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F1, il paragone di Newey: "Verstappen è già leader, Raikkonen non lo è mai stato"

DaOAsport

Aggiornato 20/06/2020 alle 12:40 GMT+2

Dal nostro partner OAsport.it

Kimi Raikkonen e Max Verstappen

Credit Foto Getty Images

Adrian Newey è ormai in Formula 1 da più di trent’anni. Ha realizzato monoposto capaci di vincere il titolo iridato in tre diversi decenni e ha avuto a che fare con una pletora di campioni del mondo. Riguardo il suo rapporto professionale con i piloti, il sessantunenne britannico ha espresso parole di elogio per l’attuale punta di diamante della Red Bull, ovvero Max Verstappen, durante il podcast Motor Sport Magazine.
"Se si guarda a come Max si comporta sui circuiti, non si direbbe mai che abbia solo 22 anni. Si dimostraun autentico leader e un punto di riferimento all’interno della squadra per tutta la durata del weekend. Questo testimonia come l’esperienza nel proprio campo sia più importante dell’età in sé" ha detto Newey. D’altronde, la precocità è sempre stata una caratteristica dell’olandese, che nonostante debba ancora spegnere 23 candeline, può già vantare cinque stagioni di esperienza in Formula 1, categoria dove ha iniziato a gareggiare prima ancora di conseguire la patente di guida! Inoltre ha cominciato a correre in kart quando aveva solo 4 anni. "Per questa ragione, se parliamo di esperienza in pista, non c’è grande differenza con piloti più anziani, arrivati nel Circus più tardi", ha aggiunto il tecnico inglese.
L’ingegnere britannico ha poi effettuato un paragone con Kimi Raikkonen, giunto in Formula 1 a 21 anni, ma con un pregresso in monoposto decisamente inferiore rispetto a Verstappen. "Kimi all’epoca era un vero e proprio debuttante. Non era in grado di guidare un team, oppure di diventarne il numero uno indiscusso. Per esempio, lui nel 2005 era diventato la prima guida della McLaren, ma nonostante avesse già 25 anni e fosse alla sua quinta stagione, all’interno della squadra non aveva la stessa preponderanza che ha oggi Max in Red Bull".
Insomma, Newey vede in Verstappen un “uomo forte”, ovvero un pilota in grado di accentrare la squadra attorno a sé, qualità che ha fatto le fortune di grandi del passato, quali Ayrton Senna, Alain Prost, Nelson Piquet e Michael Schumacher. Ora, però, per la definitiva consacrazione dell’olandese manca solo un particolare, ovvero il titolo iridato…
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