ma la riscrive proprio. Diventa socio fondatore di un club che annovera un solo membro: lui stesso.

Ancelotti: tutti i campionati vinti in carriera

Serie A2003-04 (Milan)
Premier League2009-10 (Chelsea)
Ligue 12012-13 (PSG)
Bundesliga2016-17 (Bayern Monaco)
Liga2021-22 (Real Madrid)
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Carlo Ancelotti

Credit Foto Eurosport

La rivincita e quei fantasmi da scacciare

Sia chiaro, Carlo Ancelotti aveva poco da farsi perdonare dal Real Madrid. Ma, come giustamente sottolinea il quotidiano spagnolo Marca, al momento dell'annuncio del suo ritorno sulla panchina dei Blancos, i tifosi delle merengues avevano subito pensato a due cose: alla Decima - naturalmente - ma anche alla debacle della stagione successiva, conclusa con un esonero amaro nel maggio 2015. Quei fantasmi, a distanza di 7 anni, si sono ripresentati lo scorso febbraio nel momento più complicato del Real: la doppia sconfitta a stretto giro di posta contro l'Athletic in Coppa del Re e contro il PSG nell'andata degli ottavi di Champions avevano fatto temere un altro, analogo crollo a quello del 2014-15. "Gioca sempre con gli stessi", "la squadra è morta", le frasi più frequenti che circolavano sulla bocca dei tifosi in quelle settimane di fuoco.
E invece, a parte il pesante scivolone contro il Barcellona al Bernabeu, le paure sono state spazzate via con un finale di Liga semplicemente perfetto, coronato dal 3-2 in rimonta a Siviglia che ha spianato la strada verso un titolo meritatissimo e, di fatto, quasi mai in discussione. Ancelotti - scrive Marca - sapeva perfettamente che la squadra avrebbe ripreso a decollare dal punto di vista atletico: "Di solito non sbaglio due volte", la confidenza fatta ai suoi più stretti collaboratori nel momento più duro. Ed è proprio il rapporto osmotico con lo staff uno dei segreti di questo Real ancelottiano: il feeling col figlio Davide (indispensabile interlocutore per l'area tecnica), col preparatore dei portieri Llopis e - soprattutto - col preparatore atletico Pintus hanno contribuito a rendere quella di Modric e Benzema una squadra vincente, bellissima da vedere e fisicamente al top nel momento topico della stagione.
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L'ultimo anno in Italia e l'etichetta di 'bollito'

Fa persino sorridere (e riflettere) tornare indietro di un paio di stagioni e ripercorrere i primi 6 mesi del 2019-20 quando Ancelotti era alla guida del Napoli. Protagonista di un avvio di campionato al di sotto delle aspettative e alle prese con qualche attrito di troppo con la piazza e con lo spogliatoio, Re Carlo era stato esonerato poco prima di Natale subito dopo la qualificazione agli ottavi di finale di Champions. Un congedo inglorioso per un tecnico che da più parti veniva considerato vecchio, "bollito", a fine ciclo. L'approdo all'Everton, non certo la squadra più prestigiosa d'Inghilterra, non aveva fatto altro che allargare a dismisura il club dei suoi detrattori. Il capolinea, per Ancelotti, sembrava dietro l'angolo. Fino alla chiamata di Florentino Perez che, spiazzando un po' tutti, l'estate scorsa gli aveva regalato una seconda chance al Real Madrid consentendogli di entrare - per l'ennesima volta - nella storia del calcio. Stavolta non dalla porta, ma dal portone principale. Senza dimenticare che c'è ancora una Champions League tutta da giocare...

Il parere di Eurosport Spagna

Per avere un quadro ancora più completo del grande lavoro di Carlo Ancelotti e del suo peso nella trionfale Liga del Real Madrid, abbiamo interpellato i nostri colleghi di Eurosport Spagna (risposte di Samuel Garcia).
Qual è la parola giusta per descrivere il lavoro di Ancelotti quest'anno al Real?
"Ancelotti ha fatto un ottimo lavoro. Non era facile prendere in mano la squadra raccogliendo l'eredità di una leggenda come Zinedine Zidane. Ha vinto la Supercoppa di Spagna, la Liga ed è in semifinale di Champions, un rendimento decisamente migliore rispetto al 2020-21".
Da zero a 100 che peso ha avuto Ancelotti nel successo del Real?
"Direi il 70-80%. Ha avuto un ruolo molto importante perché il club era in difficoltà dopo l'addio di Zidane, l'uomo delle 3 Champions di fila e giocatore leggendario. Ancelotti è amato dai tifosi del Real ed è considerato un uomo di fiducia dalla società. Se dovesse vincere anche la Champions, la percentuale salirebbe al 100%".
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