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Vuelta 2020 - Bravo Carthy sull'Angliru, ma il record di Heras resta imbattibile

Luca Stamerra

Aggiornato 03/11/2020 alle 10:25 GMT+1

VUELTA - Proviamo ad analizzare i tempi di scalata dell'Angliru per capire se le prestazioni dei vari Carthy, Carapaz e Roglic siano buone o meno. Certo, Roglic ha perso ma poteva andare peggio si potrebbe dire... Bravo Carthy con questa vittoria, ma siamo lontani dai tempi record di questa mitica salita.

Hugh Carthy of The United Kingdom and Team EF Pro Cycling / Richard Carapaz of Ecuador and Team INEOS - Grenadiers / Enric Mas Nicolau of Spain and Movistar Team White Best Young Jersey on Angliru in Stage 12 of La Vuelta

Credit Foto Getty Images

Hugh Carthy è riuscito ad aggiudicarsi una vittoria che resterà nella sua storia. Un gregario diventato capitano dopo l'uscita di scena di Daniel Martínez e che ora si gioca la Vuelta insieme a Roglic e Carapaz. Ma andando ad analizzare i tempi del britannico e dei suoi avversari, non sono da record. C'è da considerare, ovviamente, tanti aspetti. Siamo a novembre e in altri momenti, la stagione sarebbe già conclusa. La fatica è tanta e lo si vede anche dai tempi che i corridori di questa edizione hanno piazzato alla Farrapona, lontani dai tempi da record dell'altra salita asturiana. Questa edizione dell'Angliru ha visto, comunque, risultati migliori rispetto alla Vuelta 2011 (Cobo vs Froome vs Wiggins) e alla Vuelta 2017 (Contador vs Froome vs Nibali).

2020: tempi alti se confrontati con il passato

43'34'' il tempo di scalata di Hugh Carthy, l'epico vincitore sull'Angliru nel 2020. Il corridore dell'Education First si è protetto per quasi tutta la salita, fino ad emergere nel momento dell'attacco di Enric Mas. Poi, ai -1,2 km dal traguardo, si è messo in proprio, andando a vincere con 16'' di vantaggio sulla compagnia, facendo la salita alla velocità media di 17,63 km/h. Quello di Carthy diventa l'8° miglior tempo di sempre sulla salita asturiana, lontana dal record di Roberto Heras che piazzò un più significativo 41'55'' nel 2000. Altri tempi. Carapaz ha fatto la salita in 43'50'', non da dimenticare la prestazione di Roglic che ha chiuso in 44' netti. Lui che non è uno scalatore puro. In sostanza, lo sloveno ha fatto meglio dei tempi di Joaquim Rodríguez (44'10'') e Carlos Sastre (44'44'') del 2008, quando i due spagnoli vennero spazzolati via da Alberto Contador. Quindi bravo a Roglic che ha limitato i danni, anche se bisognerà capire se questa salita gli rimarrà sulle gambe nell'ultima settimana di Vuelta.
  • I migliori tempi di sempre sull'Angliru
CorridoreTempoVelocità media
Roberto Heras (2000)41'55''18,32 km/h
Chris Horner (2013)43'06''17,82 km/h
Alberto Contador (2008)43'12''17,78 km/h
Pavel Tonkov (2000)43'24''17,70 km/h
Roberto Laiseka (2000)43'24''17,70 km/h
Alejandro Valverde (2013)43'34''17,63 km/h
Vincenzo Nibali (2013)43'34''17,63 km/h
Hugh Carthy (2020)43'34''17,63 km/h
Aleksandr Vlasov (2020)43'50''17,52 km/h
Enric Mas (2020)43'50''17,52 km/h
Richard Carapaz (2020)43'50''17,52 km/h
Alejandro Valverde (2008)43'54'17,49 km/h
Roberto Heras (2002)43'55''17,49 km/h
Juan José Cobo (2011)43'57''17,47 km/h
Primoz Roglic (2020)44'00''17,45 km/h

Il record di Heras, la salita di Chris Horner

Come detto, il record di scalata dell'Angliru fu quello di Roberto Heras che piazzò un sorprendente 41'55'' nel 2000, alla velocità media di 18,32 km/h. Un tempo mai battuto nel corso delle stagioni. Era l'anno della sfida tra Heras e Tonkov, con il russo che piazzò comunque un ottimo 43'24'' insieme allo scalatore Roberto Laiseka dell'Euskaltel. In quella stagione, Roberto Heras visse un momento straordinario di forma, tanto che Tonkov arrivò addirittura 3° in classifica generale 'schiantato' dalla fatica (Ángel Casero si piazzò 2°). A vincere quella tappa, ricordiamolo, fu Gilberto Simoni con il tempo di scalata di 46'50'', un tempo alto, ma in quel frangente “Gibo” era andato in fuga firmando un'incredibile impresa. Simoni ha comunque un record, considerando che il secondo di quella tappa fu Jan Hruska che arrivò al traguardo con 2'19'' di distacco, il distacco più alto di sempre sull'Angliru tra 1° e 2°.
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Vincenzo Nibali e Chris Horner sull'Angliru nel 2013

Credit Foto From Official Website

La vera impresa e anomalia è il tempo di Chri Horner nel 2013. Quella volta vinse Elissonde, anche lui andato in fuga, ma il 41enne statunitense piazzò un tempo di salita di 43'06'', sbaragliando la concorrenza di Valverde e Nibali (43'34''), i suoi inseguitori in classifica generale. Il corridore della RadioShack aveva già preso la maglia roja ad Oviedo, quel giorno vinse anche la Vuelta andando a +37'' su Nibali.

Contador nel 2008, Froome ci perse una Vuelta nel 2011

Il 2008 fu l'anno di Contador. Non fece il Tour perché la sua Astana - squadra in cui era appena arrivato - non fu invitata, e lo spagnolo fece così doppietta Giro+Vuelta, completando la Tripla Corona in poco più di un anno (il corridore che ci ha impiegato meno tempo nella storia). L'Angliru fu la sua tappa e il corridore di Pinto fece il vuoto, dando 42'' ad Alejandro Valverde, 58'' a Joaquim Rodríguez e 1'32'' a Carlos Sastre. Contador ci impiegò 43'12'', andando a 17,78 km/h, che resta il terzo miglior tempo di sempre.
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Alberto Contador vincitore sull'Angliru - Vuelta 2008

Credit Foto Getty Images

Nel 2011 fu un'edizione molto particolare con Froome e Wiggins a sfidarsi nella stessa squadra, beffati da Cobo. Lo spagnolo ci impiegò 43'57'', quasi un minuto in meno di Froome (44'45'') che perse così la Vuelta anche a causa della rivalità interna al Team Sky. Quella Vuelta gli fu, comunque, assegnata a tavolino dopo le confessioni di Cobo che ammise l'utilizzo di sostanze dopanti.
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Contador e l'Angliru: "Il finale migliore possibile"

Ancora più alti i tempi del 2017

L'ultima volta che venne scalato l'Angliru fu nell'edizione del 2017, quella della sfida Froome-Nibali con la vittoria in vetta di Alberto Contador. Vittoria epica quella del madrileno che chiuse la sua carriera con un successo epico sulla montagna asturiana (per la seconda volta in carriera). Contador ci mise 44 minuti e 46 secondi, ma il corridore della Trek Segafredo dovette amministrarsi perché partì all'attacco ancor prima dell'inizio della salita, con Pantano a lanciarlo nella parte finale della discesa dell'Alto del Cordal. 44'38'' fu il tempo di Froome che giunse terzo e vinse la Vuelta, 45'15'' fu il tempo di Nibali che dovette accontentarsi del 2° posto in classifica generale. Da notare che entrambi furono trainati dai rispettivi ultimi uomini in salita: Poels fu l'angelo custode di Froome e Franco Pellizotti quello di Nibali. Tempi da considerarsi alti, anche se c'è l'attenuante visto che quel giorno l'asfalto era molto scivoloso (Nibali cadde nella discesa) e pioveva, rendendo quella tappa ancora più ostica.
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L'ultima di Contador! Il Pistolero stravince sull'Angliru

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