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Inter, comanda Hakan Calhanoglu: con mister Inzaghi, il turco è il più forte centrocampista d’Italia?

Marco Arcari

Aggiornato 12/12/2023 alle 14:38 GMT+1

CALCIO, SERIE A - Numeri alla mano, Hakan Calhanoglu è il centrocampista più forte e decisivo del campionato, nonché uno dei migliori tra i top-player che agiscono da registi bassi. L'invenzione di mister Inzaghi sta pagando enormi dividendi, sia per il calciatore turco che per l'Inter. Andiamo allora a scoprire nel dettaglio tutti i numeri e i confronti di questo super avvio stagionale di Calha.

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Com'è strana la vita (tattica) del calciatore. Lo sa bene Hakan Calhanoglu, da sempre grande giocatore ma ora diventato perno insostituibile di uno dei migliori club d'Europa - numeri alla mano - e con un nuovo ruolo. Arrivato all'Inter per fare la mezzala, posizione in cui aveva ben figurato nelle quattro stagioni vissute col Milan, ma reinventato da Simone Inzaghi (anche per necessità) quale regista basso in un centrocampo di spessore. Il risultato? Numeri eccellenti e il miglior avvio di stagione in carriera: 7 gol e 2 assist in 15 partite di campionato, 1 gol in 3 presenze europee.
A parità di ruolo o di importanza nel gioco di una squadra, nessuno come il turco: non solo in Serie A, ma nemmeno in Champions League. A livello generale, un simile impatto di un singolo giocatore all'interno di una squadra di vertice non si vedeva forse dai tempi di Andrea Pirlo nei primi due anni dell'esperienza alla Juventus. C'è chi storcerà il naso per questo "paragone" col Maestro, eppure i dati confermano quanto Calha sia attualmente dominante, anche quando si compara il suo rendimento con quello di diversi top player dei club europei più performanti finora in stagione.
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I numeri di Calhanoglu in Serie A

Inanzitutto, bisogna considerare le 7 reti già realizzate, che lo collocano al 3° posto della classifica marcatori, alle spalle soltanto di Lautaro Martinez (14) e Olivier Giroud (8). Anche qui, c'è chi avrà da ridire, poiché di questi sette gol ben 6 derivano da rigori trasformati. Francesco De Gregori cantava chiaramente "non è mica da questi particolari, che si giudica un giocatore", riferendosi però agli errori dal dischetto; le trasformazioni sono invece dettagli che contano e, nel caso del centrocampista turco, in modo netto. Calhanoglu vanta infatti una striscia aperta di 12 rigori trasformati di fila in campionato: praticamente tutti quelli calciati, a partire dal rigore con cui, il 28 giugno 2020, superò Antonio Mirante nel 2-0 del Milan sulla Roma. Ampliando il campione statistico, su 38 esecuzioni dal dischetto in carriera soltanto 4 errori, di cui l'ultimo (19 giugno 2023, Turchia-Galles 2-0) a interrompere una striscia di quasi 7 anni senza rigori sbagliati.
"In questo momento, Calhanoglu è il miglior centrocampista d'Italia, forse del mondo" (Vincenzo Montella)
Vena realizzativa da bomber navigato, ma anche molto altro nei suoi numeri stagionali. Su 976 passaggi, Calhanoglu ne ha sbagliati soltanto 78 per una precisione pari al 92%. Scendendo nel dettaglio, il turco è 3° per xA (expected assist) con 2,9 e 5° per XG (5,8), oltre ad aver creato 24 occasioni da gol. Offensivamente, un giocatore tanto dominante quanto letale. Difficile dare allora torto a Vincenzo Montella, attuale allenatore della Turchia, quando dichiara: "In questo momento, Calhanoglu è il miglior centrocampista d'Italia, forse del mondo". Oppure dissentire con Capello quando, a La Gazzetta dello Sport, elogia così il calciatore nerazzurro: "Nessuno in Italia ha un punto di riferimento come Calhanoglu, è un grande direttore d’orchestra". Opinioni illustri, ma anche numeri a sostegno di una tesi che sembra assumere sempre più i contorni di un assioma, un principio evidente di per sé e che non necessita dimostrazione: Calhanoglu è il centrocampista più forte e decisivo della Serie A.

Il confronto con top-player europei

Travalicando però i confini italiani, il turco dell'Inter come si comporta nel confronto coi migliori "pari-ruolo" degli altri top campionati europei? Per avere una risposta, sfruttando i dati OPTA si può fare un raffronto tra i numeri di Calhanoglu e quelli di alcuni giocatori-chiave di altri club d'élite: Declan Rice dell'Arsenal, Rodri del Manchester City, Ilkay Gundogan del Barcellona e Joshua Kimmich del Bayern Monaco. Prendendo in considerazione soltanto le statistiche nei rispettivi campionati nazionali, il regista dell'Inter è primo per gol (7), palloni recuperati (94), tackle (35), tiri respinti ad avversari (8) e conversion rate (35), quest'ultimo indicatore che misura l'efficacia delle conclusioni tentate. Come se non bastasse, ecco tutte le voci statistiche in cui Calhanoglu si piazza invece al secondo posto (e rispettivamente dietro a chi).
Statistica (dato di Calha)Primatista tra i 5 calciatori (dato)
Tiri in porta (9)Rodri (11)
Assist (2)Gundogan (3)
Occasioni create (24)Gundogan (36)
Precisione passaggi (92%)Rodri (94%)
Precisione passaggi lunghi (75%)Rodri (86%)
Contrasti (124)Rice (126)
Senza considerare che il nerazzurro risulta terzo per possessi persi (136), precisione al tiro (45%) e salvataggi difensivi (10). Evidentemente, numeri che gli valgono un posto alla tavola rotonda dei migliori registi bassi in circolazione a livello europeo. Intuizione geniale di Inzaghi, "agevolata" dall'infortunio di Marcelo Brozovic della scorsa stagione, ma crescita esponenziale frutto di un'innata consapevolezza nei propri mezzi. Nel marzo 2023, le sue dichiarazioni - "Mi sento sottovalutato, per come sono cresciuto mi vedo tra i top 5 in Europa nel mio ruolo" - apparvero come una sparata personale priva di fondamenti e dettata dal semplice orgoglio. Oggi risuonano invece nella mente di tutti noi come una presa di posizione chiara, da parte di un giocatore certo dei propri mezzi e instancabile nel volersi migliorare.
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L'indiscutibile lavoro tecnico-tattico di Inzaghi

L'evoluzione di Calhanoglu da regista basso verrà sicuramente presa come esempio delle capacità di Inzaghi quale allenatore. Il rischio è che sia però l'unico, visto che non sono stati finora poi tantissimi gli elogi spesi per il tecnico nerazzurro. Lo si sa da sempre, alla stampa bisogna anche un po' "piacere" come personaggi e, in questo, forse Simone lo è decisamente meno di altri. La sua mano nel gioco dell'Inter si vede però eccome: una squadra capace di proporre un calcio contemporaneo, incanalando individualità debordanti in un concetto di gruppo che ha per ora portato a ottimi risultati. Dal primato in campionato, davanti alla sorprendente Juventus di Max Allegri - ma con numeri decisamente migliori dei bianconeri - alla possibilità di centrare gli ottavi di finale in Champions da prima del proprio girone. Al netto di una rosa qualitativamente (e quantitativamente) superiore a tutte le altre della nostra Serie A, Inzaghi è comunque riuscito a plasmare questa Inter e renderla una "macchina" pressoché perfetta, solida ma non per questo anacronistica nel gioco; compatta ma raramente rinunciataria; spumeggiante e al contempo cinica. La stagione resta lunga, ma chi ben comincia...
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