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Le pagelle del Tour (2)

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DaEurosport

Pubblicato 24/07/2005 alle 18:48 GMT+2

Ecco le pagelle del Tour: in questa seconda parte la Discovery Channel, la T-Mobile, gli spagnoli, Leipheimer, Evans e Landis.

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Credit Foto Eurosport

Discovery Channel - voto 9.5
Lo stesso voto del loro campione, meno mezzo punto per la distrazione riscontrata nella tappa di Gérardmer, quando, su una salita pedalabile, Armstrong si ritrova senza compagni in mezzo a un'orda di avversari ancora freschi e con pensieri pericolosamente velleitari. Il bastone (per la carota c'è sempre tempo) arriva opportuno, duro e puntale e da allora gli esploratori superano addirittura il rendimento passato dei postini: alla pretesa perfezione, infatti, si aggiungono due vittorie di tappa, sfizi che, nei sei anni precedenti, mai i gregari di Armstrong si erano potuti concedere. Due fughe, due uomini, Hincapie e Savodelli, due splendidi successi, ottenuti in virtù di una condizione straripante nonostante gli improbi sforzi profusi ininterrottamente. Sempre ordinati in pianura col vecchio Padrnos e il giovane Noval, sulle salite più dure un terzo del drappello è sempre della banda Armstrong. Si resta in quindici? Hincapie, Savoldelli, Azevedo, Rubiera e Popovych ci sono. Si resta in 9? Hincapie e Popovych sono ancora lì, sempre in testa. Poi, a Basso e a Ullrich, ci penserà il campione. Chiudono quasi al completo: il solo Beltràn si deve arrendere a una brutta caduta. Straordinari nella cronosquadre. Che squadra...
T-Mobile - voto 5
Sulla carta fortissimi, pieni di campioni dalle illimitate ambizioni, non sposano la filosofia del "tutti per uno" della Discovery Channel. Una formazione a tre teste: il capitano storico (Ullrich), non offrendo sufficienti garanzie, rischia già in partenza di perdere i gradi a favore di colui che si suppone più in forma (Vinokourov), mentre il secondo posto conquistato lo scorso anno impone all'attenzione anche Kloeden. In teoria una corazzata, in pratica un'Armata Brancaleone. Non c'è accordo tra chi dovrebbe collaborare, si scatta senza criterio alcuno. Vinokourov, al di là delle due bellissime vittorie di tappa e del quinto posto assoluto (sia ben chiaro, non è poco, un 7.5 al suo Tour), è il primo a fare il vuoto tra i migliori, ma anche il primo a pagare dazio: la gestione degli sforzi, per il kazako, è un'utopia. Kloeden, dopo l'exploit del 2004, ha già imboccato la parabola discendente: una microfrattura al polso lo costringe al ritiro quando per lui i giochi sono chiusi. Una condotta tattica sciagurata per poco non costa anche l'unica classifica alla portata, quella a squadre. Tutto questo senza voler infierire, imputando alla squadra anche la cattiva gestione di un campione fragile come Ullrich. La miglior consolazione è Beppe "Turbo" Guerini che, a sei anni dal trionfo sull'Alpe d'Huez, si impone sul traguardo di Le Puy en Velay, grazie a un'azione da vero finisseur.
Gli spagnoli - voto 5 (media tra Mancebo e Valverde, voto 7 e tutti gli altri, voto 3)
Che Beloki non sarebbe mai più tornato a livelli competitivi dopo il bruttissimo incidente del 2003, si sapeva, ma un Heras e un Mayo in condizioni tanto penose, proprio nessuno se li aspettava. Mai in evidenza, sempre i primi a staccarsi, vittime indolenti delle medie spaventose tenute nelle prime due settimane. Imbarazzanti. Discorso inverso per il regolarista dalla testa reclinata Paco Mancebo, apparentemente sempre al gancio, ma mai morto: l'ultima cronometro, anziché penalizzarlo, gli vale il quarto posto assoluto. Una menzione particolare anche per Valverde, splendido vincitore della tappa di Courchevel, unico capace di battere Armstrong sul campo, anche se solo in volata. Si ritira in quinta posizione in classifica generale in seguito a un problema al ginocchio: non ci è dato sapere se il maggior talento spagnolo in circolazione sia già da podio. Sempre a proposito di spagnoli, sarebbe un delitto non ricordarsi di Oscar Pererio Sio, sempre all'attacco, vincitore di una frazione ed entrato per il secondo anno consecutivo nei top ten ai danni di Christophe Moreau, unica freccia francese (spuntata).
Leipheimer, Evans e Landis - voto 6.5
Il medesimo voto per i tre anglofoni, capaci di recitare la parte di comprimari al meglio delle loro possibilità: in salita sono gli ultimi a staccarsi dal trio Armstrong-Basso-Ullrich e i primi a rientrare non appena il ritmo cala. Chiudono rispettivamente sesto, ottavo e nono in classifica generale. Leipheimer meriterebbe almeno mezzo voto in più per la miglior posizione e per la tenuta in montagna, ma anche qualcosa in meno per l'ultima cronometro, corsa al di sotto delle aspettative imposte dalla scuola americana. L'australiano, dei tre, è forse il meno convincente in montagna, ma ha dalla sua la bella azione della 16esima tappa, che l'ha portato a mangiare oltre tre minuti ai diretti avversari. Si difende più che dignitosamente anche l'ex scudiero di Armstrong, Floyd Landis, anche se non brilla certo per iniziativa: va aggiunto però che il suo ex capitano, offeso per l'abbandono, gli avrebbe fatto la guerra in corsa in tutti i modi e ad ogni occasione. Nel caso fosse vero, un 10 per la tenuta psicologica.
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