Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Formula 1, La F1 riscopre Zandvoort e studia come evitare un'altra Formula Farsa

Paolo Sala

Aggiornato 02/09/2021 alle 16:40 GMT+2

FORMULA 1 - Dopo la figuraccia di Spa, per cui si ragiona già su alcune ipotesi per evitare che possa ripetersi un Gp farsa come quello belga, il Circus riscopre il Gp d'Olanda sulla vecchia ma rinnovata pista di Zandvoort. Verstappen alla prima gara realmente di casa davanti alla 'marea arancione' pronta a sostenerlo.

Villeneuve su tre ruote al GP d'Olanda (1979)

Credit Foto Getty Images

L'unica cosa positiva del post Gp del Belgio a Spa è che si torna immediatamente in pista, a meno di 300 km di distanza. Dalla foresta delle Ardenne al Mare del Nord che lambisce la storica (ma rinnovatissima) pista di Zandvoort, teatro del Gp d'Olanda negli anni '60 e '70 fino al 1985, e pronta ad abbracciare con la sua marea arancione l figliol prodigo Max Verstappen, finalmente alla sua prima vera gara di casa. Perché la sensazione di farsa rimasta addosso dopo Spa va rimossa prima possibile, e solo il ritorno in pista per un'autentica contesa agonistica può aiutare a farlo.

Mai più come in Belgio

Intanto, però, c'è da pensare a come evitare in futuro figuracce come quelle di domenica scorsa, quando si è scelta una ridicola via di mezzo fra l'annullamento della gara e l'assegnazione dei punti dopo almeno una frazione di corsa tangibile. Ne va della già zoppicante credibilità di uno sport che sta cercando di trovare spettacolarità nella competizione, e che a maggior ragione non può permettersi passaggi a vuoto come quello belga.
picture

Race suspended - GP of Belgium 2021

Credit Foto Getty Images

Due ipotesi sul tavolo

Jean Todt per la Federazione e gli uomini di Liberty Media hanno già un paio di ipotesi su cui i team dovranno confrontarsi nelle prossime settimane. La prima riguarda la flessibilità di orario: nelle circostanze in cui sono accertate con anticipo condizioni come quelle viste a Spa, è possibile anticipare l'orario del Gp alla tarda mattinata, ovviamente col giusto preavviso (si parla di due giorni) per il pubblico pagante. La seconda punta a sfruttare il cambio di regolamento tecnico previsto per il prossimo anno, con relativo stravolgimento strutturale delle peculiarità delle monoposto. L'idea è quella di inserirsi nelle pieghe regolamentari per agire sulle gomme, e diminuire se possibile l'effetto 'spray' dato dalla tanta acqua che le coperture attuali sono in grado di sollevare in pista. Inoltre, sarà necessario ampliare l'arco di gara da coprire (si parla di almeno un quarto) perché vengano assegnati punti, anche dimezzati.

La nuova Zandvoort

Passando all'Olanda, Zandvoort è una vera e propria porta tra passato e futuro della Formula 1. Una pista storica (attiva dal 1948) teatro di mille battaglie e fornita di una notevole cifra tecnica con le sue curve variegate e i numerosi saliscendi. Tuttavia, se il layout non è lontano da quello originale, il rinnovamento del tracciato è stato profondo, specie nelle curve 3 e 14, che vedono ora un'inclinazione doppia rispetto alle sopraelevate di Indianapolis. Soprattutto la curva 14, l'ultima prima del rettilineo del traguardo, ha un 'banking' di 19 gradi, che permette ai piloti di percorrerla a tutto gas. Ovviamente le forze laterali aumentano, con quello che ne consegue in termini di carico sulle gomme. Occhio anche alla sabbia: la pista è vicinissima al mare, e spesso il vento tende a sporcarla.
picture

Zandvoort - 2020

Credit Foto Getty Images

Storia

Impossibile non concedersi una piccola digressione storica sul tracciato che fra il 1952 e il 1985 ha ospitato trenta edizioni del Gp d'Olanda. La mitica curva Tarzan, la prima staccata dopo la partenza, è stata teatro di duelli e incidenti che hanno fatto la storia dei Mondiali di F1: qui andarono a sbattere violentemente Derek Daly nel 1980, Andrea De Cesaris (su McLaren) nel 1981, Renè Arnoux su Renault nel 1982. E sempre qui si consumò, nel 1983, il contatto fra la Brabham di Nelson Piquet e la Renault di Alain Prost, situazione simile a quella che aveva visto coinvolti Mario Andretti e James Hunt sei anni prima. E a Zandvoort il termometro segnò nel 1979 la salita della 'febbre Villeneuve', con quell'intero e disperato giro su tre ruote del canadese prima di arrendersi all'evidenza e ritirare la sua Ferrari. Non sono mancate le tragedie, tanto che buona parte del rinnovamento tecnico del tracciato è stato reso necessario proprio per le (allora) scarse condizioni di sicurezza: due lapidi poste all'ingresso del paddock ricordano le morti di Pier Courage (1970) e Roger Williamson (1973), entrambi periti tra le fiamme delle loro macchine.
picture

Il duello tra René Arnoux e Gilles Villeneuve sulla pista di Digione l'1 luglio 1979

Credit Foto Imago

Occasione Max

Negli anni d'oro Zandvoort era considerata una pista medio-veloce. Oggi, con le prestazioni delle Formula 1 ibride, aumenta il tasso di tortuosità, viste le tante curve e i pochi rettilinei. Secondo diversi osservatori potrebbe avere delle somiglianze con l'Hungariring, sebbene sia poi tutto da dimostrare in pista. Di certo è un tracciato tecnico più che da punte velocistiche, condizione su cui puntano parecchio Max Verstappen e la Red Bull. L'olandese, alla prima gara di casa davanti ai suoi tifosi, vuole sfruttare al meglio l'occasione per riportarsi in testa al Mondiale. Poi, a Monza, andranno riverificate le ottime velocità fatte vedere dalle Mercedes nelle libere del venerdì in Belgio.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità