Nations League - Le 5 verità di Spagna-Italia 2-1: Frattesi merita le attenzioni, per Bonucci è il canto del cigno?

Spagna-Italia, seconda semifinale della Nations League 2022/23, è terminata sul punteggio di 2-1, frutto delle reti di Yeremy Pino, Immobile su rigore e Joselu, quest'ultimo all'88'. Gara arbitrata dallo sloveno Slavko Vincic. Con questo risultato la Spagna si giocherà la finale contro la Croazia, mentre l'Italia dovrà disputare la finale per il terzo e quarto posto contro l'Olanda.

Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la partita del De Grolsch Veste di Enschede.

Nel primo tempo si è vista una bella Italia, libera, sciolta, sbarazzina, verticale. Nel secondo tempo no, abbiamo sofferto e di ripartenze a un certo punto nemmeno a parlarne. In realtà ci siamo visti annullare un gol di Frattesi e sempre Frattesi avrebbe potuto dare un'impronta ben diversa alla semifinale. Insomma, discreti segnali in vista del futuro. Però il discorso non cambia rispetto al recente passato: la Spagna ci è superiore e, come ammesso dopo la partita da Roberto Mancini, “ha meritato di vincere, anche se ha trovato il gol solo nel finale”. Possesso palla, imbucate, pericolosità: la Roja è un passo avanti. E giustamente andrà a giocarsi la Nations League contro la Croazia.

Diceva Leonardo Bonucci proprio alla vigilia della partita: "L'azzurro mi dà energia dopo un anno difficile". E invece: pronti-via, primo pallone quasi perso, secondo pallone perso, gol della Spagna. Non esattamente il modo migliore per giustificare la scelta di Roberto Mancini di consegnare al difensore della Juventus una maglia da titolare, piazzandolo al centro della retroguardia a tre tra Toloi e Acerbi. Reduce da una stagione complicatissima, tra infortuni e i ben noti problemi di squadra, Bonucci continua a suscitare dubbi e punti interrogativi: è giusto proseguire con lui, anche a 36 anni, anche quando il viale del tramonto sembra essere stato imboccato? Come sono lontane le notti degli Europei.

Tornato nel giro azzurro dopo l'esclusione di marzo, Nicolò Zaniolo ha fatto quel che ha potuto. Non moltissimo dal punto di vista tecnico, va detto. Anzi: si ricordano il rigore guadagnato, con un tiro che peraltro sarebbe finito in fallo laterale, una gran palla per Frattesi e poco altro. Da sufficienza stiracchiata al massimo, o forse neanche quella. Hanno però colpito in positivo la sua disponibilità al sacrificio, le corse – anche vane – in pressing, la collettività posta davanti all'individualità. Come a dire: io ci sono. E ho tutta l'intenzione, nonostante il polemico trasferimento in un campionato di secondo piano, di tenermi stretta la Nazionale.

Corsa, lavoro difensivo, inserimenti, un gol annullato, un altro sfiorato. E, soprattutto, la sensazione di trovarsi a proprio agio anche in un contesto del genere. Davide Frattesi non ha tremato e si è meritato la fiducia concessagli da Mancini, coronando così la bellissima stagione disputata con il Sassuolo. Radiomercato chiama: dopo il mancato trasferimento alla Roma di 12 mesi fa, che l'ex monzese ha mal digerito, ora sono Inter e Juventus a farsi concretamente sotto per averlo. Nelle prossime settimane si preannuncia un duello mica male per averlo. Attenzioni meritate: chi se lo porterà a casa farà un affare.

Il solito metronomo: un tocco di qua, una giravolta di là, ordine sempre e comunque. Rodri non ruba l'occhio, ma ruba palloni ed energie agli avversari. E quando serve, anche se non lo fa spessissimo, sa pungere anche nei pressi delle aree avversarie: in meno di una settimana ha deciso una finale di Champions League e, con quel tiro dal limite diventato un assist per Joselu, ha contribuito a portare la Spagna in finale di Nations League. Calciatore totale.