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Nikola Kalinic, lo 'snobbato' che risolverebbe (e forse risolverà) i problemi del Milan

Simone Eterno

Pubblicato 07/08/2017 alle 15:28 GMT+2

Belotti, Aubameyang, Costa e Ibrahimovich. Nikola Kalinic è finito in mezzo a una lista che l'ha irrimediabilmente messo in secondo piano. Ma alla fine, il più snobbato della lista mercato rossonera, oltre che il più plausibile, ha tutte le carte in regola per essere il profilo giusto da regalare a Montella.

Nikola Kalinic

Credit Foto Getty Images

Si dice che il quarto potere, quello degli organi di pubblica informazione, sia il cardine fondamentale su cui si basa – o si dovrebbe basare – una sana democrazia. Non sfugge a questo concetto nemmeno l’informazione sportiva, che nella democrazia (più o meno...) di un’estate di calciomercato, si è prodotta in titoli e grandi nomi per l’attacco rossonero, ‘svalutando’ – più o meno volontariamente – il nome in realtà più plausibile di tutti: Nikola Kalinic.
In principio fu Andrea Belotti, poi Pierre-Emerick Aubameyang passando per le ipotesi Diego Costa e terminando con l’ultima suggestione, Zlatan Ibrahimovich. Obiettivi tutti più o meno reali e su cui il Milan ha certamente sondato il terreno, ma alla fine sfumati per traversie varie. Dall’eccessivamente elevata richiesta economica di Cairo per il cartellino del Gallo all’Aubameyang prima sedotto e poi abbandonato dal PSG e successivamente auto-blindatosi in casa Borussia; dai 6 mesi di prestito per Costa con Milano come scalo intermedio tra Londra e Madrid a un Ibrahimovich attulamente senza squadra ma con i legamenti delle ginocchia tutti da testare. Ipotesi suggestive o romantiche. Certamente nomi di grande richiamo. E forse, proprio per questo, Nikola Kalinic è passato in secondo piano.
Eppure il croato della Fiorentina resta un profilo atlamente compatibile con l’identikit richiesto da Montella – molto più di alcuni nomi della lista sopra ad esempio – ma soprattutto professionista serio e concreto, capace di segnare così come di lavorare per la squadra, intelligente nei movimenti e senza dubbio più che discreto finalizzatore in carriera. Nella tutto sommato mediocre stagione della Fiorentina dello scorso anno Kalinic ha timbrato il cartellino 20 volte tra campionato e coppa, così come 16 e 19 ne aveva messi a segno nelle due stagioni precedenti.
Certo, se il termine di paragone è quello con i grandissimi attaccanti qualcuno potrebbe strizzare il naso, ma a 29 anni il grado di maturità di Kalinic è completo e il salto di categoria in una squadra dalle rinnovate ambizioni di gloria sembra un’ulteriore ragione di compatibilità tra il croato e i rossoneri. In fondo Kalinic ha dimostrato di saper fare tutto – in termini di attaccante centrale – e di saperlo fare molto bene; e anche in un’estate fin qui complicata e da mezzo separato in casa, è stato impeccabile ogni qualvolta chiamato in causa da Pioli con la Fiorentina (domenica, ad esempio, con un gol e un assist in quel di Wolfsburg).
Il più grande freno di Kalinic in rossonero sembra dunque quello di esser finito suo malgrado in mezzo a una lista di nomi più altisonanti e certamente che godono di miglior stampa, in una conferma – ennesima – dell’importanza del quarto potere anche in questioni più ‘frivole’ come può essere il pallone; in uno status di costante ‘Piano B’ che sulla carta continua a palesarsi per Kalinic come tale, ma che alla fine molto probabilmente è controproducente per tutti: dal Milan, che di ‘un Kalinic’ ha più che mai bisogno; ai tifosi, che continuano a sognare assegni milionari, ma che in fondo il profilo giusto potrebbelo averlo già davanti agli occhi.
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