Crollo Inter contro l'Udinese: Inzaghi ammonito, ora è a rischio squalifica. Esonero? No, ma...
Pubblicato 19/09/2022 alle 12:33 GMT+2
SERIE A - Contro l'Udinese i nerazzurri hanno incassato la terza sconfitta in 7 giornate di campionato, la quarta complessiva in stagione considerando anche quella col Bayern in Champions. Sul banco degli imputati, come spesso succede in questi casi, finisce l'allenatore. Parlare di rischio esonero sarebbe fuorviante, ma è evidente che serve al più presto un cambio di marcia.
È un lunedì amaro che più amaro non si può in casa Inter. La clamorosa e netta sconfitta sul campo di una sempre più sorprendente Udinese fa male, malissimo. Soprattutto per il modo in cui è arrivata e perché i numeri iniziano a essere preoccupanti. I nerazzurri, nelle prime 7 giornate di campionato, hanno perso già tre volte. I gol subiti sono 11, una cifra considerevole se si pensa che nella passata stagione in tutto il girone di andata erano stati 15. L'Inter ha già perso due big match (contro Lazio e Milan) e ha vinto tra mille sofferenze contro Lecce e Torino. Gli unici due successi comodi e convincenti sono arrivati in casa contro Spezia e Cremonese. Sul banco degli imputati, come spesso succede in momenti come questo, è finito Simone Inzaghi. Vediamo perché, partendo da quanto accaduto alla Dacia Arena.
Quel doppio cambio dopo mezz'ora...
Udinese-Inter sarà ricordata anche per la singolare decisione di Inzaghi di operare un doppio cambio al 31' del primo tempo: fuori Bastoni e Mkhitaryan, entrambi ammoniti, dentro Dimarco e Gagliardini. Una mossa inedita (non si ricordano precedenti analoghi in una partita di Serie A) e che lascia perplessi. Privarsi di un giocatore addirittura prima dell'intervallo solo perché gravato di un cartellino giallo appare davvero esagerato, se non privo di senso. Figurarsi quando i giocatori in questione sono addirittura due. Il messaggio che passa è che due professionisti, nello specifico Bastoni e Mkhitaryan, siano incapaci di gestire la "precarietà" derivante da un'ammonizione. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: la reazione di Bastoni, pizzicato dalle telecamere in panchina, è emblematica.
Quattro linee difensive nella stessa partita
Inzaghi ha iniziato la partita contro l'Udinese con una linea difensiva composta da Skriniar, Acerbi e Bastoni. Al 31' ha sostituito Bastoni con Dimarco, a metà ripresa ha inserito D'Ambrosio avanzando Dimarco e infine, al minuto 79, ha operato il cambio Acerbi-De Vrij. In pratica, nell'arco di una sola partita, l'Inter ha giocato con 4 difese diverse: Skriniar-Acerbi-Bastoni, Skriniar-Acerbi-Dimarco, D'Ambrosio-Skriniar-Acerbi e D'Ambrosio-De Vrij-Skriniar. Una gestione della gara senza dubbio confusa, che ha inevitabilmente disorientato i giocatori coinvolti.
Una condizione atletica non all'altezza
Come era già successo nel derby, anche a Udine l'Inter non ha saputo sfruttare il vantaggio e si è fatta rimontare. Ma, a differenza di quanto visto contro il Milan dove il pareggio non era arrivato solo per merito di un Maignan insuperabile, stavolta i nerazzurri hanno chiuso la partita in sofferenza dando anche la sensazione di non essere al top della condizione. E qui l'interrogativo è d'obbligo: è stato commesso qualche errore durante la preparazione estiva? E ancora: perché Inzaghi non fa mai rifiatare Brozovic, ammonito anche contro l'Udinese e quindi squalificato contro la Roma nel big match dopo la sosta, e non dà minutaggio ad Asllani, acquistato proprio per far respirare il croato? Inzaghi ha avuto la rosa al completo alla fine di giugno: perché già a metà settembre la squadra sembra avere perso brillantezza dal punto di vista fisico?
Esonero? Non c'è rischio, ma serve una virata
Parlare di panchina a rischio sarebbe fuorviante e forzato, ma è evidente che Inzaghi ha l'obbligo di rimettere la squadra in carreggiata e di farlo al più presto. Il campionato è ancora molto lungo e la classifica cortissima, il tempo per rialzarsi c'è, ma il tecnico deve riprendere in mano un gruppo che sembra essersi sfilacciato. Il ritorno di Lukaku dopo la sosta certamente aiuterà: sarà sufficiente?
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