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Xhaka nella bufera: provocazioni, insulti ed esultanza polemica in Svizzera-Serbia. Rischia la squalifica?

Iacopo Erba

Aggiornato 03/12/2022 alle 10:13 GMT+1

MONDIALI 2022 - Il centrocampista svizzero è stato protagonista assoluto della gara con la Serbia, tra comportamenti al limite e festeggiamenti sospetti. Ha destato particolare scalpore anche la maglia "Jashari 26" indossata nel postpartita: c'è chi l'ha interpretata come un tributo a un ex combattente per l'indipendenza kosovara, ma la realtà sembra essere un'altra.

Tutte le maglie delle 32 Nazionali ai Mondiali 2022

Impossibile, alla vigilia di questi Mondiali, non sottolineare con un bell'evidenziatore giallo fluorescente la gara tra Serbia e Svizzera. Un crocevia che, per varie ragioni, prometteva scintille e che di fatto sul campo non ha disatteso le aspettative, con gli elvetici che grazie a un pirotecnico 3-2 in rimonta si sono garantiti gli ottavi di finale con il Portogallo. C'era da attendersi e di fatto c'è stato però ben altro al di sotto della semplice rivalità sportiva, in una sfida dalla vigilia travagliata e incandescente nel suo svolgimento. Se lo spogliatoio serbo era stato pizzicato nei giorni scorsi con una bandiera anti Kosovo affissa sul muro del proprio spogliatoio, a prendersi la scena ieri è stato Granit Xhaka, tra i vari giocatori svizzeri proprio di origini kosovare. Il centrocampista dell'Arsenal, autore della solita prova muscolare e solida in mediana, ha fatto notizia per il suo atteggiamento piuttosto controverso.

Xhaka scatenato: insulti e gestaccio alla panchina serba, ora rischia gli ottavi

Le notizie trapelate nei giorni scorsi non sono evidentemente andate giù al mediano, che nel corso del match pare essersi reso protagonista di diverse provocazioni nei confronti degli avversari. Coinvolto in ciascuno dei parapiglia che si sono accesi in campo nel corso di una sfida ad altissima tensione, secondo alcune fonti Xhaka avrebbe anche rivolto diversi insulti alla panchina della Serbia con toni tutt'altro che pacati, arrivando persino a compiere il classico gestaccio della stretta dei cosiddetti gioielli di famiglia. Un affronto probabilmente indirizzato a Predrag Rajkovic (protagonista dello scandalo gossip che ha coinvolto la moglie del portiere di riserva serbo e Dusan Vlahovic, poi seccamente smentito) che potrebbe anche costargli l'esclusione dagli ottavi di finale, considerato che da tempo la FIFA si è mostrata assolutamente intransigente verso atteggiamenti di questo tipo.

Il mistero della maglia di Xhaka: chi è "Jashari 26"?

Non è inoltre passata inosservata un'altra immagine, stavolta del postpartita: un fermo immagine dei festeggiamenti svizzeri per il passaggio del turno ritrae il mediano indossare una maglietta con il numero 26 e il nome "Jashari". Secondo alcuni il tutto era riconducibile a una dedica ad Adem Jashari, un defunto fondatore dell'Esercito di liberazione del Kosovo, gruppo separatista albanese che ha combattuto per l'indipendenza dall'ex Jugoslavia. Un gesto di matrice politica che ha destato scalpore, ma sul quale il giocatore ha poi precisato nel postpartita: "La maglia è per Ardon Jashari (centrocampista ventenne del Lucerna nel giro della nazionale che piace ad alcune squadre italiane, tra cui il Napoli ndr). Non c'è alcun messaggio politico, lui fa parte della nostra squadra e passiamo molto tempo insieme. Gli ho detto che se avessimo vinto avrei indossato la sua maglietta". Un semplice fraintendimento, dunque: vedremo se la vicenda assumerà altri risvolti prima della sfida al Portogallo.
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