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La lezione di Juventus-Napoli: non si può sempre scherzare col fuoco

Roberto Beccantini

Aggiornato 23/04/2018 alle 10:25 GMT+2

Altro che spirito del Bernabeu. La Juventus si è messa a catenaccio e ha atteso il Napoli come si aspetta un treno: nella speranza, paradossale, che non arrivasse mai. Gioca sempre così o quasi, Allegri, contro Sarri: di muro e contropiede. E dal momento che spesso l’ha sfangata, abbiamo sciolto serenate al suo illuminato pragmatismo.

Sami Khedira Kalidou Koulibaly Juventus Napoli 2018

Credit Foto LaPresse

E adesso cambia tutto, fatturati e cicli saltano per aria come petardi di fine anno (o fine dittatura?). Il mio pronostico era 1-1. Ha vinto il Napoli con pieno merito. Non si può sempre scherzare con il fuoco. Prima o poi ci si brucia. E Zaza una volta, e Higuain l’altra, e il Pipita l’altra ancora. Fino alla capocciata di Koulibaly. Resta un punto; rimane, soprattutto, un calendario che bacia l’opposizione, non il governo.
Altro che spirito del Bernabeu. La Juventus si è messa a catenaccio e ha atteso il Napoli come si aspetta un treno: nella speranza, paradossale, che non arrivasse mai. Gioca sempre così o quasi, Allegri, contro Sarri: di muro e contropiede. E dal momento che spesso l’ha sfangata, abbiamo sciolto serenate al suo illuminato pragmatismo. Pure io, sia chiaro. L’infortunio di Chiellini gli ha tolto uno scudo, d’accordo, ma i tenori erano troppo preoccupati di rispettare le consegne (Douglas Costa, Dybala) o, come Higuain, troppo abbandonati da coloro che erano preoccupati. Per tacere del centrocampo, soffocato dal pressing dei dirimpettai, lento in Khedira, confuso in Matuidi, scolastico in Pjanic.
E così il Napoli ha rischiato solo una volta, su punizione di Pjanic deviata dallabarriera (palo). Non che abbia prodotto molto, ma ha creato sicuramente di più: tanto che se chiedete in giro il migliore della Juventus, molti vi risponderanno Buffon. Di solito, le partite brutte, noiose ed equilibrate le vince la Juventus. L’ha vinta il Napoli, un Napoli monotono nel suo torello ma sempre sul pezzo, al netto del fumo che gli ha fornito il tridente leggero. L’arrosto, quello, l’hanno garantito la difesa, Hamsik, Jorginho. E Koulibaly: monumentale. Le panchine non hanno offerto nulla di speciale, anche se l’ingresso di Milik, l’arma in più della "mia" vigilia, può aver contribuito a creare confusione in Benatia sul corner della svolta. Piuttosto, si apre ufficialmente il caso Dybala: non c’era a Madrid, quando la Juventus fece un partitone, e non c’è stato anche se c’era, ieri sera, nello snodo-chiave del campionato. Tutta colpa del mister?
Nell’arco di una settimana la Juventus è passata da un obeso più nove a uno scheletrico più uno. La perdita di Chiellini, l’Inter e la Roma in trasferta ne complicano, e non di poco, i piani. Il Napoli, fuori, ha impegni non altrettanto scabrosi (Fiorentina, Sampdoria). Allegri aveva osato Howedes, prima terzino e poi centrale, puntava al mordi e fuggi che costituisce un po’ il suo distintivo, ma il confine tra essere combattuto o combattivo ha inghiottito tutti, allenatore e giocatori. Zero idee e zero tiri su azione. Ecco qua il grande merito del Napoli. Aver disarmato i campioni nel loro fortino. E averli colpiti quando, di solito, erano loro a colpire. Bisogna sognare, sempre.
Il mio borsino scudetto si rovescia: Juventus 45%, Napoli 55%. Siete d’accordo?
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