Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Dall'Inghilterra all'Inghilterra: cos'è successo (e cosa potrebbe succedere)

Roberto Beccantini

Pubblicato 10/06/2022 alle 10:18 GMT+2

NATIONS LEAGUE - Da Italia-Inghilterra finale degli Europei a Inghilterra-Italia tappa di Nations League, è successo che i meriti e lo stellone della marcia verso Wembley si sono trasformati nella pancia piena e nei capricci del viaggio verso il Qatar. Lo 0-3 dell'Argentina ha sigillato un ciclo. L'1-1 di Bologna con la Germania e il 2-1 di Cesena con l'Ungheria ne hanno aperto un altro.

Mancini: "L'Italia non è ancora squadra ma questi giovani hanno futuro"

Era l'11 luglio del 2021, sarà l'11 giugno del 2022. Manca un mese alla ricorrenza tonda ma da Wembley a Wolverhampton, da Italia-Inghilterra finale degli Europei a Inghilterra-Italia tappa di Nations League, è successo di tutto, persino troppo. Laureati «cum laude» nell'aula magna dei maestri e poi sbattuti fuori dal Mondiale per mano di una Macedonia «qualunque» a Palermo, casa nostra. Roberto Mancini, il ct dal tocco (e dal cerchio) magico precipitato nella spirale popolare e populista della ghigliottina.
Non pochi ne invocarono la testa, o covarono la speranza che si dimettesse. Molti, inoltre, avrebbero gradito che sloggiasse anche Gabriele Gravina, il presidente federale, reo di non si sa bene cosa: mica aveva ciccato lui i rigori contro la Svizzera. Responsabile, al massimo, di aver ribadito la fiducia nel Mancio, scovato, a suo tempo, dal commissario straordinario Roberto Fabbricini, e da Gravina stesso supportato-sopportato con il minimo sindacale del gradimento. All'epoca, non certo dopo.
picture

Roberto Mancini durante Italia-Argentina, 1° giugno 2022. Foto di Federico Maranesi per Getty Images

Credit Foto Getty Images

È successo che i meriti e lo stellone della marcia verso Wembley si sono trasformati nella pancia piena e nei capricci del viaggio verso il Qatar. Un film già visto, una trama già recensita. L'invasione degli stranieri aiuta a spiegare le sconfitte, mai le vittorie. Strano, no? Si perde per «colpa» loro, si vince «nonostante» loro.
È successo che staccarsi dal branco che ti ha portato così in alto non è mai semplice. Al punto che noi della stampa ci appostiamo dietro ai cespugli della partite e spariamo, esclusivamente, «sui» risultati. Mai prima. Mica scemi.
Solo il grande (Niccolò) Paganini non (si) ripeteva. Mescolati, il miracolo di luglio e lo scempio di marzo fissano i confini estremi del valore medio del nostro gruppo. Al netto di infortuni, episodi e scelte.
picture

Mancini: "Rivoluzione? Gli altri meritavano di giocare quelle partite"

Lo 0-3 dell'Argentina ha sigillato un ciclo. L'1-1 di Bologna con la Germania e il 2-1 di Cesena con l'Ungheria ne hanno aperto un altro. Vi rinfresco la memoria con la formazione che Mancini schierò, un anno fa, a Londra: Donnarumma; Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson Palmieri (13' sts Florenzi); Barella (10' st Cristante), Jorginho, Verratti (6' pts Locatelli); Chiesa (41' st Bernardeschi), Immobile (10' st Berardi), Insigne (1' pts Belotti). Questa, viceversa, l'Italia di martedì scorso: Donnarumma; Calabria, Mancini, Bastoni, Spinazzola (30' st Dimarco); Barella (39' st Tonali), Cristante, Pellegrini (21' st Locatelli); Politano (30' st Belotti), Raspadori (39' st Zerbin), Gnonto.
picture

Gnonto mania: l'Inter, Messi e il coro tormentone...

In pratica, il mondo rovesciato. Chiusa l'era di Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, ecco sulla rampa di lancio Alessandro Bastoni e Gianluca Mancini. E, nel tridente, il fisico e la mappa di Lorenzo Pellegrini al posto dei sentieri di Lorenzo Insigne. I cardini restano il portiere e Nicolò Barella. Il battesimo di Wilfried Gnonto ha scosso l'attacco, il tremendismo geometrico di Sandro Tonali ha rianimato il centrocampo, insieme al contributo fisico di Bryan Cristante. Meno tiki-taka, più rasoiate verticali: adeguarsi è sempre segno d'intelligenza.
Tirare già le somme, invece, sarebbe un atto di presunzione cosmica. Il trasloco da isola del tesoro ad atollo arido sprigiona spesso le analisi più selvagge, ma in trincea vanno i piedi dei giocatori, non le lavagne degli allenatori. Non avendo fuoriclasse da sbandierare o proteggere, la quantità bulimica dei calendari, paradossalmente, ci aiuta. Si gioca troppo, e così ci si confonde meglio. Ci si può rialzare in fretta, anche se il passato, per fortuna o per sfortuna, non passa mai.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini.
picture

Mancini: "Spinazzola ci è mancato tanto. Con lui e Chiesa..."

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Match collegati
Pubblicità
Pubblicità