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Ferrari, coperta corta e un brodino caldo a Baku. Ma ora serve la cura da cavallo con gli sviluppi per tornare 2ª forza

Paolo Sala

Pubblicato 01/05/2023 alle 12:21 GMT+2

FORMULA 1 - La SF-23 soffre ancora parecchio il degrado delle gomme, dovendo gestire oltremodo i diversi stint di gara per non andare in crisi. Ma il lavoro sui setup iniziato a Melbourne ha permesso quanto meno di sfruttare meglio il pacchetto attuale, anche se il ritmo a pieno carico resta un problema. Ora servono gli sviluppi per mettersi davvero alle spalle Aston Martin e Mercedes.

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Lampi rossi a Baku: la doppia pole position e il terzo posto finale di Charles Leclerc nel Gp di Azerbaigian restituiscono ossigeno alla Ferrari, in apnea dopo lo scioccante avvio di stagione e in attesa di capire se le correzioni che verranno apportate al progetto saranno in grado di fare finalmente emergere il potenziale della SF-23, che i tecnici di Maranello continuano a considerare importante. Un brodino caldo che conferma la competitività della macchina in qualifica, certifica il passo in avanti fatto sul consumo gomme in gara grazie al lavoro di affinamento sul setup, ma evidenzia allo stesso tempo che serve una svolta in termini di sviluppo per permettere ai piloti di spingere invece di guidare sulle uova, come ha fatto Leclerc in diverse fasi del Gp azero.

Coperta corta

Perché la coperta resta corta sotto diversi punti di vista: la Ferrari va forte in qualifica ma paga dazio sul passo gara, e Baku ha dimostrato che i conti non tornano anche all'interno dei singoli stint. Nella Sprint Race Leclerc ha spinto all'inizio ritrovandosi in crisi sulle gomme negli ultimi giri, mentre in gara ha dovuto gestire l'inizio di entrambi gli stint su gomma nuova per tenersi qualcosa alla fine. Equilibrismi per mascherare un problema che, grazie al grande lavoro di affinamento sui setup - iniziato a Melbourne e incrementato durante le tre settimane di pausa - si è quanto meno alleggerito rispetto a Sakhir e Jeddah, ma che resta sul tavolo con tutto il suo carico di conseguenze sulla reale competitività delle rosse. Che evidentemente soffrono soprattutto nelle condizioni di pieno carico, quando gli pneumatici si usurano maggiormente.

Ora c'è correlazione

Per il salto di qualità servono gli attesi sviluppi su fondo, sospensione posteriore e pance, che verranno progressivamente portati in pista fra la prossima gara a Miami e quelle successive, fino a Imola e Barcellona. Intanto è stato importante ottimizzare gli assetti e soprattutto, a Maranello, ricalibrare gli strumenti di lavoro e ritrovare l'omogeneità fra i dati in ambito di simulazione e quelli che restituisce la pista, omogeneità che era clamorosamente venuta a mancare già dal primo e unico test a Sakhir. La preparazione del Gp di Azerbaigian è stata fatta molto meno 'al buio' rispetto alle prime tre.
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Obiettivi realistici

Nel conto però devono rientrare anche le caratteristiche del tracciato di Baku, certamente meno demandanti in termini di carico verticale e di consumo gomme al posteriore rispetto a Bahrain e Arabia, dove erano stati dolori. E allora va anche messo a fuoco che le novità che porteranno ad avere in pista una Ferrari 'Evo' nelle prossime settimane hanno certamente l'obiettivo di mettersi alle spalle Aston Martin e Mercedes, mentre l'idea di sfidare la Red Bull appare decisamente più velleitaria. A meno che gli sviluppi possano davvero togliere un secondo al giro in gara dalle prestazioni delle rosse, e una ipotizzabile plafonatura degli sviluppi Red Bull - dopo lo sforamento del budget cap - possa aiutare a chiudere ulteriormente il gap. Non impossibile, ma comunque improbabile. Senza dimenticare nell'equazione la Mercedes, che a Imola porterà addirittura una versione B della W14, che sconfessa la filosofia tecnica dell'ultimo biennio provando l'azzardo di andare in un'altra direzione.
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A Miami le prime novità

Il primo importante step, un fondo nuovo, dovrebbe arrivare già a Miami la prossima settimana, e si vedrà se darà una mano sul passo gara in attesa di sospensione e pance. Se la Red Bull sarà mai raggiungibile si vedrà in estate, intanto gli scossoni ai vertici della Ges hanno riportato la squadra ai tempi di Binotto: necessità di capire. Innanzitutto se il progetto SF-23 sia davvero sfruttabile per dare continuità al prossimo biennio, oltre che alla stagione in corso, o se lo scouting che la Scuderia sta massicciamente affrontando sul mercato dovrà giocoforza portare a un cambio di direzione nel prossimo inverno. L'aspirina, ora è il momento della cura da cavallo. Sperando la direzione sia quella giusta.
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