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Covid-19, il ct Mancini: “Fosse per me, aprirei stadi al pubblico oggi”

Stefano Dolci

Aggiornato 29/10/2020 alle 15:00 GMT+1

Roberto Mancini, ct della Nazionale Italiana, torna a parlare dell'emergenza Coronavirus che si sta abbattendo sul calcio e non fa marcia indietro riguardo all'importanza di far tornare il pubblico negli stadi in tempi brevi: "Il Covid ci sta distruggendo. Fosse per me, manderei già da oggi più pubblico negli stadi, i club hanno bisogno dei soldi del botteghini".

Roberto Mancini

Credit Foto Getty Images

Roberto Mancini non è mai stato uno di quegli sportivi ‘politically correct’ che si nascondono sul detto o non detto o hanno paura a dire ciò che pensano anche se andranno incontro a delle polemiche. Nell’intervento a Sport Lab” la maratona di interventi organizzata da Tuttosport e Corriere dello Sport il ct azzurro è tornato a parlare di Coronavirus e del calcio, un argomento che gli è costato non poche polemiche nei giorni passati, prima con un battibecco a distanza con il ministro Speranza e poi per una discutibile vignetta condivisa sui propri account social.

"Fosse per me aprirei gli stadi al pubblico oggi"

Mancini nella lunga intervista ha commentato le recenti chiusure che hanno toccato anche il mondo dello sport, non nascondendo la propria preoccupazione per la decisione di far disputare tutti gli eventi sportivi dello sport professionistico a porte chiuse.
"Il Covid ci sta distruggendo. Fosse per me, manderei già da oggi più pubblico negli stadi, magari ben distribuiti tra i vari settori. Ci sono club che hanno bisogno degli incassi della domenica. Ci vorrà tempo per rialzarsi, tra poco sarà più di un anno che gli stadi sono vuoti e i club hanno bisogno dei soldi del botteghini".

"Calcio non essenziale? Chi lo dice è un moralista"

Mancini è molto preoccupato per tutte le persone che lavorano nel calcio, dietro le quinte e che alla luce di queste chiusure stanno attraversando un periodo complicatissimo e bacchetta tutti coloro che a più riprese bollano il calcio e lo sport come un qualcosa di non essenziale.
"C’è del moralismo nel dire che il calcio deve fermarsi. Quelli che dicono che il calcio non è essenziale vivono in un altro mondo. Il calcio ha pagato l’essere considerato uno sport di ricchi, ma in questo settore lavorano tante persone che hanno stipendi normalissimi. Non capisco come si faccia a definire essenziali alcune attività e altre meno: per me lo è il calcio, perché è il mio lavoro, così come per chi ha un bar o chi vende i giornali. Ci sono i magazzinieri, chi mette a posto il campo, chi pulisce gli spogliatoi, il cuoco che fa da mangiare".

"Il calcio vive già in una bolla"

Mancini ne ha anche per chi insinua dubbi sul rispetto delle regole delle “bolle” nel calcio e difende i calciatori...
"Mancanza di responsabilità dopo le vacanze? Noi siamo stati in ritiro 11 giorni e abbiamo fatto 11 tamponi, il calcio sta già vivendo in una bolla"
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Roberto Mancini insieme a Ciro Immobile e Moise Kean

Credit Foto Getty Images

Chiarito il versante Coronavirus, Roberto Mancini ha anche trattato tematiche di campo parlando di Nations League del duello per il ruolo di centravanti e di Zaniolo.
"Il primo obiettivo è chiudere al comando il gruppo di Nations League. Sono sicuro che avremo le nostre chance agli Europei, ma devi avere anche fortuna. Le squadre che temo di più sono la Francia, che ha giocatori bravi e giovani, e la Spagna, che sta tornando ai suoi livelli. Immobile e Belotti devono stare tranquilli, ai miei tempi il ct poteva scegliere fra 6 attaccanti, io fra 2. I centravanti per gli Europei sono già decisi, a meno che non esca uno Schillaci all'ultimo momento. Li alterneremo perché si giocheranno tre partite in 10 giorni dopo una stagione faticosa. Ciro e Gallo per fortuna sono amici, poi ci sono Caputo e Lasagna. Sono tutti bravi ragazzi e questo aiuta, se siamo riusciti a fare quello che stiamo facendo è perché si sono messi sempre tutti a disposizione. Fra loro c'è un ottimo rapporto. Zaniolo può farcela ad essere all’Europeo? Ha il tempo per recuperare, credo che a marzo possa farcela e che sarà pronto.

"Voglio bene a Balotelli, spero trovi una squadra in cui rilanciarsi"

Chiosa finale su un suo vecchio pupillo, Mario Balotelli ancora svincolato e senza squadra ad appena 30 anni.
"A 30 anni sarebbe nel pieno della maturità tecnica e calcistica. Mi dispiace che non trovi una squadra, perché con le qualità che ha sarebbe stato anche utile alla Nazionale. Gli voglio bene, spero sempre che possa accadere qualcosa per lui"
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Guardiola elogia Mancini: “La nuova mentalità vincente del Manchester City? È merito di Roberto”

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