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Serie A - Le 5 verità di Inter-Juventus 1-0: nerazzurri superiori e in fuga verso lo Scudetto

Enrico Turcato

Aggiornato 05/02/2024 alle 09:59 GMT+1

SERIE A - La squadra di Inzaghi ha dato il via alla prima mini fuga: successo meritato sui bianconeri, tenaci ma nel complesso inferiori. Centrocampo nerazzurro sublime, Vlahovic in difficoltá.

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Inter-Juventus, match valido per la 23a giornata della Serie A 23/24, si é concluso con il punteggio di 1-0 al Meazza di Milano. Decisivo l'autogol di Gatti. Vittoria meritata dei nerazzurri, superiori alla Juventus in quasi tutti i momenti. Vediamo insieme l'analisi del match in cinque punti chiave.

1) Inter superiore e in fuga: vittoria meritata

Non tanto per i 15 tiri a 12 o per i due miracoli si Szczesny. La superioritá dell'Inter é emersa proprio a livello generale. Piú matura, piú convincente, piú aggressiva e piú abile nella gestione dei vari momenti del match. L'Inter ha voluto fortemente questa vittoria e ha dimostrato sul campo di essere a uno (se non due o tre) livelli piú alti rispetto all'attuale Juventus. Alla vigilia del campionato era la grande favorita e con questo +4 (che virtualmente é un +7) dá il via alla sua prima mini fuga. "La capolista se ne va" cantavano i tifosi nerazzurri al Meazza al fischio finale. Capolista con merito, perché 18 vittorie in 22 giornate non sono da tutti e per tutti.

2) Il centrocampo la vera forza nerazzurra, Calhanoglu sublime

Il successo sulla Juventus, l'Inter lo ha costruito in mezzo al campo. La regia di Calhanoglu, le incursioni di Barella e Mkhitaryan, due mezz'ali moderne, tecniche, di corsa, complete. I tre in mezzo al campo rappresentano il vero surplus nerazzurro: parliamo di una delle migliori linee mediane in Europa. Basta osservare come stoppano il pallone, come tirano, come si cercano, come cambiano gioco. Inzaghi ha un centrocampo da top squadra e lo sfrutta a dovere. Bravissimi tutti e tre, con una menzione d'onore per il turco, che ha anche colpito un palo.

3) La Juventus non deve scoraggiarsi, ma lavorare per accorciare il gap

E quindi i bianconeri devono vedere tutto nero? Niente affatto. La Juventus é in un percorso di crescita intrapreso qualche tempo fa. Ha bisogno di continuare a lavorare, di credere in quello che fa e pensare a migliorare giorno dopo giorno. A San Siro ha anche disputato un secondo tempo discreto, tenuta peró in partita dalle due parate di Szczesny. L'atteggiamento rinunciatario e in alcuni casi passivo, piú che voluto da Allegri, é rappresentato dal divario tecnico che la Juventus ancora ha con l'Inter attuale. In ogni caso 53 punti, a +4 sul Milan e a +17 sul quinto posto. Non é un'annata certo malvagia. Ci sono tanti mesi davanti.

4) Vlahovic con limiti caratteriali e mentali: se non li risolve, non diventa un top

Prestazione decisamente insufficiente per il serbo a Milano, nel suo stadio tabú: otto partite senza mai segnare, contro Inter o Milan. Nervoso, prima graziato e poi subito ammonito, impreciso in uno stop semplice su servizio di McKennie, poi legnoso e marcato benissimo da Acerbi e Pavard. IL serbo ha faticato dall'inizio alla fine e ha ancora una volta evidenziato qualche limite caratteriale di troppo. Se non é tranquillo, pasticcia. Se sente troppa responsabilitá, fallisce. Deve lavorare su questo se vuole diventare un top player, cosa che ancora non é.

5) Campionato chiuso? Quasi, ma occhio a non rilassarsi

Un vantaggio di quattro punti sulla seconda, che con il recupero possono diventare sette. La squadra piú forte sa di avere un'occasione unica: la strada verso la seconda stella é spianata. Queste 22 giornate hanno confermato la forza della favorita, che ora deve essere brava a non distrarsi, a gestire le energie quando ricomincerá la Champions e non rilassarsi. L'Inter ha giá commesso dei suicidi sportivi in passato e ne é consapevole. Servirá attenzione, determinazione e convinzione. Il gruppo di Inzaghi é abbastanza maturo per gestire tutte le pressioni e andarsi a prendere questo Scudetto.
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