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Ciclismo - Tadej Pogacar può vincere il Giro d'Italia e il Tour de France nello stesso anno?

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 27/04/2024 alle 10:49 GMT+2

CICLISMO - Il campione sloveno proverà a compiere un'impresa che manca dal 1998, quando Marco Pantani conquistò la doppietta Giro d'Italia-Tour de France.

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Poche ore fa Tadej Pogacar e gli account social del Giro d'Italia hanno deciso di rompere l'internet. Il prodigio sloveno e la corsa rosa, di comune accordo, hanno annunciato una sorta di - passateci il termine - partnership: nel 2024 il nativo di Komenda sarà per la prima volta sulle strade italiane del Giro. L'obiettivo? Dare l'assalto al Trofeo Senza Fine, uno dei pochi che manca alla sua collezione. Qualche rumor su questa possibile "collaborazione" era filtrato già nei mesi scorsi, ma più che altro erano supposizioni. Tadej al Giro? Impossibile dai, vuole solo il Tour. E invece Mauro Vegni e RCS hanno sfornato un altro mezzo capolavoro, attirando in Italia il più generazionale tra i ciclisti che hanno rinnovato la disciplina della fatica. Inoltre, dopo il soggiorno tricolore, evidentemente non sazio, il demone (appellativo che nell'ultimo periodo va parecchio di moda) sarà anche al via del Tour de France "italiano", per tentare una clamorosa doppietta. Inutile ricordare che non riesce dal 1998, quando un noto elefantino di Cesenatico decise di ribaltare prima Tonkov e poi Ullrich, ma se c'è un ciclista che può sognare questo bis è proprio lui: il bimbo d'oro.

Giro-Tour, un po' di storia

Partiamo con una precisazione d'obbligo e qualche dato. L'accoppiata Giro-Tour è senza dubbio quella più affascinante e ardua, ma nella storia del ciclismo ci sono state delle doppiette Tour-Vuelta (Froome 2017) e Giro-Vuelta (Contador 2008) altrettanto leggendarie. Sicuramente a livello di marketing valgono "meno", ma lo sforzo che hanno prodotto quei ragazzi sarà lo stesso che dovrà fare Pogacar. In generale, nella storia del ciclismo, sono stati solamente in 7 quelli che hanno vinto Giro e Tour nello stesso anno: Eddy Merckx 4 volte, Bernard Hinault 3 volte, Fausto Coppi 2 volte, Jacques Anquetil 2 volte, Miguel Indurain 2 volte, Stephen Roche 1 volta e, come già scritto, Marco Pantani.
Nelle ultime decadi, data la difficoltà dell'impresa, sostanzialmente nessuno ci ha provato con cognizione di causa, ma nel 2018 sono stati addirittura in due a sfiorarla: stiamo parlando di Chris Froome e Tom Dumoulin, rispettivamente primo e terzo (il britannico, ndr) e due volte secondo (l'olandese, ndr). Erano partiti esplicitamente con quell’obiettivo? No, ma in corso d'opera si sono ritrovati a combattere per qualcosa di epocale. Dal 2019 in avanti, invece, solamente vincitori e podi spaiati, fino alla discesa in campo di Tadej, che tra qualche mese proverà a mettere insieme il sogno coltivato dal keniano bianco e la farfalla di Maastricht.
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Giro-Tour, è fattibile?

Stefano Rizzato, giornalista RAI in questi giorni molto vicino a Pogacar e soprattutto a Joxean Fernández Matxin (Team Manager dell'UAE), ha annunciato quelle che - nelle idee di squadra - saranno le lineup che accompagneranno "Pogi" nell'impresa. La squadra del Giro sarà formata da Vine, Majka, Großschartner, Rui Oliveira, Molano, Bjerg e Novak, mentre quella del Tour sarà una sorta di all-star team composto da Adam Yates, Ayuso e Almeida (e tanti altri ancora da scoprire tra cui Sivakov, Soler, Politt, ecc...). Una scelta che ad oggi sembra ben ponderata: distribuire lo sforzo e le risorse in base alla difficoltà dell'evento.
Al Giro, secondo una prima stima, Pogacar dovrebbe pedalare senza grossi problemi. È logico che stiamo ragionando a dicembre e sulla sabbia, pronti a essere cancellati dalla prossima onda, ma lo sloveno è troppo forte rispetto alla concorrenza e una squadra composta da Vine, Majka e Großschartner dovrebbe bastare per trainarlo verso la vittoria. I gregari entry-level come Rui Oliveira, Bjerg e Novak lo proteggeranno in pianura e faranno una sorta di prima scrematura, mentre gli altri completeranno il lavoro, in attesa degli attacchi di Tadej.
Al Tour, invece, la questione si complica. Non tanto per la UAE, sempre fortissima e completa, quanto per i rivali. Vingegaard, Kuss, Geoghegan Hart, Evenepoel, Roglic, Mas. La corsa francese è nei sogni di tutti i GC leaders, per cui Pogacar dovrà metterci l'anima per conquistarla. Sulla carta ci sono gli uomini, gli stimoli e le motivazioni giuste per tentare l'assalto, ma - al contrario del Giro - non dipenderà solo da lui. Vingegaard nelle ultime due edizioni si è dimostrato superiore, Evenepoel è un rivale noioso su tanti terreni e Roglic, con la nuova squadra, potrà sfruttare al massimo le sue potenzialità.
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Ma quindi ce la fa?

Difficile dirlo ora. Chi vi scrive è convinto che Pogacar, con la preparazione giusta (e in UAE, sotto questo punto di vista, hanno uno dei migliori), possa provarci seriamente, poi sarà la strada a confermare o smentire questa opinione. Sicuramente Gianetti e Matxin non sono due stolti, per cui se hanno pianificato questa doppietta è perché secondo loro c'è margine per attuarla. Al Giro, come scritto sopra, lo sloveno potrebbe vincere senza patemi, magari già nella seconda settimana, mentre al Tour de France servirà la perfezione: sua e della squadra.
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