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Ungheria, allenatore protesta per i buu razzisti dei tifosi, l'arbitro lo espelle dal campo. Squalificato per 1 mese

Stefano Dolci

Aggiornato 28/10/2022 alle 14:52 GMT+2

UNGHERIA - Sta destando da giorni scandalo, l'assurda vicenda occorsa al tecnico olandese dello Zalaegerszegi, Ricardo Moniz che sabato scorso è stato espulso dall'arbitro per aver preso le difese dei suoi giocatori di colore, vittime di insulti razzisti e buu dei tifosi sugli spalti. Moniz non solo è stato cacciato dal campo ma ha pure rimediata una sospensione di un mese.

Ricardo Moniz

Credit Foto Eurosport

Cacciato dal campo con un cartellino rosso e sospeso per un mese dal giudice sportivo per aver difeso alcuni suoi calciatori da buu e insulti razzisti che piovevano dalle tribune. E’ l’assurda storia che arriva dall’Ungheria – nazione, purtroppo, non nuova a questo tipo di episodi sconcertanti – dove il tecnico olandese dello Zalaegerszegi Ricardo Moniz, è stato punito con una sospensione da tutte le attività sportive professionistiche legate al calcio dalla Federcalcio ungherese per aver protestato contro gli insulti a sfondo razziale del pubblico sugli spalti.
L’episodio controverso è avvenuto nel corso del match andato in scena sabato scorso fra Honved e Zalaegerszegi, Moniz sentiti i buu razzisti all’indirizzo dei suoi calciatori è uscito dalla propria area tecnica per protestare con l’arbitro che lo ha addirittura espulso dal campo. Già pochi giorni prima – nella partita di mercoledì 19 ottobre in Coppa d’Ungheria – l’allenatore olandese aveva riferito di essersi rivolto al quarto uomo per lo stesso motivo, ricevendo come risposta uno sconcertante: “non abbiamo sentito niente”. Il tecnico, difeso dal suo club, ha raccontato la vicenda ai microfoni del quotidiano olandese de Volkskrant.
Ogni volta che il nostro attaccante congolese Christy Manzinga prendeva palla dalle tribune si udivano solo versi di scimmia. In quattro giorni era già la seconda volta che accadeva e sabato non ci ho davvero visto più. Mi sono recato dall’arbitro e gli ho detto ‘devi farli smettere’. Mi ha mostrato il cartellino rosso e mi ha espulso.

"Zero indagini, l'unico a pagare sono io ma 10 anni qui era pure peggio..."

Il tecnico racconta come non sia state aperte indagini in merito alla vicenda accettando solo la versione scritta sul referto arbitrale.
"Non ci sono state indagini o colloqui con il direttore gara, gli addetti al campo o gli inservienti presenti allo stadio. Sono stato sanzionato solo io. Per fortuna il club mi sostiene e anche sui media ha fatto rumore questa vicenda però in questo paese è difficile rompere questo muro di comportamenti e ribellarsi a simili atteggiamenti inqualificabili. Dieci anni fa comunque, quando allenavo il Ferencvaros, era peggio. Il nostro direttore tecnico conosce bene Orbán. Mi ha detto che mi sostiene ma non ha parlato coi media di questa vicenda ma si sta orientando per sensibilizzare contro questo tipo di comportamenti inqualificabili”.
Moniz ha, infine, parlato anche della stato d’animo di Manzinga: l'attaccante della Repubblica del Congo vittima degli ululati razzisti il cui morale è ovviamente a pezzi.
"Christy è molto turbato, si sente ferito nell’anima. Io l'altro giorno, gli ho detto: 'Siamo tutti al tuo fianco, questo ti renderà molto più forte mentalmente' ma capisco che non è facile perché ora c’è trambusto e se ne parla ma quanta sincerità c'è in tutti questi discorsi? Cambierà davvero qualcosa anche per il fratello, la sorella di Christy o tutti coloro che vengono bullizzati e scherniti solo per il colore della loro pelle. Senza tifosi il calcio non è niente, lo abbiamo visto durante la pandemia ma servono regole e valori umani e condivisi. Rimango una persona positiva e spero che questo tipo di episodi presto non si verifichino più”.
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John Barnes e la sua lotta al razzismo nel Calcio inglese

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