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Da Borriello e Milito a Pavoletti, i grandi bomber forgiati da Gasperini

Alessandro Brunetti

Aggiornato 20/01/2016 alle 08:32 GMT+1

L'attaccante livornese è solamente l'ultimo capolavoro del tecnico piemontese, da sempre abile nel lanciare/rilanciare grandi attaccanti

Leonardo Pavoletti con la maglia del Genoa 2015/16

Credit Foto LaPresse

Sarà l’aria di Genova, il porto, il mare, il pesto o più semplicemente Zena. Leonardo Pavoletti è solamente l’ultimo Re del Grifone, l’ultima scommessa vinta dal presidente Preziosi, l’ultimo attaccante forgiato, o rinato, sotto l’abile cura di quel Gian Piero Gasperini abile e instancabile educatore di nuovi bomber. Già, perché l’esplosione dell’attaccante livornese in questa stagione è solamente l’ultimo esempio di grandi attaccanti esplosi in rossoblù sotto la guida tecnica dell’allenatore piemontese. E non possono certo essere tutti dei casi. No.
Dietro c’è un lavoro preciso, di un tecnico che ama il gioco offensivo, capace di esaltare le doti realizzative di chi in altri lidi non aveva mai potuto esprimere tutto il proprio enorme potenziale, o aveva solamente smarrito la retta via al gol. Questione di feeling, di fiducia, a volte. Basta poco. Una scintilla.

Marco Borriello

E’ uno degli attaccanti più girovaghi del nostro Paese. Ma la sua prima vera stagione da protagonista, che gli varrà poi anche il ritorno in pianta stabile nel Milan di Leonardo, è quella del 2007/08 agli ordini proprio di Gasperini che sfrutta appieno le potenzialità di questo bomber d’area per il suo ormai marchio di fabbrica: un 3-4-3 che esalta il bomber napoletano capace di terminare l’annata col bottino di 19 gol, e 7 assist, in 35 partite. Borriello è il primo capolavoro del Gasperini genoano.
Borriello al Genoa

Diego Milito

El Principe, prima di fare le fortune dell’Inter di Mourinho, strabiliò gli occhi di milioni di tifosi italiani proprio con la maglia del Genoa. Carriera costellata d’infortuni quella dell’attaccante argentino, arrivato in rossoblù in Serie B nel gennaio 2004 ma già capace di realizzare valanghe di gol: poi il fallimento, l’esperienza spagnola al Saragoza, la retrocessione e il ritorno in rossoblù appunto. Tanti dubbi sulle sue ginocchia, che Diego spazza via nella stagione 2008/09 segnando 24 gol in 31 partite (più 8 assist e 2 gol in un solo match di Coppa Italia).
Milito al Genoa

M’Baye Niang

Famoso più che altro per le sue acconciature e le sue bravate in macchina, il giovane talento francese sembra destinato a un’altra stagione da incompiuto. E, anche se rispetto ai suoi altri colleghi presenti non è propriamente una prima punta, merita sicuramente una citazione, perché anche lui deve molto alla “cura” Gasperini. A Genova, dove sbarca in prestito solo a fine gennaio 2015, il baby transalpino finalmente sboccia, risultando una freccia micidiale nell’arciere del Grifone. Prestazioni importanti (5 gol e 3 assist in 14 partite) convincono Galliani a tenerselo stretto a Milanello.
Niang Empoli Genoa 2015 LaPresse

Leonardo Pavoletti

E arriviamo a Pavoloso”, ultima scommessa stravinta da Gasperini. Prelevato dal Sassuolo (1 gol in 9 apparizioni) nel gennaio dell’anno scorso, il bomber livornese interpreta alla perfezione l’attaccante ideale per il gioco dell’allenatore rossoblù. Forte fisicamente, abile nelle sponde, ma soprattutto affamato e capace di esaltare e convertire in gol l'enorme mole di gioco offensivo prodotta degli esterni d’attacco. Nella prima metà della sua nuova vita genovese, "Pavoloso” realizza 6 gol in 10 partite, mentre nella stagione attuale – che per ora non è stata certamente esaltante per il Grifone – Leo ha già timbrato il cartellino 8 volte in 12 partite. Insomma Genova con vista Francia per giugno, perché ora sognare non è certo proibito. Anzi. Soprattutto a guidarti hai un talismano chiamata Gasperini.

Alessandro Matri

L’attaccante lombardo merita sicuramente una citazione. Perché se è vero che Gasperini non è né il suo scopritore né il suo mentore, Matri rappresenta l’ennesima conferma di come il tecnico piemontese sappia valorizzare al massimo le prime punte che la società gli mette a disposizione. Anche se sono punte etichettate come finite, bollite o sconosciute da molti addetti ai lavori. Matri sbarca a Genova nell’estate del 2014, dopo la fallimentare stagione al Milan prima e alla Fiorentina poi, e si ritrova. Come per magia. Segna 7 gol (e 7 assist) in 16 partite e a gennaio si guadagna la chiamata del suo vecchio maestro Allegri che lo riporta alla Juventus dove sarà comunque fondamentale per la conquista della Coppa Italia.
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