La rivelazione di Berardi al Corriere dello Sport: "Prima di infortunarmi nel 2024 avevo un accordo con una big con la maglia a strisce...
SERIE A - Bandiera del Sassuolo e reduce da una brillante doppietta a Bergamo, Mimmo Berardi in un'intervista al Corriere dello Sport ammette di sentirsi pronto al salto in una big: "Negli ultimi 5 o 6 anni ho spinto per andare via. Ma bisogna essere in tre ed è sempre mancato uno dei tre. La Champions è qualcosa che vorrei provare da sempre, mi sento pronto".
Grosso (Sassuolo): "A volte si arbitrano i nomi delle squadre e mi infastidisco"
Video credit: Eurosport
Dietro all’inizio sorprendente del Sassuolo di Fabio Grosso, ottavo in classifica davanti a Lazio ed Atalanta con 16 punti, c’è ovviamente anche la griffe di Domenico Berardi, l’ultima bandiera della nostra Serie A che dopo la risalita dalla cadetteria è tornato in massima serie per dimostrare di essere ancora uno dei talenti nostrani più decisivi del nostro campionato. Il capitano neroverde, che in estate ha firmato un estensione di contratto col club emiliano fino al 30 giugno 2029, è reduce da una scintillante doppietta con assist a Bergamo nel perentorio 0-3 che il Sassuolo ha rifilato sul campo dell’Atalanta. Una partita costata la panchina ad Ivan Juric e che ha riacceso i riflettori su un giocatore che non si capisce perché non abbia ancora fatto il grande salto in una big come ammette in un’intervista esclusiva al Corriere dello Sport.
"Sono a Sassuolo da 15 anni: nei primi non mi sentivo pronto a lasciare, negli ultimi 5 o 6 ho spinto per andare via. Ma bisogna essere in tre ed è sempre mancato uno dei tre. Sinceramente c'è stato un momento in cui mi sono sentito effettivamente in uscita. Prima di rompermi il tendine d’Achille (nel marzo 2024, ndr) avevo trovato l'accordo con un grande club, le soluzioni erano state individuate tutte. Ma non chiedetemi quale, tanto non lo dico. Una squadra con la maglia a strisce. Mi è dispiaciuto non poter giocare in Champions League e per gli obiettivi più alti. La Champions è qualcosa che vorrei provare da sempre. Passai un mese un po' così, tra l’arrabbiato e il deluso. Prevalse la gratitudine nei confronti di questo club del quale mi sento e mi fanno sentire la bandiera".
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Domenico Berardi durante Sassuolo-Lazio - Serie A 2025-26
Credit Foto Getty Images
"Non mi sento come Totti, l’anno in B mi ha fatto bene"
"Se mi sento il Totti del Sassuolo? Non sono Totti, ma è ugualmente bello e importante. Sassuolo non è Roma, è una questione di dimensioni non solo calcistiche. La Roma è un top club. Gasperini? Non so se ho il fisico per reggerlo (ride, ndr). Ho un contratto fino al 2029, ma mai dire mai. La vita è piena di sorprese, a me ne ha riservate tante. Gli infortuni? Dopo essermi rotto il tendine d’Achille le ho pensate tutte. , per la prima volta ho temuto che fosse finita. Il professor Zaffagnini, a Bologna, mi ha aggiustato e dopo due mesi ho ricominciato a lottare. La famiglia mi ha aiutato parecchio. Sono rimasto fuori otto mesi. L'ultimo anno in Serie B mi è servito, anche se, sono sincero, non ho fatto bene. Non ero al cento per cento. È stato utile per ritrovare il campo, la partita, la condizione".
"La Nazionale? Riconquistarla con questa maglia sarebbe magnifico"
"Grosso in questo calcio ci sta benissimo, è uno che si confronta, che ci ascolta. Ma mi sento tanto legato a De Zerbi. Con lui giocavamo col joystick. Maniacale, totalmente assorbito dal lavoro, poteva stare sul campo diciotto ore. Possesso stretto, a campo aperto, la tecnica con le sagome. Se sbagliavi un passaggio semplice e spedivi il pallone sul piede sbagliato del compagno, interrompeva l’allenamento. Insisteva fino a quando il pallone non arrivava al piede giusto. La Nazionale? Riconquistarla da Sassuolo sarebbe magnifico. Quattro anni fa Mancini riuscì a unire il gruppo ed era piacevole stare insieme. Finita la partita tornavamo a Coverciano, alle quattro di notte la spaghettata aglio, olio e peperoncino. Il pensiero di vincere l’Europeo non ci aveva sfiorato. Ci provammo e andò bene".
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