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Le 5 cose che abbiamo capito dalla prima conferenza di Marco Giampaolo al Milan

Marco Castro

Aggiornato 09/07/2019 alle 10:48 GMT+2

Idee chiare e "testa alta" per Marco Giampaolo alla prima conferenza stampa da allenatore del Milan: dal progetto alla mentalità, dal modulo ai giocatori, senza dimenticare l'esperienza personale: i punti salienti toccati dall'ex tecnico della Sampdoria.

Marco Giampaolo

Credit Foto Getty Images

1. Filosofia, il Milan di Giampaolo dovrà avere personalità

“Testa alta e giocare a calcio”. Una risposta secca e spontanea a chi gli ha chiesto di trovare un motto per il nuovo corso rossonero. Uno slogan antitetico a quello lanciato da Antonio Conte nella sua conferenza, dove il neo allenatore dell’Inter ha proposto il “testa bassa e pedalare”. Il Milan che vuole Giampaolo dovrà portare la palla e non subire il gioco avversario, sfidando anche le squadre più quotate con personalità in fase di costruzione. Di più: “fare risultato” proponendo un calcio apprezzabile, il cosiddetto “bel gioco”. Un obiettivo che passa per forza dalla qualità degli interpreti, che per quanto riguarda gli uomini già presenti in rosa Giampaolo ha detto di gradire.

2. Un allenatore maturo per una grande

A 52 anni da compiere ad agosto e dopo 19 passati in panchina prima da vice e poi da allenatore capo, Marco Giampaolo si prende una panchina “pesante”. Che non è un premio alla carriera di uno che ha fatto la gavetta, ma la realtà ideale (all’età giusta) per alzare la sua asticella personale e dimostrare di poter fare la differenza anche lottando per obiettivi a lui inediti. In conferenza stampa ha dimostrato di avere le idee chiare e, pur senza proclami esagerati, la consapevolezza di avere una grande responsabilità da portare avanti, in linea col pensiero di una società che ripone grande fiducia in lui. “Niente paura” ha ripetuto più volte Giampaolo, ed è già un buon inizio.
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Marco Giampaolo è il nuovo allenatore del Milan

Credit Foto Getty Images

3. Passo dopo passo per creare la giusta mentalità

Una strada lunga e non certo in discesa quella del nuovo Milan, con la dirigenza e Giampaolo ben consapevoli che l’ambiziosità del progetto deve procedere per gradi. “Il mio primo pensiero è domani – ha detto il nuovo allenatore - vedere i giocatori uno a uno. Il percorso è lungo ed è giusto fare un passo alla volta per determinare la visione finale”. Insomma, creare l’affiatamento tra i giocatori, trasmettere loro la mentalità giusta nella quotidianità e, con l’aiuto di Maldini e Boban, il senso di appartenenza a un club che vuole ritornare ai fasti del passato dopo troppi anni difficili. Giocatori fidelizzati, ma non per forza. Che lo facciano perchè credono nel progetto, con l’ambizione di scrivere pagine importanti in questo club. Perchè sarà anche a lungo termine, ma il tiro rimane alto. Per credere, citofonare al mai banale Boban: "Questa proprietà è più ambiziosa di quello che tutti pensano, altrimenti non sarei qui".

4. Dai giocatori al modulo e non viceversa

“Non partirò dal modulo ma dalle caratteristiche dei giocatori”. Per quanto riguarda lo schieramento tattico, l’unica certezza del nuovo Milan di Giampaolo sarà la difesa a quattro. Poi, che sia il 4-3-1-2, modulo preferito dall’ex allenatore della Sampdoria e che rimane la soluzione più probabile, o qualcosa di diverso si vedrà. Citando Suso come esempio: “È un giocatore ti fa vincere le partite, al di là del modulo...”. Di certo ci dovrà essere un processo conoscitivo dei giocatori. La sensazione che è il nuovo allenatore non voglia snaturare le certezze della rosa a disposizione, limitando gli esperimenti troppo fantasiosi. Da un lato inserendo nel gruppo i nuovi acquisti (a proposito, è arrivata l’ufficialità di Krunic), dall’altro coinvolgendo i giovani della Primavera.

5. Giampaolo e Maldini, lodi a Donnarumma

Chiamato a rispondere sulla titolarità del numero 99 nella prossima stagione, Giampaolo non ha risparmiato al portiere lodi importanti: “Chiedo pochissime maglie ai giocatori, ma con lui l’ho fatto, è fortissimo”. Inutile dire che se fosse per il nuovo allenatore, Donnarumma sarebbe uno dei punti cardine su cui costruire la squadra del futuro anche se Giampaolo non ha voluto entrare fin qui in questioni legate a una potenziale cessione. Gli è venuto in soccorso Maldini, che ha parlato della permanenza in rossonero del classe ’99 come una priorità. Insomma, Gigio continua ad avere mercato (nonostante il PSG si sia fatto silente sulla questione) ma allenatore e dirigenza sembrano allineati nel cercare di trattenerlo a meno di offerte da capogiro.
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