Italia-Polonia, 5 verità: Bastoni veterano, azzurri più forti delle assenze, delusione polacca
Aggiornato 16/11/2020 alle 10:32 GMT+1
NATIONS LEAGUE - Il difensore dell'Inter si conferma un big del ruolo a dispetto dei suoi 21 anni. E ora, come Berardi, può sperare di essere preso in considerazione da Mancini per gli Europei. Gli azzurri si dimostrano più forti dell'emergenza, i polacchi di Lewandowski deludono.
Più forti dell’emergenza (oltre 20 gli assenti totali nel gruppo azzurro), consapevoli sempre e comunque della propria forza: l’Italia regola anche la Polonia (che appena un mese fa aveva bloccato gli azzurri di Roberto Mancini a Danzica sullo 0-0) e chiude la pratica primo posto nel girone A di Nations League con una giornata d’anticipo. Un gol per tempo di Jorginho e Berardi permettono all’Italia di avvicinare il traguardo dell’esordio nelle Final Four della Nations League 2021. Un traguardo che permetterebbe alla nostra Nazionale subito dopo i prossimi Europei, posticipati di un anno a causa del Covid, di giocarsi anche una chance in questo neonato torneo. Ma quali spunti ci ha lasciato questa partita? Ecco le nostre 5 verità...
1) L'Italia è più forte delle assenze
Quanti elementi mancavano all'Italia? Tanti, tantissimi. Bonucci, Chiellini, Immobile, Chiesa, Verratti, eccetera eccetera. Quasi impossibile contarli, tra infortuni e Covid. Pure Roberto Mancini è stato costretto a vedersi la partita da casa. Eppure gli azzurri, in piena emergenza e senza il proprio commissario tecnico ai bordi del campo, hanno messo in mostra una prestazione perfetta. Di qualità, di grinta, di voglia. Mettendo il bavaglio alla Polonia dal primo all'ultimo minuto, riscattando un paio di uscite così così e balzando di prepotenza al primo posto del raggruppamento. Che bella mentalità.
2) Muro Bastoni: ha la personalità del veterano
Seconda presenza in Nazionale. La prima mercoledì scorso, contro l'Estonia, in un'amichevole senza storia. Avversario da tenere sotto controllo al Mapei Stadium? Un certo Robert Lewandowski. Una missione da far tremare i polsi. Eppure Alessandro Bastoni non ha fatto una piega, ergendosi a baluardo difensivo assieme ad Acerbi. Gli anni sono 21, bene ricordarlo. Ma la personalità è quella del veterano. Anche con la maglia dell'Italia, con cui ora può legittimamente sperare in una chiamata per gli Europei, e non solo con quella dell'Inter.
3) Berardi, scusate il ritardo: anche lui sogna gli Europei
Inserito da Evani al 64', in gol una ventina di minuti più tardi. Oltre a una serie di iniziative apprezzabili in un finale a campo aperto. Finalmente Domenico Berardi. L'eterno incompiuto che pareva aver tutto per sfondare anche in Nazionale e invece, a 26 anni, si ritrova con appena due reti all'attivo. Entrambe segnate nell'ultimo mese, peraltro: una alla Moldavia e l'altra ieri sera. Ma siccome il detto “meglio tardi che mai” vale anche nel mondo del pallone, anche l'esterno del Sassuolo, come Bastoni, può sognare di salire sull'aereo per gli Europei. Anche se la concorrenza, da Chiesa a Bernardeschi, non manca. Sarà una bella lotta.
4) Polonia mediocre: il solo Lewandowski non può bastare
La Polonia aveva la grande occasione di mantenersi in vetta al girone, ma si è dimenticata di scendere in campo. Irretita in tutto e per tutto da una dominante Italia. Il solo Lewandowski, il miglior centravanti del calcio europeo, non può bastare: a suo sostegno ci sono troppi giocatori mediocri. Lo si era notato già un mese fa a Danzica, nonostante il pareggio senza reti, e la storia si è ripetuta ieri sera. Il gioco latita e la qualità pure. La qualificazione alla Final Four di Nations League è ormai un miraggio.
5) Calcio senza VAR: non ci siamo più abituati
Lewandowski che rifila una gomitata a Bastoni senza essere nemmeno ammonito, l'arbitro Turpin che quasi convalida il gol di Insigne con Belotti in evidente fuorigioco, un rigore negato all'Italia dopo la "parata" in area di Bednarek. Serata non semplice e poco fortunata per il direttore di gara francese. Il problema è che in Nations League non c'è la VAR a rintuzzare errori e sbavature dei fischietti. Il calcio pre 2017 rivive con i suoi pregi e i suoi difetti. Un bene per chi proprio non sopporta che un pallone rotolante venga "sporcato" dalla tecnologia, un male per chi vede nella moviola in campo la salvezza. Di certo, al calcio senza VAR non siamo più abituati.
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