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Ferrari buio pesto a Miami, il nuovo fondo non basta. Il mistero delle finestre di utilizzo. A Imola si cambia ancora

Paolo Viganò

Pubblicato 08/05/2023 alle 10:38 GMT+2

F1- Il primo sviluppo portato da Maranello a Miami non sembra avere cambiato gli equilibri, con la Ferrari che è anzi tornata a soffrire su un circuito in cui la gestione delle gomme è complicata. Inquietante l'incostanza nei long della SF-23, che sembra entrare e uscire dalle finestre di utilizzo ideale come evidenziato dalla gara e dalle parole di Sainz. A Imola si proverà a cambiare paradigma.

Leclerc amaro: "Fare buoni giri non serve a niente se non li finisci"

Se Baku era sembrato il primo asso nella giusta direzione, a Miami la Ferrari è tornata al buio. Letteralmente, perché team e piloti sono per loro stessa ammissione incapaci di comprendere una macchina che non solo brilla in qualifica per poi evaporare in gara, ma che anche all'interno dei long run evidenzia dati e comportamenti a tratti sconcertanti. Con picchi e cadute prestazionali che lasciano effettivamente intravedere un potenziale, ma che evidenziano anche una precarietà di setup e di utilizzo ottimale non solo delle gomme, ma di tutto il pacchetto, per cui è davvero difficile trovare la bussola. La SF-23 è una macchina poco prevedibile nei comportamenti, incostante indipendentemente dalle condizioni e dunque poco decifrabile. Il che significa che potrebbe bastare una scintilla per fare un balzo in avanti importante, così come potrebbe non bastare un lavoro di mesi. Un bel rebus, su cui le prime risposte dovrebbero arrivare a Imola.

IL NUOVO FONDO NON BASTA

Il primo pacchetto di sviluppo portato in pista dalla Ferrari è un nuovo fondo, montato solo sulla macchina di Leclerc venerdì a Miami e poi su entrambe le rosse il sabato e la domenica. E' sicuramente lo step meno importante nel programma stilato a Maranello per avere a breve una macchina 'Evo', ma al netto delle analisi sui dati - che verranno fatte in settimana a Maranello - non sembra aver portato i benefici sperati. Né sul consumo delle gomme, né tanto meno nel dare maggiore stabilità alla SF-23. Che anzi, forse anche a causa delle scelte azzardate di Leclerc in termini di setup, è apparsa particolarmente nervosa sui cordoli della gara americana. Certo la rossa, ancora più che in Azerbaigian, è parsa un vero e proprio enigma.

LO SCONCERTO DEI PILOTI

Quel che fa vedere in pista la Ferrari è a tratti davvero difficile da comprendere. Vero che a Miami i ferraristi hanno scelto setup diversi, ma se il monegasco nel primo stint su gomma gialla non riusciva minimamente - parole sue - a far girare la macchina, lo spagnolo si è invece trovato piuttosto bene, tanto da tenersi senza apparenti difficoltà negli scarichi di Alonso (e non lontano da Perez) fino al cambio gomme, che ne ha poi affossato le velleità di podio. Ancor peggio, entrambi riscontrano momenti in cui la macchina sembra 'accendersi' per alcuni giri per poi perdere nuovamente ritmo in altri. Come se al minimo variare delle condizioni cambiasse completamente anche il comportamento della macchina, e con esso la prestazione. Una lotteria continua che porta i piloti a guidare al buio sul piano tattico e strategico.

A IMOLA SI CAMBIA

Il nuovo fondo, come detto, è la prima tessera del puzzle. A Imola, fra due settimane, arriverà finalmente la nuova sospensione, su cui si punta parecchio in termini di miglioramento sulla gestione gomme. Poi a Barcellona arriveranno le nuove pance: non soltanto più scavate in basso, come pareva potessero essere già a Miami, bensì totalmente riviste anche sul piano della filosofia progettuale, che andrà maggiormente in ottica delle soluzioni scelte dalla Red Bull. Come ammesso a mezza voce dallo stesso Sainz è ora di provare a cambiare direzione, perché l'enigma della SF-23 trovi una soluzione.
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