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SERIE A - Fiorentina-Napoli 0-0: Kim fa dimenticare Koulibaly, Kvaratskhelia tende a strafare

Stefano Silvestri

Pubblicato 29/08/2022 alle 08:07 GMT+2

SERIE A - Il pareggio senza reti del Franchi lascia tracce positive sia alla squadra di Italiano che a quella di Spalletti. Sugli scudi il sudcoreano, sempre più padrone della difesa azzurra. Ikoné, invece, sembra sempre un giocatore incompiuto.

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Fiorentina-Napoli, match valido per la terza giornata di Serie A, è terminato sul punteggio di 0-0. Gli azzurri si sono visti annullare un gol di Osimhen per fuorigioco e hanno sfiorato il vantaggio con Lozano e Raspadori, mentre i viola sono andati vicini alla rete con Barak. Gara arbitrata da Livio Marinelli di Tivoli.
Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato l'incontro del Franchi.

1) Primo stop, ma il Napoli ha un'identità

Uno striminzito 0-0, dopo due goleade per 5-2 e 4-0, potrebbe apparire un passo indietro. Ed in effetti lo è, guardando solo al risultato. Stavolta il Napoli non ha dominato, anche perché di fronte a sé aveva un avversario decisamente più probante rispetto ai primi due. Ma le occasioni per far male alla Fiorentina, tra le quali il gol annullato a Osimhen verso la fine del primo tempo e l'errore sotto porta di Lozano nella ripresa, non sono mancate. Così come non è mancata, almeno a tratti, la fluidità del gioco, ordinato in mezzo al campo dalla coppia Anguissa-Lobotka. Buone indicazioni da Raspadori, entrato in campo nel finale. E fa sperare anche la volontà di portare a casa i tre punti fino alla fine. I segnali positivi in vista del futuro, insomma, ci sono.
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Osimhen e Milenkovic, Fiorentina-Napoli

Credit Foto Getty Images

2) Fiorentina brillante e battagliera: la stagione promette

Di contro c'è la Fiorentina. Singolare, per una squadra che fa del calcio offensivo il proprio credo, notare come questo sia il terzo 0-0 di fila tra campionato e playoff di Conference League. Eppure, anche in questo caso, la strada è quella giusta. I viola hanno un'idea di calcio e, nonostante la serata poco felice degli attaccanti, hanno saputo battagliare fino all'ultimo secondo con una delle squadre più forti del campionato. Amrabat può davvero far dimenticare Torreira, Dodô ha già fatto capire di poter essere un acquisto azzeccato, per poco Barak non ha immediatamente lasciato il segno. In ripartenza palla a terra, la creatura di Italiano può sempre far male. Lezioni imparate nella scorsa stagione e, almeno all'apparenza, destinate a ripetersi anche in questa.

3) Kvaratskhelia è forte, ma tende a strafare

A un certo punto della gara, nel corso del primo tempo, dalla panchina si è sentito un urlaccio. Il mittente: Luciano Spalletti. Il destinatario: Khvicha Kvaratskhelia. Porti troppo il pallone, era il senso del rimprovero. E il tecnico del Napoli aveva ragione. A un certo punto il georgiano è sembrato incaponirsi in costanti azioni solitarie, come se avesse voluto confermarsi sui livelli delle prime due giornate di campionato, in cui proprio lui era stato il grande protagonista delle goleade azzurre contro Verona e Monza. Di buono, per Kvara, si ricorda solo la scodellata che Lozano ha clamorosamente spedito a lato di testa. Poi tante, troppe palle perse. A dimostrazione che strafare, spesso, non è conveniente.
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KVARATSKHELIA contro DODO, Fiorentina-Napoli

Credit Foto Getty Images

4) Koulibaly è il passato: Kim vuole prendersi il Napoli

Il peso sulle spalle è sempre il solito: far dimenticare Kalidou Koulibaly, un'istituzione da queste parti. Una responsabiltà della quale Kim Min-jae, il centrale che il Napoli ha inseguito per settimane riuscendo finalmente a strapparlo al Fenerbahçe, è ben conscio. Ma il grado di personalità del sudcoreano è piuttosto alto. I paragoni non lo spaventano, la possibilità che al primo errore possa riapparire il fantasma del senegalese neppure. Altra prestazione di buon livello, questa volta contro un avversario diretto temibile come Luka Jovic. Annullato da lui e da Rrahmani, con il quale l'intesa è destinata a migliorare partita dopo partita. Una bella pescata sul mercato, non c'è che dire.
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Kim, Fiorentina-Napoli

Credit Foto Getty Images

5) Ikoné pare un eterno incompiuto

Ironia della sorte, Jonathan Ikoné ha vissuto la propria giornata italiana più importante proprio contro il Napoli. Lo scorso 10 aprile era lui, con un gol al Maradona, a dare una picconata decisiva alle ambizioni Scudetto degli azzurri. Ieri sera l'ex Lille non si è ripetuto: fumoso, poco concreto, mai davvero capace di dare continuità a un talento che rimane indubbio. Non è un caso che Italiano abbia deciso di toglierlo dal campo quando alla fine della partita mancava ancora mezz'ora. Ma il francese è così: lo si sapeva anche nel momento in cui la Viola ha deciso di portarlo in Italia. Prendere o lasciare.
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