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F1, GP Abu Dhabi - Da Surtees ad Hamilton, i più pazzi trionfi all'ultimo GP

Eurosport
DaEurosport

Pubblicato 12/12/2021 alle 11:00 GMT+1

GP ABU DHABI - Con Max Verstappen e Lewis Hamilton in pista c’è d’aspettarsi di tutto. I due rivali gareggeranno testa a testa per la vittoria del Mondiale nel GP finale di Abu Dabi. Ma prim’ancora di scaldare i motori, riviviamo insieme gli epiloghi più clamorosi della storia della F1: dall’incoronazione di John Surtees nel 1976 alla folle corsa che consacrò proprio Hamilton nel 2008, in Brasile.

Lewis Hamilton, champion du monde 2008 au Brésil après un GP complètement fou

Credit Foto Getty Images

L'attesa per il GP d'Abu Dhabi si fa sempre più incalzante: Max Verstappen e Lewis Hamilton, a pari punti in classifica piloti, gareggeranno testa a testa nell'ultimo appuntamento stagionale. Per prepararci a uno dei più attesi eventi sportivi dell'anno, la redazione francese di Eurosport ha ripercorso i più memorabili trionfi all'ultimo GP nella storia della F1.

GP MESSICO 1964: la vittoria sporca della Rossa

  • Il campione: John Surtees
  • Il grande perdente: Graham Hill
Hill (BRM) e Clark (Lotus) avevano fatto staffetta in testa alla classifica del campionato mondiale, ma Surtees (Ferrari) si ritrovò improvvisamente con l’opportunità di superare tutti sulle alture del Messico. Partito dalla pole, Clark conduceva a metà gara davanti a Gurney, Hill, Bandini e Surtees. In quel momento, il n. 1 del mondo era virtualmente campione. Solo che Bandini, compagno di squadra di Surtees, lo seguiva da vicino, forse troppo, fino a scontrarsi. Surtees non aveva dubbi: "la manovra di Bandini era voluta". La sporca tattica della Rossa lo ripagò col titolo mondiale. Con Hill in ritardo all’uscita dai box, Clark avrebbe potuto riprendersi la vittoria, ma la sua V8 Climax esaurì l’olio a due giri dalla fine. Gurney allora assunse il comando, iniettando nuova speranza in Hill, che con quel piazzamento sarebbe diventato campione. Solo che Bandini – sempre lui – lasciò il 2° posto a Surtees a due passi dal traguardo, regalando al britannico una nuova corona mondiale, nonchè il primo titolo in F1 dopo i suoi quattro in moto 500cc (1956, 58, 59, 60).

GP GIAPPONE 1976: IL DIETROFRONT DI LAUDA

  • Il campione: James Hunt
  • Il grande perdente: Niki Lauda
Il 1° agosto Lauda uscì sfigurato dall'incendio della sua Ferrari al Nürburgring. Venne colto dal brutto riflesso di togliersi il casco, bruciandosi anche i polmoni. Due giorni dopo ricevette l'estrema unzione. Nell'incomprensione totale decise di vivere, di restare sveglio per giorni a chiedere che qualcuno svuotasse i suoi polmoni pieni di liquido, immerso in un dolore lancinante...
Il 24 ottobre si presentò sulla griglia di partenza a Fuji. Si era perso solo i Gran Premi d'Austria e d'Olanda. In classifica aveva 68 punti e Hunt (McLaren), 65. Ma il suo più grande avversario, quel giorno, fu la pioggia. Dopo due giri, il "Kaiser" rientrò ai box mettendo una volta per tutte i piedi per terra. Hunt, 3°, diventò campione per un giorno e campione per sempre: l’inglese non aveva mai guidato un Mondiale, e dopo il Giappone non lo avrebbe guidato mai più.

GP AUSTRALIA 1986: IL SOPRAVVISSUTO PROST

  • Il campione: Alain Prost
  • Il grande perdente: Nigel Mansell
Per tutta la stagione le Williams di Mansell e Piquet, guidate dal potentissimo V6 Honda, avevano dominato nettamente la McLaren-TAG di Prost. La fortuna del francese fu che il britannico e il brasiliano passavano tutto il tempo a mettersi i bastoni fra le ruote. Il Professore rimase senza benzina a San Marino, ed in Germania scese invano a spingere la sua MP4 a secco...
Ad Adelaide, il numero uno al mondo Mansell avrebbe potuto accontentarsi di un 3° posto. Altrimenti, Prost e Piquet avrebbero potuto tendergli un agguato. Al via, il poleman Mansell venne bruciato da Senna (Lotus), poi Piquet e Rosberg. Prost era quinto. All'alba dell’11° giro Rosberg conduceva davanti a Piquet e Prost, che avevano appena superato Senna. Mansell arrancava quinto. "Prostichon" incalzò Piquet, che partì in testacoda... Rosberg, Prost, Mansell, Piquet, questo il nuovo ordine.
Mansell ci credeva ancora, poi il suo indicatore gli comunicò un altro vuoto di benzina. Tornato in pista, il francese ammise il suo atteggiamento quasi suicida: "Mi sono detto: 'questo GP è decisivo, devi vincere'. Ci ho provato".
A peggiorare le cose, al giro 63, Rosberg dovette parcheggiare la sua McLaren: la gomma posteriore aveva ceduto. Lasciò sfilare Piquet, Mansell e Prost, tornati a contatto. Con le nuove gomme, "Big Nige" diventerebbe campione. "OK, faremo rientrare Nigel alla fine di questo giro”, confabulavano nei box. Ma la sua vettura non vide mai la fine di quel giro: a 320 km/h gli esplose la gomma posteriore sinistra. Riuscì a domare le contorsioni della sua FW11 in una scappatoia.
"25 metri prima, la sua macchina sarebbe diventata un pericolo e avrei fermato la gara", dichiarò Martin, direttore di gara. A quel punto Prost si trovava in vantaggio, con Piquet staccato di 15 secondi. Il francese accelerò, il suo indicatore segnalava un profondo rosso. Perdeva 4 secondi al giro, e la McLaren alzava il cartellone "Fuel"... Piquet ce l’aveva nel mirino. "Mi sono comportato come se nulla fosse", dirà Prost. Riuscì a varcare il traguardo in testa, festeggiando un Mondiale.
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Alain Prost (McLaren) - GP of Australia 1986

Credit Foto Getty Images

GP AUSTRALIA 1994: LO ZAMPINO DI SCHUMI

  • Il campione: Michael Schumacher
  • Il grande perdente: Damon Hill
Al termine di una stagione nera per la storia della Formula 1, arrivò l'esito più controverso: prima dell'ultimo GP ad Adelaide, Michael Schumacher (Benetton) e Damon Hill (Williams) erano separati da un solo punto. Il tedesco aveva dominato un inizio di stagione segnato dalla morte di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, oltre a numerosi altri gravi incidenti. Ma era stato anche squalificato due volte e sospeso per due Gran Premi dopo aver ignorato la bandiera nera a Silverstone. Hill ne approfittò. Il britannico vinse quattro delle cinque gare disputate prima del round finale.
In gara, i due piloti spazzarono via il poleman Nigel Mansell alla partenza. Colui che non era ancora il "Kaiser" si trovava al comando, ma Hill era dietro di lui. Il gioco del gatto col topo durò 35 giri. Al 36esimo Schumi sbagliò la frenata verso la curva a sinistra che portava a Flinders Street. Uscì di pista, andò a sbattere contro il muro prima di ridirigersi, come meglio poteva, sulla traiettoria iniziale. Il suo rivale britannico, che non aveva mollato un centimetro, colse l'occasione: si infilò all'interno della curva successiva, a destra.
Il pilota Benetton, non lo vide. O meglio, fece finta di non vederlo. Un colpo di volante disarcionò la sua vettura dalla curva, prima dell’impatto col muretto. Il suo rivale tuttavia, a causa del contatto, non uscì più dal pit-stop a causa di un guaio al braccio del quadrilatero della sospensione sinistra. Fu così che Schumacher ottenne il primo titolo in carriera, tra le polemiche più feroci.

GP EUROPA 1997: LA RIMONTA DI VILLENEUVE

  • Il campione: Jacques Villeneuve
  • Il grande perdente: Michael Schumacher
Sin dall'inizio della stagione, Villeneuve (Williams) e Schumacher (Ferrari) erano in lotta per il primo posto in classifica piloti. Sul tortuoso circuito di Jerez, il tedesco si presentò con un punto di vantaggio sul vincitore di Indy 500 nel 1995. Il canadese era abituato a duelli ruota a ruota, ma di certo non a quello che gli stava tendendo il campione del 1994-1995…
Villeneuve, Schumacher e Frentzen fecero registrare un 1'21"072 dalla griglia di partenza, una coincidenza ancora unica nella storia del GP. JV partì dalla pole ma "Schumi" e Frentzen lo bruciarono. Rendendosi conto di non poter attaccare il ferrarista, "HHF" decise di attendere in 3° posizione. Al secondo pit stop Villeneuve riprese il suo posto di inseguitore, a 1"5: non era mai stato così vicino, e le sue gomme erano fresche. Si giocò il suo all-in in una curva stretta a destra.
Incarognito, Schumacher provò ad arpionarlo, salvo poi insabbiarsi. Il figlio di Gilles conquistò così il suo titolo. Per il suo gesto antisportivo Schumacher fu escluso dal Mondiale.

GP BRASILE 2008: LA SAMBA DI HAMILTON

  • Il campione: Lewis Hamilton
  • Il grande perdente: Felipe Massa
Hamilton (McLaren) poteva accontentarsi di un 5° posto in caso di vittoria del secondo classificato Massa (Ferrari). Il britannico, numero uno al mondo da metà stagione, aveva già mancato la top 5 l'anno precedente a Interlagos...
La gara iniziò su pista bagnata, dietro la safety car. Il poleman Massa manteneva la leadership con le sue "slick", con Alonso e Räikkönen incollati; Hamilton controllava il suo 4° posto. Ma a 8 giri dalla bandiera a scacchi, il cielo costrinse il gruppo a montare nuovamente le gomme "rain". Fatta eccezione per Toyota, convinta che Glock, 8°, sarbbe riuscito a tenere botta. Il tedesco non aveva nulla da perdere, e passò Hamilton come se niente fosse.
Felipe Massa (Ferrari), Lewis Hamilton (McLaren) - GP of Brasil 2008
Il terrore invase il box McLaren al 71° e ultimo giro, poiché Vettel avanzava inarrestabile e Hamilton stanziava in 6° posizione. Venti secondi dopo, Glock cominciava ad agonizzare. Hamilton venne avvertito della chance estrema. Nello stand Ferrari si faceva già festa: Massa aveva tagliato il traguardo da vincitore. Una festa prematura, poiché il personale vicino alla Paulista stava trascurando l'inquadratura del regista televisivo che mostrava Hamilton superare una vettura bianca alla penultima curva. Era Glock. Hamilton terminò la gara in 5° posizione, il minimo indispensabile per difendere la corona.
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Hamilton: "Continuiamo a combattere contro il razzismo"

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