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La Provincia del Gol. Davide e Gianluca, i fratelli Lapadula col gol nel destino

Stefano Dolci

Pubblicato 10/02/2016 alle 16:54 GMT+1

Il capocannoniere della Serie B e trascinatore del Pescara Lapadula ha attratto i riflettori della Juventus che lo ha bloccato per giugno ed attratto l'interesse del ct peruviano Gareca che vorrebbe convocarlo in Nazionale. Gianluca non è però l'unico bomber in famiglia: c'è anche Davide, 28 anni che milita in Eccellenza e la Juve l'ha già sconfitta in amichevole col Lucento due anni fa

Davide Lapadula, Gianluca Lapadula, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Gianluca Lapadula e la Juventus. Da settimane, chi mastica di calciomercato, non ha sentito parlare d’altro che di questa trattativa destinata molto probabilmente a concretizzarsi già la prossima estate. Nella giornata odierna un Lapadula ha comunque già varcato i cancelli del centro sportivo di Vinovo: ci riferiamo a Davide Lapadula, il 27enne fratello maggiore di Gianluca che proprio come il fratellino fa l’attaccante nel Saluzzo, formazione di Eccellenza, che ha sfidato nella partitella del mercoledì i campioni d’Italia in un test voluto da Allegri per preparare al meglio la super sfida scudetto contro il Napoli.

Di giorno postino in campo goleador

Se molti in questi ultimi mesi e settimane hanno imparato a conoscere ed apprezzare a Pescara le qualità di Gianluca, miglior cannoniere italiano nell’anno solare 2015 con 25 gol in 44 partite fra Serie B, Lega Pro, Coppa Italia e Supercoppa Lega Pro, in pochi conoscono la storia di Davide (soprannominato ‘Prince’ dagli amici per la somiglianza con Kevin Prince Boateng, ndr) prima punta che da ormai quasi 10 anni calca i campi dell’Eccellenza piemontese segnando costantemente 18-20 gol ogni campionato: “Non nutro invidia per mio fratello Gianluca per le soddisfazioni che si sta togliendo dopo i tantissimi sacrifici che ha dovuto fare – racconta Davide - Sarebbe piaciuto anche a me diventare un calciatore professionista ma non avevo le sue stesse doti e lo stesso talento. Quando a 21-22 anni capisci che, nonostante un buon bottino di gol, ti corteggiano solamente squadre di Eccellenza o Serie D devi avere la coerenza e la lucidità per capire che il calcio non può purtroppo regalarti da vivere. Meglio trovarsi un lavoro normale che ti garantisca uno stipendio vero. Io da otto anni faccio il postino nel quartiere Moncalieri a Torino, ogni mattina alle 9 salgo sul mio scooter e consegno le lettere fino alle 17 quando torno in ufficio per ‘compilare i resi’, prendere il borsone e andare ad allenarmi col Saluzzo. Non è semplicissimo far convivere lavoro, famiglia (Davide è sposato con Alexandra e ha un bimbo di 3 anni, ndr) e l’impegno sportivo però il calcio è la mia passione e mi permette di togliermi non poche soddisfazioni. Ad esempio il 25 luglio 2014 c’ero anche io in campo nel Lucento che sconfisse 3-2 in amichevole la Juventus nella prima uscita di Allegri. Feci l’assist per il gol decisivo e ancora oggi a parlarne mi vengono i brividi”. Dal 2007 ad oggi fra Eccellenza e D piemontese Davide ha realizzato 108 gol, un bottino niente affatto malvagio: “Quest’anno sono già a quota 10 reti anche se sarebbero potute essere di più se un direttore di gara non mi avesse fatto saltare tre gare per squalifica per una gomitata che non ho dato… L’obiettivo comunque è migliorare il bottino di gol della passata stagione (19 con la Junior Biellese, ndr) e giocare i playoff col Saluzzo”.
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Gianluca Lapadula, Davide Lapadula, Foto Facebook

Credit Foto Other Agency

"Sir William", "Prince" e un legame speciale

Classe 1988 Davide, classe 1990 Gianluca i fratelli Lapadula sono cresciuti al quartiere Filadelfia (dove il padre e la madre gestiscono uno storico negozio di fiori, ndr) trascorrendo i pomeriggi ai giardinetti a giocare a pallone e a scaraventare il pallone in rete: “Quando non eravamo a scuola calcio ci divertivamo a trascorrere le giornate a giocare a pallone nei campi più impolverati e fangosi di Torino. Dove c’era una partitina noi ci intrufolavamo e quasi sempre trascinavamo la squadra alla vittoria. Chi segnava di più? Io perché Gianluca era più altruista mentre io la passavo meno e seppure ci fosse il corridoio libero per il passaggio preferivo fare gol…”. Se nelle partitelle ai giardinetti Davide e Gianluca erano inseparabili a livello di squadra i fratelli Lapadula non hanno giocato granché insieme: “Quando la Juventus a 14 anni ha scelto di lasciar libero Gianluca abbiamo giocato per un breve periodo nelle giovanili della stessa squadra poi entrambi siamo andati a giocare a Treviso ed è capitato che qualche volta Ezio Rossi ci facesse allenare insieme in prima squadra. Gianluca però già a quei tempi era nettamente il più promettente dei due: per me è già stata una soddisfazione aver fatto parte della primavera del Treviso che raggiunse le Final Eight nazionali. Chiudemmo la stagione al 6° posto assoluto e fu un risultato importante per una realtà non grandissima come il Treviso: giocavo con Poli, Bocalon, Frison… Tutta gente che poi ha fatto strada. Io invece quando il Treviso ha scelto di mandarmi a farmi le ossa in D a 20 anni ho preferito tornare vicino a casa e costruirmi una vita lì”.
Mentre Davide segnava in Eccellenza e iniziava a fare il postino, Gianluca proseguiva la sua carriera da attaccante collezionando prestiti e non mollando mai: “La qualità migliore di mio fratello è sempre stata la forza mentale e la voglia di arrivare. Anche quando dopo i 24 gol in Seconda Divisione a San Marino e l’esperienza in B a Cesena non ha funzionato a causa degli infortuni, non si è scoraggiato ma si è rimboccato le maniche in allenamento per migliorare il proprio gioco e dimostrare di poter essere un attaccante capace di fare la differenza non solo in C ma anche in B. Per questo io gli ho affibbiato il soprannome di ‘Sir William Wallace’ perché lui è un combattente impavido come il protagonista di Braveheart… Se lo è anche tatuato sul braccio. Dallo scorso anno a Teramo qualcosa è scattato nella sua testa e a Pescara in questa sua prima stagione da protagonista in B sta dimostrando di essere un attaccante moderno, pronto a sacrificarsi per la squadra, fare le sportellate coi difensori in area di rigore ma anche di trascinare la squadra con i suoi gol. Sa segnare in tutti i modi. Se devo trovare un attaccante mancino così duttile, serio e affamato come mio fratello faccio fatica. Per il percorso e per la parabola mi piacerebbe se riuscisse a ripercorrere le orme di Jamie Vardy… Non sarà semplice ma Gianluca ha davvero tutto per riuscirci”.

Un sogno chiamato mondiale 2018

La sfilza di prodezze con la maglia del Pescara non hanno solamente convinto la Juventus a giocare d’anticipo e bloccarlo per giugno, ma anche il ct del Perù Ricardo Gareca è venuto in Italia per provare a convincerlo a prendere in considerazione l’idea di entrare a far parte del gruppo di giocatori de La Blanquirroja già a partire dal 24 marzo quando il Perù affronterà il Venezuela. Lapadula, che non ha mai visitato lo stato dell’America meridionale ma può avere diritto alla doppia nazionalità avendo la mamma originaria proprio del Perù, è apparso assai lusingato dalle attenzioni e dalle lusinghe dei vertici del calcio peruviano, ma cova anche il sogno di poter raggiungere presto la maglia azzurra della Nazionale. Il presidente Sebastiani e il tecnico Massimo Oddo in tal senso negli scorsi giorni si sono espressi in maniera netta: “Con tutto il rispetto per il Perù, Gianluca dovrebbe aspettare la Nazionale Italiana. Penso che dopo aver giocato cinque partite in Serie A potrà essere già convocato in azzurro. Ha tutto per diventare un grande calciatore e imporsi in massima serie”.
Il fratello Davide in questo dibattito preferisce non mettere becco non nascondendo però una punta d’orgoglio: “Per mia madre, mia sorella e tutta la nostra famiglia sapere che il ct del Perù sia volato apposta a Pescara per corteggiare mio fratello è già qualcosa che ci ha fatto enorme piacere. Noi in questa fase stiamo cercando di non influenzarlo perché la scelta è delicata e soprattutto personale. Io personalmente mi auguro di vederlo giocare i mondiali del 2018. Ha tutto per farcela e sarebbe davvero la degna chiusura del cerchio a un percorso non facile ma che hanno reso mio fratello Gianluca l’attaccante che è oggi”.
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