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Da 0 a 10, il Pagellone dell'undicesima giornata di Serie A

Paolo Pegoraro

Aggiornato 31/10/2017 alle 08:00 GMT+1

Dalla doppietta del Pipita a San Siro al Benevento intruso nella massima serie passando per le gioie di Lazio e Samp e l'impotenza del Diavolo: riviviamo il weekend del campionato italiano.

Hakan Cahlanoglu frustration, Milan, Imago

Credit Foto Imago

Voto 10… Alla Higuain supremacy

Semplicemente devastante. Gonzalo Higuain ha rubato la scena a San Siro con due prodezze da fuoriclasse assoluto, letali per un Milan che covava sogni di gloria. Costruzione stilosa, definizione letale: i due “destri” che hanno stesso Donnarumma e il Milan sono un concentrato di tecnica, potenza e spietatezza. Questo è il miglior Higuain, questo è l’attaccante più forte degli ultimi campionati: quando si esprime così non ce n’è per nessuno, bellezze.

Voto 9… Al sinistro da artista di El Shaarawy

Nella Roma che raccoglie il quarto successo per 1-0 in questo campionato (un record in questa Serie A!) brilla la stella di Stephan El Shaarawy, capace di risolvere la scorbutica pratica Bologna con un sinistro da cineteca, interno sinistro al volo in corsa su corner a spiovere dalla destra di Pellegrini. Gesto da riammirare a rotazione continua, perché per tenere quella palla bassa e colpirla “piena” serviva un gesto perfetto e al contempo elegante, proprio come quelli che campeggiano nel repertorio del “Faraone”.

Voto 8... Al record storico dell'Inter

Senza incantare l'Inter passa a Verona e festeggia il primo gol nerazzurro di Borja Valero (che non trovava la via della rete da febbraio), un acquisto sottovalutato ma funzionale al nuovo progetto. Per gli uomini di Spalletti è record nell'era dei tre punti: 29 in 11 partite. Niente male.

Voto 7… Al fattore Marassi e a un Torreira incontenibile

Cinque su cinque, l’en plein è servito: la Sampdoria di mister Giampaolo ha inanellato cinque successi in casa nelle prime cinque gare giocate a Marassi; non succedeva dall’anno dello scudetto! Man of the Match uno strabordante Torreira, che con due prodezze balistiche da copertina ha tramortito un inerme Chievo. Blucerchiati al sesto posto a quota 20 punti con una partita da recuperare, Torreira nel taccuino dei direttori sportivi di mezzo mondo.

Voto 6… Come le vittorie della Lazio di Re Ciro

Sei vittorie consecutive, roba da scudetto o giù di lì. La Lazio di Simone Inzaghi sembra procedere col pilota automatico e al momento non conosce ostacoli. Non poteva esserlo il disastrato Benevento: ci ha pensato Ciro Immobile a ipotecare il successo e scongiurare il pericolo “trappolone” con un gol d’autore e due assist serviti ai compagni. Lassù in cima alla classifica dei cannonieri c’è solo lui.

Voto 5… Alla nostalgia di casa della Dea

Lo scorso anno aveva in parte costruito il suo quarto posto grazie a un ineccepibile rendimento fuori casa (9 vittorie in trasferta), quest’anno l’Atalanta di Gasperini balbetta lontano dallo Stadio Atleti Azzurri d’Italia. La Dea è ancora a secco di vittorie e ha raccolto solo due punti in cinque trasferte: ruolino di marcia poco edificante seppur contraddistinto da diversi episodi non proprio fortunati per i nerazzurri. Ora sotto con l’Europa: rifacendosi lontano da casa si può archiviare la storica qualificazione alle fasi a eliminazione diretta.

Voto 4... All'errore di Handanovic

L'evento è talmente eccezionale da non poter passare inosservato. Samir Handanovic regala un rigore al Verona e mette i brividi all'Inter in uno dei pochi svarioni della sua carriera nerazzurra. Di solito è il salvatore della patria, questa volta sbaglia. Testa bassa e pedalare.

Voto 3… A un Milan fragile e dimezzato

Così non va. Come già successo contro la Roma, il Milan dopo aver subito due schiaffoni non ha più saputo rialzarsi nel giardino di casa contro la Juventus. Al momento la compagine di Vincenzo Montella non è né carne né pesce e senza sacrificio e identità di strada se ne fa poca. Tutto questo al netto delle idiosincrasie del mercato estivo. L’emblema della resa rossonera è la prestazione di Lucas Biglia, troppo orrenda per essere vera. Questa non è (ancora) una squadra e per il tecnico campano gli alibi sono finiti.

Voto 2... Alla competitività della Serie A a 20 squadre

La differenza tra il blocco Napoli, Inter, Juventus, Lazio, Roma e le altre è imbarazzante. Su 54 partite giocate finora (alla Roma manca il recupero di Marassi con la Sampdoria), le prime cinque della classifica ne hanno vinte 45. Senza scontri diretti sono stati persi solo 6 punti su 162. Insomma, il campionato si deciderà negli scontri diretti e si era capito da tempo, come del resto la mancanza di competitività di un torneo a 20 squadre ormai acclarata.

Voto 1… All’incredibile svarione di Sensi

Grave, gravissimo l’errore di Stefano Sensi che spiana la strada ad Allan e, di fatto, a un Napoli capace di regolare il Sassuolo e consolidare il primato pur sudando più del dovuto. Il gioiellino neroverde si addormenta al limite della propria area di rigore senza fare i conti con il borseggiatore di palloni napoletano. Frittata fatta e 1-0 servito al San Paolo. L’ex Cesena avrà modo di rifarsi, un bel bagno d’umiltà non gli farà male.
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Pairetto, Sensi, Insigne, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Voto 0… A un Benevento formato intruso in Serie A

Undici partite, altrettante sconfitte, quattro gol all’attivo a fronte di 29 al passivo: sono i numeri dell’inquietante avvio di campionato del Benevento, matricola di Serie A non all’altezza dell’illustre palcoscenico. La sensazione è che domenica ci fosse più di una categoria di differenza con la famelica e rodata Lazio di Simone Inzaghi. La salvezza è già una chimera per le Streghe, ma ora è tempo di rimboccarsi le maniche e alzare l’asticella: AAA dignità cercasi.
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