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Serie A, Napoli-Milan, le 5 verità. Perchè il Diavolo è da scudetto

Matteo Zorzoli

Aggiornato 23/11/2020 alle 09:50 GMT+1

SERIE A - I numeri parlano chiaro: in campionato gli uomini di Pioli sono imbattuti da 20 partite e subiscono pochi gol, appena 7 in otto giornate. La seconda giovinezza di Ibrahimovic e le prestazioni convincenti contro Napoli, Inter e Roma obbligano a inserire i rossoneri tra le squadre papabili alla vittoria finale

Ibrahimovic esulta con i compagni dopo la doppietta contro il Napoli

Credit Foto Getty Images

Dopo 8 giornate un signore di 39 anni domina il campionato italiano e la classifica capocannonieri con quattro doppiette e dieci gol. Al San Paolo vince la legge di Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese decide con una doppietta il big match contro il Napoli di Gattuso prima con un colpo di testa da 15 metri svettando su Koulibaly e poi con un tap-in di ginocchio. I partenopei reagiscono, accorciano con Mertens, ma rimangono in 10 per una doppia ammonizione di uno dei tanti ex della sfida, Bakayoko. Nel finale il Milan cala il tris con il primo gol "italiano” di Hauge. Pioli, sostituito egregiamente da Bonera, torna in vetta alla classifica a +2 sul Sassuolo e rimane imbattutto per la 20ª gara consecutiva, il Napoli rimane sesto. Ecco le 5 verità che ci lascia Napoli-Milan.

1) Il Milan può ambire allo Scudetto

La seconda giovinezza di Ibrahimovic e le prestazioni convincenti contro le big: in casa Milan ora diventa difficile non guardare la classifica. 3-1 al Napoli e 2-1 all'Inter (in trasferta) e 3-3 contro la Roma a San Siro. A differenza delle ultime stagioni i rossoneri non si lasciano intimorire negli scontri diretti contro le prime della classe ispirati dal totem svedese (capocannoniere a 10 gol) e da una maggiore convinzione nei propri mezzi. I numeri parlano chiaro: in Serie A gli uomini di Pioli sono imbattuti da 20 partite e subiscono pochi gol, appena 7 in otto giornate. La sensazione è che le "vacanze di Natale" ci diranno sicuramente di più sulla candidatura del Diavolo a Campione d'Italia: Sassuolo-Milan il 20 dicembre, Milan-Lazio il 23, Milan-Juve il 6 gennaio.
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Bonera: "Scudetto? Ne riparliamo a maggio"

2) I valori aggiunti del Milan? La condizione fisica e la panchina

I tre gol al Napoli sono nati tutti dall'out di sinistra in cui Theo Hernandez e Rebic hanno fatto impazzire Di Lorenzo. Il terzino francese e l'esterno ex Eintracht sono l'emblema dello strapotere atletico dei rossoneri in questo momento, esattamente come Bennacer e Kessie in mediana: corsa, entusiasmo e letture in anticipo, la chiave di svolta nel calcio moderno. In più Pioli può contare su seconde linee perfettamente integrate nel gruppo: Hauge (che ha festeggiato il suo primo gol in Serie A al San Paolo), Brahim Diaz, Tonali, Krunic, Castillejo, in attesa del recupero di Leao. What else?

3) I rinnovi di Donnarumma e Calhanoglu devono essere una priorità

Ci sarà sicuramente un incontro con l'agente di Calhanoglu perchè la nostra intenzione è quella di provare a tenerlo, così come Donnarumma. Come ho già detto, però, bisogna essere contenti in due. (Paolo Maldini nel pre-partita)
Il match del San Paolo deve diventare il manifesto programmatico per la dirigenza rossonera: le esigenze dei top player si soddisfano. Esattamente come fatto per Ibrahimovic quest'estate, il Milan deve mettersi una mano sul cuore (e l'altra nel portafoglio) e trovare la quadra per i rinnovi del portierone azzurro e del "10" turco, elementi decisivi nel processo di crescita del Milan nell'ultimo anno. Post scriptum su Gigio: quella parata al 26' su Mertens è da fenomeno.
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Gianluigi Donnarumma

Credit Foto Getty Images

4) Fabian Ruiz non riesce a fare il salto di qualità

Il centrocampista spagnolo non convince in cabina di regia. Dopo l'ottima prima stagione in Italia, galvanizzato dal premio come miglior giocatore degli Europei Under 21, Ruiz è diventato un oggetto del mistero a Castel Volturno. Inefficace in fase di non possesso, poco ispirato con la palla tra i piedi. Demme scalpita, anche se Gattuso continua a puntare sull'ex Betis. Forse un po' di panchina gli farebbe bene.

5) Il Napoli è già Osimhen-dipendente

L'attacco leggero del Napoli con Politano, Lozano e Insigne a supporto di Mertens è andato in difficoltà contro la difesa rossonera e, soprattutto, contro la diga eretta da Kessie e Bennacer. Osimhen, fermato da un problema alla spalla nel corso della sfida tra Nigeria e Sierra Leone durante la pausa nazionali, si è confermanto il grande assente del San Paolo: la sua imprevedibilità e la sua velocità, oltre ai centimetri, avrebbero sicuramente creato più difficoltà a Romagnoli e colleghi. Con lui in campo Gattuso ha sempre vinto, tranne il passaggio a vuoto collettivo contro il Sassuolo. L'alternativa di peso Ringhio ce l'avrebbe pure in casa: si chiama Arkadiusz Milik.
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Gattuso: "Ibra? E' più forte ora di quando aveva 30 anni"

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