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Beppe Signori: “Ero carne da macello, ho rischiato di morire”

Francesco Balducci

Aggiornato 02/06/2021 alle 10:09 GMT+2

SERIE A – Dopo la grazia ricevuta dal presidente Gravina dopo essere stato assoluto dall’accusa di calcioscommesse del 2011, l’ex attaccante della Lazio si è raccontato al Corriere dello Sport

Beppe Signori, 2011 (foto LaPresse)

Credit Foto LaPresse

La fine di un incubo dopo dieci anni. Beppe Signori dopo essere stati assolto con formula piena dalle accuse di calcioscommesse “perché il reato non sussiste”ha ricevuto la grazia dal presidente della FIGC Gravina, cancellando la radiazione del 2012. Al Corriere dello Sport ha raccontato come ha vissuto questo incubo lungo 10 anni:

I PROBLEMI DI SALUTE

“I danni che ha mi ha procurato questa storia. Cicatrici enormi. Due anni fa mi è partito un trombo dal polpaccio che ha bucato un polmone. Mi sono ritrovato al Sant’Orsola sdraiato, intubato, perché stavo per schiattare. Ovviamente al trombo hanno concorso diversi fattori, però l’inchiesta ha contribuito a debilitarmi, insomma l’ho somatizzata. Le troppe sigarette hanno fatto il resto. Così come mi piaceva scommettere, mi piaceva fumare”.

"ERO CARNE DA MACELLO"

“2011. Non c’era niente. Non c’erano Mondiali, né Europei. Un nome abbastanza noto in Italia e nel mondo che non fosse tesserato, il mio. C’erano tutte le condizioni per trasformarmi da mente, finanziatore e scommettitore nella faccia da mostrare al pubblico. Carne da macello. Io ho acquisito le intercettazioni, il mio nome non esce mai...non ci sono”.

IL MOMENTO DELL'ARRESTO

“Mi sembrava di essere finito dentro un film. Fermato, accompagnato in questura...Mi chiamò mia sorella mentre ero sul Frecciarossa per Bologna e chiese in quale carcere mi avessero portato. Che ca**o stai dicendo? Le dissi. E lei: perché sei stato arrestato? Arrivato a Bologna domandai ai due poliziotti in borghese che mi vennero a prendere cosa stesse accadendo. Mi mostrarono la foto del tg con il lancio “arrestato Beppe Signori per il calcioscomme".

LA FORZA DEGLI AFFETTI

“Ho avuto grandissimi momenti di sconforto, in particolare all’inizio. Non dico che ho pensato a gesti estremi...O meglio, ci ho pensato, ma non ho mai preso in considerazione l’idea di farla finita. C’erano i miei figli, mia moglie, gli amici più stretti che mi sono stati accanto, alcuni dei quali sono venuti a mancare, i miei familiari, mia sorella”.
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