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Nazionale: ci ri-siamo. Ma la vera impresa sarebbe non qualificarsi

Roberto Beccantini

Pubblicato 17/11/2023 alle 12:12 GMT+1

QUALIFICAZIONI EUROPEI - Dal momento che passano le prime due, e rimane il paracadute del playoff, fallire ancora una qualificazione sarebbe da repubblica delle banane. Non siamo né giganti né nani. Semplicemente, dovremo fare quattro punti tra Macedonia del Nord e Ucraina. Con tutto il rispetto.

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Ci ri-siamo. Ore 20,45 di venerdì 17 (alla faccia della scaramanzia), Italia-Macedonia del Nord a Roma. Ore 20,45 di lunedì 20, Ucraina-Italia sul neutro di Leverkusen. Sono le ultime partite. Dopodiché, o Europei subito o spareggio. In classifica, con gli inglesi a quota 16 e già qualificati, gli ucraini hanno 13 punti e una partita in più, noi 10, i macedoni 7. Corsi e ricorsi, rimpianti e rimorsi. A scanso di equivoci: la vera, autentica impresa sarebbe non andarci, in Germania. Nel ranking Fifa gli azzurri occupano il 9° posto. Gli ex dell’impero sovietico, il 22°. Gli ex della Jugo, il 66°. La Macedonia del Nord - storia vecchia, cronaca dolorosa - ci costò il secondo Mondiale consecutivo sul campo. L’edizione qatariota del 2022. Commissario tecnico, Roberto Mancini. Era il 24 marzo del 2022, si giocava a Palermo. Barbera, lo stadio, e champagne (in ghiaccio). Invece: Barbera e Aleksandar Trajkovski, 0-1.
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La delusione di Giorgio Chiellini, Italia-Macedonia del Nord, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Ed era il 9 settembre 2023 quando, a Skopje, Luciano Spalletti inaugurò il suo mandato. Proprio bene, a essere schietti, non andò: 1-1, dal tap-in di Ciro Immobile, il capitano, alla punizione di Enis Bardhi. Poi abbiamo battuto l’Ucraina a San Siro per 2-1 e Malta a Bari per 4-0. Sino alla sconfitta di Wembley, il 17 ottobre, schiacciati dall’energia onnivora di Jude Bellingham. Gli impegni in agenda sono compressi fra i tricche-tracche napoletani (esonero di Rudi Garcia, ritorno di Walter Mazzarri), l’ennesimo sbuffo di scommesse (Alessandro Florenzi) e il «derbone» Juventus-Inter di domenica 26 novembre.
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E’ probabile che con la Macedonia tocchi a una squadra, e con gli ucraini a un’altra. Massima attenzione, massima tensione. Scrivere che errare è umano e perseverare diabolico, sembra il compitino che la maestra assegna agli scolari per metterli sul chi va là senza stressarli troppo. Il pronostico è orientato, specialmente nel primo caso, e ci mancherebbe pure che così non fosse. In cabina di regia è stato richiamato Jorginho. In attacco dovrebbe «debuttare» Federico Chiesa. Non solo: Gianluca Scamacca ha scalzato Immobile. E c’è sempre Giacomo Raspadori, mai dimenticarlo. La conferma dell’altro Giacomo, Bonaventura, era doverosa, oltre che opportuna. Il battesimo di Andrea Colpani, frizzante mancino del Monza, appartiene al controllo del «territorio» che un selezionatore non può non coltivare.
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Jorginho, Italia-Inghilterra, Nations League 2022/23

Credit Foto Getty Images

Il problema è l’attacco. Siamo a caccia di un centravanti che agiti e rinfreschi l’età dell’oro. Nell’arco di quattro gare, l’Italia spallettiana ha prodotto 8 reti: ma solo due con i «nove» di ruolo (Immobile in Macedonia, Scamacca a Londra). Le altre provengono dalle ali (Domenico Berardi, 2) e dal centrocampo (Davide Frattesi, 3; Bonaventura, 1). Come ammoniva Deng Xiaoping, non importa il colore del gatto, a patto che acchiappi i topi. E’ però curioso che Frattesi, cannoniere del ct, sia riserva nell’arsenale interista di Simone Inzaghi.
Offrimmo un bel calcio al Meazza e per un tempo nella tana di Albione. Un antico motto Maori, trasformato dagli «All Blacks» in una sorta di mantra ancestrale, recita: «Punta alla nuvola più alta, così, se la manchi, raggiungerai una montagna maestosa». E’ ciò che il mister chiede, pescando nella retorica dell’archivio. Sul piano tattico, in compenso, lo schema (4-3-3?) è un guscio che va riempito di idee, di coraggio: vuoto, non garantisce né l’immunità né l’immortalità. Il clamoroso precedente del Mancio e i triboli legati all’esordio del successore sono riusciti a rendere spasmodica persino questa vigilia. Ripeto: dal momento che passano le prime due, e rimane il paracadute del playoff, fallire ancora sarebbe da repubblica delle banane. Non siamo né giganti né nani. Semplicemente, dovremo fare quattro punti tra macedoni e ucraini. Con tutto il rispetto.
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