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Juventus, ennesimo blackout in difesa contro il Sassuolo. E su Twitter spopola l'hashtag #SarriOut

Lorenzo Rigamonti

Aggiornato 16/07/2020 alle 13:54 GMT+2

Tra blackout improvvisi e una gestione pressochè impossibile della fatica, i bianconeri sono chiamati a troncare le speranze di rimonta dell'Atalanta in classifica. La salute della difesa preoccupa molto di più che l'intensificarsi del trend descritto dall'hashtag #SarriOut subito dopo il sofferto pareggio contro il Sassuolo.

Sassuolo Juventus

Credit Foto Getty Images

È una Juve martoriata e insoddisfatta quella che ha abbandonato il Mapei Stadium di ieri. Una partita di alti e bassi, un morso troppo debole ad un campionato che rimane aperto per via della matematica e delle incostanti prestazioni dei bianconeri. Alle spalle degli uomini di Sarri c’è un treno che procede spedito, quello dell’Atalanta di Gasperini; Ronaldo e compagni erano riusciti a frenarlo nella partita precedente con la forza della disperazione, contando i secondi e le poche energie residue. Ma il dominio dei bergamaschi si è notato durante tutta la gara, e la stessa sinfonia si è ripresentata a tratti nella partita di questo mercoledì a Sassuolo. Una Juventus dal respiro corto e dalla panchina corta, orfana di una sicurezza difensiva che fino a 4 partite fa era data per assodata tra le fila bianconere.
Prima della pausa la Juventus vantava la migliore difesa del campionato in termini di gol subiti, ma l’aumento di frequenza delle partite nell’era post-Covid ha sicuramente giocato un brutto scherzo agli uomini di Sarri: dopo non aver concesso alcun gol nelle prime due partite successive alla pausa, il rendimento difensivo ha subito prima una leggera inflessione, poi un crollo fragoroso nella partita contro il Milan. Sono 9 i gol concessi dai bianconeri nelle ultime 3 partite - non subivano 9 gol in 3 partite consecutive di serie A dal campionato 1961-62 (Inter-Juventus 2-2, Juventus-Bologna 2-3, Juventus-Milan 2-4) - che hanno pure perso il primato difensivo in favore dell’Inter: i nerazzurri guidano la classifica con soli 34 gol subiti, mentre la Juve, a causa della debacle difensiva di ieri, è salita a 35. E 35 gol subiti è un dato che non si concretizzava dall'ultima stagione senza scudetto.
  • I gol subiti dalla Juventus nelle ultime 10 stagioni
STAGIONEALLENATOREGOL SUBITIPOSIZIONAMENTO IN CLASSIFICA
2019/2020Sarri35*1°*
2018/2019Allegri30
2017/2018Allegri24
2016/2017Allegri27
2015/2016Allegri20
2014/2015Allegri24
2013/2014Conte23
2012/2013Conte24
2011/2012Conte20
2010/2011Delneri47
*Valore provvisorio
L’emergenza difensiva ha colpito la Juve proprio nel momento meno opportuno, e ora c’è da chiedersi quali siano le cause di questo affondo e se valga la pena di preoccuparsi.

Blackout Juve: perchè non preoccuparsi troppo

La prima ragione che porta a minimizzare le recenti fatiche del fronte difensivo juventino è di natura situazionale: se Sarri si guardasse intorno, scoprirebbe che le squadre considerate pretendenti allo Scudetto prima della pausa (Inter e Lazio) stanno attraversando momenti di appannamento difensivo. È una costante delle big italiane uscenti dal lockdown, un fenomeno che si caratterizza secondo due dinamiche precise.
  • Le squadre non sono capaci di gestire il vantaggio o di congelare la partita, e soccombono per colpa di distrazioni estemporanee o, al contrario, a causa del forcing testardo degli avversari. A tal proposito ricordiamo che l’Inter di Conte non aveva mai perso così tanti punti da situazione di vantaggio (20) negli ultimi 10 anni, e l’ultimo Verona-Inter (2-2) lo ha dimostrato ancora una volta. Ma anche la Lazio di Inzaghi non ha saputo amministrare situazioni di vantaggio contro squadre ben al di sotto del proprio livello tecnico: al ritorno dalla pausa, i biancocelesti sono stati rimontati dal Sassuolo e dal Lecce.
  • Le squadre sono suscettibili a momenti di blackout totale: la linea difensiva collassa di colpo, cedendo più gol nel giro di una decina di minuti. Lazio-Milan ha visto i biancocelesti arrendersi nel giro di 11’ sotto i colpi di Çalhanoğlu e Ibrahimovic, mentre i nerazzurri hanno perso 3 punti contro il Bologna nel giro di 6 minuti folli. Ancora più dura la lezione che il Milan ha impartito ai bianconeri: 3 gol (Ibra-Kessie-Leao) in soli 5’ e partita ribaltata.
Seguendo questo filo logico, Sarri non potrebbe intervenire più di tanto: è una trama comune alle squadre d’alta classifica, e il suo gruppo non può far altro che imbracciare questa sofferenza e lottare partita dopo partita per evitare altre emorragie. Un’altra attenuante riguarda l’identità degli avversari che la Juve ha affrontato nelle ultime 3 partite: Milan, Atalanta e Sassuolo sono sicuramente tra le compagini più in forma del campionato. E il contesto post-Coronavirus lo conferma: la forma fisica diventa il fattore principale a indirizzare le partite. Dunque, una volta passata la tempesta, per Sarri si dovrebbe aprire una comoda discesa verso lo Scudetto… Vero?
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Sarri: "Alla Juventus manca continuità, siamo passivi ma non è un problema fisico"

Blackout Juve: perchè preoccuparsi molto

I blackout della Juve preoccupano assai se li si analizza al di fuori del trend generale di Inter e Lazio. Perché questo affanno in fase arretrata nasconde dei tratti unici alla banda di Sarri, visibili ancor prima della ripresa di giugno. La Juve di quest’anno ha dimostrato più volte di soffrire contro qualsiasi squadra che fosse disposta (o avesse le risorse sufficienti) ad alzare il ritmo di gioco, puntare spavaldamente l’area juventina e applicare una buona dose di pressing.
Le partite contro la Lazio, il Napoli, il Verona lo hanno dimostrato. Ed è capitato ancora dopo la pausa contro Atalanta e Sassuolo, due squadre tutt’altro che timide in fase offensiva. Se si pone pressione alla difesa della Juve, questa prima o poi cede. E si tratta di un assetto diametralmente opposto a quello della Juve di Allegri, che quando serviva amava arroccarsi nella propria metacampo togliendo il fiato agli avversari grazie alla propria resilienza. Ed è forse proprio questo il problema della Juve post-Coronavirus: il suo margine di sopportazione al dolore si è ristretto ancora di più, e tutto sfocia in blackout improvvisi.
Il Sassuolo di ieri è l’immagine perfetta della squadra che turba i sonni di Sarri: uno stormo continuo di manovre offensive avvolgenti, che la Juve di oggi non può controbattere né chiudendosi in difesa né rilanciandosi in attacco. Le statistiche Opta parlano chiaro: sono state 7 le parate di Wojciech Szczesny contro il Sassuolo; l’ultimo portiere della Juventus a farne di più in Serie A è stato Buffon contro il Milan nel marzo 2014. E per dare un’idea dell’intensità espressa dal Sassuolo, Opta afferma questo: la Juventus ha concesso 16 conclusioni nel primo tempo contro il Sassuolo; i bianconeri non hanno mai fatto peggio in una prima frazione in Serie A dal 2004/05. Una difesa allo sbaraglio dunque, che subisce le fasi della partita anziché governarle.
A questa problematica specifica, Sarri deve aggiungere quella relativa all’organico; la panchina era già corta e questo si sapeva, ma la partita di mercoledì ha maltrattato pressochè qualsiasi difensore a disposizione del tecnico ex Napoli e Chelsea. La spalla di De Ligt comincia a suscitare preoccupazioni tra lo staff bianconero, siccome ad ogni gara l’olandese manifesta evidenti problemi. Bonucci è alle prese con un fastidio al polpaccio e Demiral – convocato al Mapei Stadium – deve ancora riacquistare il ritmo partita in vista dello sprint finale. E come se non bastasse, capitan Chiellini si è fermato di nuovo:
Chiellini? Giorgio sembrava stesse bene, ma stasera ha avuto un problema al polpaccio. Ci aveva detto che ce l’avrebbe fatta a finire la partita. Dobbiamo capire come e quando riuscire a buttarlo dentro al meglio.
Questa la diagnosi di Sarri al termine di Sassuolo-Juventus 3-3.

Contro la Lazio, contro la fatica

Di fronte a questa difficoltà, Sarri sembra mantenere un approccio piuttosto metodico. Servono 9 punti da qui alla fine del campionato, e bisogna concentrarsi su una partita alla volta. Probabilmente il miglior rimedio psicologico per esorcizzare la fatica. Ma sarà abbastanza? La partita di lunedì contro la Lazio (altra squadra in difficoltà) lo dimostrerà. E di fronte ai biancocelesti, Sarri e la Juventus non avranno più scuse per sbagliare.
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