Messi comparsa o scomparso non fa più notizia: è questo il vero problema

Sarebbe vigliacco, da parte mia, scaricare tutto sull’improvvido Caballero. Certo, la pistola l’ha offerta lui: a Rebic è bastato premere il grilletto. Dei portieri si parla sempre poco, quando si presenta un Mondiale, anche se spesso sono proprio loro a orientare i verdetti. E in Russia ci sono abituati.

L’Argentina è (era?) una delle mie finaliste virtuali. La Croazia l’ha smontata, dandola in pasto a Islanda-Nigeria (e non solo). Con la scuola dell’ex Jugoslavia mi trovo in difficoltà: un po’ traditore, nei pronostici «bassi», e un po’ tradito, al momento del raccolto. Penso per esempio al titolo europeo che, 50 anni fa, l’Italia di Riva e Anastasi sfilò agli slavi di Dzajic. La Croazia dei Boban e dei Suker fu terza al Mondiale francese del 1998. La Croazia di Modric (splendido), di Rakitic, del generoso Mandzukic e di Perisic, di Kramaric e dei valichi blindatissimi non so dove arriverà. La allena Dalic, l’uomo qualunque che ha preso per il bavero quel millantato genio di Sampaoli.

Fa rumore ma non più notizia la caduta di Leo Messi. Si era ritirato, era tornato. Aveva portato di peso l’Argentina in Russia. E’ scomparso sul più bello, come già gli era capitato in Nazionale, mai però in termini così assoluti, così mortificanti. Non c’è stata partita neppure quando c’è stata. Troppo squadra, la Croazia, rispetto al volgo disperso dei Mascherano e dei Tagliafico. I tre cambi non hanno prodotto nulla di buono, o di nuovo. Né si è rivelata positiva la bocciatura di Di Maria.

D’accordo, il titolare Romero era infortunato, ma possibile che non ci fosse un vice meno imbranato?

Il rigore fallito da Messi contro i grattacieli islandesi e la papera di Caballero hanno fissato i confini di un disastro la cui vastità sarà precisata oggi. C’era tempo prima, per sbloccare il risultato, e ce ne sarebbe stato dopo, per recuperarlo. Già lontano dal cuore del gioco, Leo è «fuggito», letteralmente, all’ingresso tardivo di Higuain e Dybala. Mentre gli avversari correvano leggeri, Messi arrancava come se fosse l’allenatore. Isolato, dimenticato, incapace di ribellarsi.

Domenica compie 31 anni. Doveva essere il suo Mondiale. Lo sarà: comunque.

Croazia tre, Argentina zero: rifugiarsi negli episodi, che pure molto hanno inciso, porta fuori strada. Credevo nella riscossa di Messi. Se possibile, ha giocato peggio che al debutto: e non solo o non tanto perché la Croazia è più forte dell’Islanda. Bastava spiarne la tensione al momento degli inni. Un Paese intero sulle spalle. Un’eventuale eliminazione ghigliottinerà il ct e consegnerà Messi, nei secoli dei secoli, al paragone non più vincibile con Maradona. E, ripeto, non è che l’Argentina del 1986 fosse molto più guarnita di questa. Diversi sono loro, il Pibe e la Pulce. Un leader massimo e un non-leader anche se spesso il massimo (soprattutto a Barcellona).

Vi chiedo: la Croazia può arrivare fino in fondo? Il passato non passa mai, ho paura di questo. E quante chances di riscossa date all’Argentina? Io non più di venti. Ultima domanda: per me, come ho scritto, mancano più i Riquelme e i Simeone di Icardi: per voi?