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Pagelle Europa e Conference League: in alto i calici per De Rossi e Gasperini, Leao inguaia ancora Pioli

Roberto Beccantini

Pubblicato 19/04/2024 alle 10:52 GMT+2

COPPE EUROPEE - La Dea continua a stupire e il Milan a tradire. In alto i calici per Gian Piero Gasperini e Daniele De Rossi, tecnici di coppa e spada. Rischia, viceversa, Stefano Pioli. Su e giù, giù e su: legato, fatalmente, alle lune di Rafael Leao. Le pagelle europee di Roberto Beccantini

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Dolce Europa: Roma, Atalanta e Fiorentina in semifinale e ben cinque unità nella prossima Champions, dal format nuovo di zecca (addio fase a gironi). Inoltre, se il catenaccio continua a pagare - il Real di Carlo Ancelotti a Manchester - la Dea continua a stupire (ricordate i pronostici?) e il Milan a tradire. In alto i calici per Gian Piero Gasperini e Daniele De Rossi, tecnici di coppa e spada. Rischia, viceversa, Stefano Pioli. Su e giù, giù e su: legato, fatalmente, alle lune di Rafael Leao. E adesso, le pagelle.

Europa League (quarti, ritorno): Roma-Milan 2-1 (andata 1-0)

ROMA 8. Con piglio, cuore e resilienza, come all’andata. Confermare De Rossi era il minimo: e difatti i Friedkin l’hanno capito. Ancora e sempre Mancini (con un controllo da fantasista e la dedica, struggente, a Mattia Giani); quindi Dybala, con uno di quei sinistri a giro che strappano dal sofà, complice l’azione di Lukaku, un carro armato che, trascinandosi lo stopper appeso ai cingoli, aveva divelto le trincee. L’espulsione di Celik (al 31’) non ha scombussolato i piani: li ha corretti. Lupa famelica, da Abraham a Llorente, i due panchinari, da El Shaarawy a Smalling. Di Svilar rammento parate, non miracoli. La traversa di Loftus-Cheek ha aiutato, che discorsi, ma tra San Siro e l’Olimpico passa la squadra più squadra, capace di sporgersi oltre i propri limiti. Che Ddr ha brillantemente ridotto. E mancava Cristante, la corazza.
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MILAN 4. C’era Tomori, un alibi in meno. E dal 31’, già sotto di due, non c’era più Celik: uno stimolo? Per carità. Il legno di Loftus-Cheek è cornice, non quadro. Un Diavolo povero di nerbo e di alluci, in balia degli eventi, più grigio di una settimana fa, vivo per dovere, con Pioli schiavo e non padrone della notte, delle mosse (Musah subito), di uno spogliatoio che, Europa o non Europa, derby o non derby (lunedì) ha mollato; se non, addirittura, l’ha mollato. La riffa delle punte non ha alzato il livello (anzi), la rete della staffa appartiene a Gabbia, un gregario, e a un episodio. C’era una volta la sinistra al potere: Theo Hernandez, piccoli fuochi; Leao, rari petardi. Ciao scudetto, ciao Champions (sul campo), niente Coppa Italia e niente Europa League: il faccione di Ibra, di un nero burrasca, riassume la stagione più di qualsiasi inviato a Milanello.
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Europa League (quarti, ritorno): Atalanta-Liverpool 0-1 (andata 3-0)

ATALANTA 9. Il rigore di Salah non tragga in inganno. Il voto dribbla lo scarto, smorza la sconfitta, premia la globalità dell’impresa. Clamorosa. Storica. Dea avanti, Liverpool a casa. Era dal 1988 (Coppa delle Coppe, allenatore Mondonico) che Bergamo non si regalava una semifinale europea. Un monumento a Gasp, please. Lo svantaggio-lampo ha esaltato la maturità dei «dentisti». Né fifa né ansia: ventre a terra e pedalare. Ritmi forsennati, e un pressing non meno feroce: cavoli amari, per i Reds, avvicinarsi a Musso. L’abbraccio fra Gasperini e Klopp ha suggellato l’ordalia nella maniera più degna. Va, la memoria, allo sventurato Andrea (Agnelli): «Rispetto l’Atalanta, ma è giusto che sia in Champions?». Era il marzo del 2020: però.

Conference League (quarti, ritorno): Fiorentina-Viktoria Plzen 2-0 dts (andata 0-0)

FIORENTINA 6. Una tappa pianeggiante e ventosa che diventa, a furia di «forare» occasioni, un tappone alpino. Certo, la iella era in vena: palo di Belotti, traversa di Kouamé (e, agli sgoccioli, legno-tris di Martinez Quarta). Senza trascurare i riflessi e i balzi di Jedlicka. La trama, l’ha orientata il rosso «varista» a Cadu (67’). Vi raccomando il muro dei cechi: già alto e spesso in parità numerica, figuratevi dopo. Per un tempo, Viola pimpante. Poi, macchinosa e arruffona. Dai cambi, Italiano ha ricavato un po’ di benzina. Da Nico Gonzalez in mischia e da Biraghi in contropiede i gol che, nei supplementari, hanno evitato la lotteria dei rigori. Morale: previsioni onorate, ma troppa fatica.
=== Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini http://www.beckisback.it. ===
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