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Inter, BC Partners: numeri, scheda e analisi del fondo interessato al club nerazzurro

Simone Pace

Pubblicato 08/01/2021 alle 13:35 GMT+1

SERIE A - Fondato nel 1986 e protagonista di un volume d'affari di 150 miliardi di euro in 18 Paesi di tutto il mondo, BC Partners è il fondo di investimento che avrebbe avviato i primi contatti esplorativi con Suning per l'acquisizione di una quota (possibilmente di maggioranza) dell'Inter. Per i nerazzurri si tratterebbe di una svolta epocale: seguirebbero le orme di club come Milan e Lipsia.

Una facciata del quartier generale dell'Inter in viale della Liberazione dove l'Inter si è trasferita dall'estate 2019, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Un fondo di investimento fondato nel 1986 con uffici a Londra, New York, Amburgo e Parigi, che cura un volume d'affari che si concretizza in 119 investimenti rilevanti in 18 Paesi sparsi tra Europa e Nord America in svariati settori tra i quali l'assistenza sanitaria, l'industria, le nuove tecnologie e le telecomunicazioni. Questo, in estrema sintesi, il ritratto di BC Partners, il fondo di investimento che - secondo le sempre più insistenti indiscrezioni giornalistiche degli ultimi giorni - sarebbe interessato ad acquisire una quota azionaria dell'Inter. Secondo il Corriere dello Sport - il primo quotidiano sportivo che la scorsa settimana aveva dato notizia di un possibile cambio di proprietà del club nerazzurro - BC Partners avrebbe avviato i primi contatti di carattere esplorativo con Suning e LionRock, fondo quest'ultimo che detiene una quota di minoranza dell'Inter. "I potenziali acquirenti - scrive il quotidiano romano - sembrano orientati a valorizzare l'Inter tra i 400 e i 500 milioni oltre il debito netto che si aggirerebbe sui 350-400 milioni". Tuttavia, come sottolinea Il Sole 24 Ore, difficilmente un fondo di investimento come BC Partners (uno dei maggiori gruppi finanziari al mondo) si muove per l'acquisizione di una minoranza. O meglio, lo fa solo in determinati casi, ovvero quando l'accordo prevede l'opzione di acquisire il controllo dell'azienda oggetto dell'investimento. Ma andiamo con ordine.

Il modus operandi di BC Partners

In tutte le nostre attività abbiamo sempre gli occhi puntati sulla crescita, ma mai a scapito di assumerci troppi rischi.
Sul sito ufficiale di BC Partners campeggia questo slogan di intenti, comune del resto alla filosofia della totalità dei fondi di investimento. Il modus operandi di BC Partners, come sottolinea il Corriere dello Sport, segue uno schema standard che prevede il mantenimento delle società acquisite per un periodo medio di 5-7 anni con l'obiettivo minimo di raddoppiarne il valore in quell'arco di tempo. Se queste condizioni non sono realizzabili, l'investimento non viene portato a termine. Nel caso specifico, come precisa Il Sole 24 Ore, il progetto di BC Partners sarebbe quello di "costruire attorno all'Inter una media company in grado di far lievitare il giro d'affari attraverso diritti tv, Internet, merchandising e altre voci". Il compito di condurre la trattativa con Suning sarebbe stato affidato a Nikos Stathopoulos, responsabile dell'area Technology, Media e Communications di BC Partners.

Chi è Nikos Stathopoulos, l'intermediario di BC Partners

La figura Stathopoulos - come riportato da Repubblica - è stata individuata da BC Partners in ragione delle sue competenze specifiche. Esperto di media e telecomunicazioni e a capo del comitato di gestione del portafoglio del fondo, il manager greco conosce meglio di chiunque altro le potenzialità legate al business del pallone (parentesi Covid-19 a parte). In un futuro ormai prossimo i club di Serie A somiglieranno sempre di più a delle media company sulla falsariga (anche se con qualche decennio di ritardo) di quanto avvenuto in Premier League. BC Partners ha dimostrato anche nel recente passato un certo interesse nei confronti del media e del calcio: aveva infatti provato a entrare come socio di minoranza nella società che gestise i diritti televisivi e commerciali della Bundesliga.
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Nikos Stathopoulos in un'immagine del 2014

Credit Foto Getty Images

I conti di Suning e cosa sta accadendo in Cina

Il Sole 24 Ore riporta un'analisi interessante in merito alla situazione finanziaria del gruppo Suning. Fatta la doverosa premessa che il gruppo proprietario dell'Inter rimane un colosso dal fatturato miliardario, il quotidiano economico delinea uno scenario a tinte fosche. A dicembre le azioni hanno toccato il valore minimo decennale ed è soprattutto cambiato il rapporto con il Governo di Pechino dal quale è arrivato un input chiaro: il calcio non rappresenta un settore centrale dal punto di vista politico-strategico ed ecco quindi che da parte di Suning la ricerca di un partner (come minimo) appare necessaria. Il mondo rispetto al 2016, data di ingresso nell'Inter da parte della famiglia Zhang, è profondamente cambiato.
In merito ad alcune speculazioni pubblicate in data odierna, con particolare riferimento alle ipotesi di cessione di FC Internazionale Milano, il presidente Steven Zhang smentisce categoricamente quanto erroneamente riportato e precisa che si tratta di notizie prive di ogni fondamento [comunicato ufficiale Inter]

Che conseguenze ci saranno su squadra e mercato?

Abbiamo lasciato per ultima la domanda che senza dubbio interessa di più ai tifosi. Il passaggio da un'impresa familiare a un fondo di investimento (in pratica quello che è successo al Milan, giusto per citare l'esempio a noi più vicino) significa innanzitutto una cosa, ormai arcinota da tempo: l'era dei presidenti azionisti e mecenati è finita. Ma significa anche che all'Inter, qualora l'ingresso di BC Partners dovesse perfezionarsi, cambierebbe radicalmente la filosofia societaria: il riequilibrio tra costi e ricavi, come giustamente sottolinea il CorSport, diventerebbe la priorità. Stop quindi a ingaggi pesanti (vedi ad esempio i casi Eriksen e Sanchez), a mercati faraonici e all'acquisto di campioni già affermati. Sì invece a giocatori giovani da valorizzare, presupposto indispensabile per far crescere il valore della rosa e quindi del club.
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