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Juventus, "giallo" carta Cristiano Ronaldo nell'inchiesta Prisma: cos'è, quanto vale e perché ci sono due versioni

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Aggiornato 26/10/2022 alle 19:27 GMT+2

SERIE A - Tra le novità che emergono dalle 19 pagine del capo d'accusa relativo all'inchiesta Prisma un ruolo chiave lo ricoprirerebbe anche la "carta" Cristiano Ronaldo, una scrittura privata su cui sono emerse due versioni contrastanti. La Gazzetta dello Sport, sostiene che gli inquerenti l'avrebbero ritrovata mentre secondo Ansa e Repubblica, la 'carta' sarebbe stata ricostruita dalla Gdf.

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L'ormai celebre scrittura privata tra la Juventus e Cristiano Ronaldo (quella "che non si deve trovare", come emerso da un'intercettazione) ricopre un ruolo chiave nell'indagine sulla presunta alterazione dei bilanci della Juventus nell'anno 2018, 2019, 2020. In merito ad essa nel corso della giornata di mercoledì sono emerse, a distanza di poche ore, due versioni riguardo alla presenza o meno di questa 'scrittura privata' da tre autorevoli fonti del panorama giornalistico nostrano (Gazzetta dello Sport, Ansa e La Repubblica) che sono parecchio discordanti fra loro. Ma facciamo chiarezza esponendovi quanto emerso e raccontato dai vari organi di stampa.

Gazzetta dello Sport: "La carta di Ronaldo sarebbe stata ritrovata e vale 20 milioni di €"

Con un articolo pubblicato nell'edizione cartacea del quotidiano milanese, la Gazzetta dello Sport evidenzia il ritrovamento di questa carta da parte degli inquirenti. Tale, scrittura privata, prevedeva un accordo secondo il quale il club bianconero avrebbe dovuto versare a CR7 19,9 milioni di euro anche in caso di addio. Questa somma di denaro, secondo il pool di magistrati di Torino che sta lavorando nell'ambito dell'inchiesta Prisma, non sarebbe stata regolarmente contabilizzata a bilancio.

Ansa e Repubblica: "La carta di Ronaldo non è stata ritrovata ma ricostruita da inquirenti"

Nel corso del pomeriggio però esce una versione contrastante in merito a questo documento così fondante per l'accusa. Secondo la Repubblica questa fantomatica 'carta', non sarebbe stata rinvenuta come sostenuto dalla Gazzetta dello Sport, bensì ricostruita dagli investigatori della Guardia di Finanza, incrociando intercettazioni ed altri dati. Tale scrittura privata sarebbe equivalente a quattro mensilità del portoghese, le stesse che sono state coinvolte nella manovra stipendi attuata dalla Juventus durante l'emergenza Covid. Secondo l'accusa, la Juventus si sarebbe impegnata a versare al calciatore portoghese 19,9 milioni di euro anche in caso di interruzione del rapporto professionale e tale cifra non sarebbe stata contabilizzata regolarmente a bilancio. Nel pomeriggio anche l'Ansa ha concordato con la tesi del mancato rinvenimento del documento, evidenziando come - a prescindere dall'esistenza o meno della stessa - la carta di Ronaldo non sia mai salta fuori e tenendo a precisare come il capitolo principale delle 19 pagine del capo d'accusa, riguardi le manovre nei bilanci del club e le comunicazioni irregolari alla Consob.
Va ricordato come l'accusa ritenga che la Juventus, come ribadisce la Gazzetta dello Sport, "avrebbe provveduto a truccare i bilanci 2018,2019 e 2020 con 115 milioni di plusvalenze artificiali, per nascondere l'erosione del capitale sociale e proseguire indebitamente la negoziazione del titolo in Borsa". Tra gli indagati figurano tra gli altri il presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved e l'amministratore delegato Maurizio Arrivabene.
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