Muntari e Ghezzal

Uno viene sostituto dopo trenta minuti di gioco, l'altro segna il gol del momentaneo pareggio contro il Milan: Sulley Muntari e Kader Ghezzal rappresentano i due volti antitetici dei giocatori muslmani impegnati in questo periodo nell'osservanza del Ramadan. Il centrocampista dell'Inter si è visto punzecchiato da José Mourinho dopo una prima mezz'ora opaca contro il Bari nel debutto a San Siro ("Era in evidente difficoltà - ha spiegato il Mou - è il mese del Ramadan è ciò ha influito sulla sua prestazione e per questo ho deciso di sostituirlo") ma associare il mese di digiuno a prestazioni sottotono dei calciatori non è necessariamente assiomatico, soprattutto se, in qualche modo, si cerca di "aggirare" il divieto di bere e mangiare dall'alba al tramonto.

"Ho sempre osservato il Ramadan - ha dichiarato Ghezzal - anche se ho dovuto modificare le mie abitudini per motivi di salute dal primo anno in cui sono professionista. Ero a Crotone, e dopo due settimane mi sono sentito male, e ho deciso di interrompere. Ma è una questione di costituzione fisica: io sono un giocatore che non si risparmia su niente, ma Houssine Kharja, mio compagno l'anno scorso a Siena, riesce invece a osservarlo per intero, tranne il giorno della partita".

Nel '99 invece fu Neqrouz a uscire allo scoperto. ''Si tratta del periodo più importante dell' anno - aveva spiegato l'ex-giocatore del Bari - dalle 5 del mattino fino alle 5 del pomeriggio ci si astiene dal mangiare e dal bere. Mi fa piacere, lo faccio volentieri perché è il volere di Dio; il Ramadan mi dà la carica, ci insegna a saper soffrire e a comprendere meglio la gente che soffre. Noi siamo felici durante questo periodo".

Nella Serie A di oggi a osservare il Ramadan ci sono anche il centrocampista della Juventus, Mohammed Sissoko, e quello della Lazio, Modibo Diakité.