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Red Bull torna a mostrare i muscoli, ma la Ferrari può sorridere: l'analisi del Gran Premio del Giappone

Paolo Sala

Pubblicato 08/04/2024 alle 09:02 GMT+2

GP GIAPPONE - Nuova doppietta del team anglo-austriaco dopo il blackout in Australia, ma a Maranello cresce la fiducia per dare fastidio a Verstappen e Perez nei prossimi appuntamenti. Perché gli sviluppi sembrano poter premiare le rosse

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E' la stagione delle doppiette. Nulla a che fare con questioni venatorie, bensì di classifica finale sotto la bandiera a scacchi: quattro week end e quattro doppiette, tre targate Red Bull e una Ferrari. E se il tribolato team di Chris Horner è tornato a dettare legge dopo il passaggio a vuoto in Australia, a Maranello possono comunque ostentare ottimismo e fiducia per pensare di tornare ad occupare i primi due gradini del podio nelle prossime uscite. Perché la SF-24 resta saldamente la seconda forza in campo pur essendo l'unica macchina a non avere ancora introdotto sviluppi, mentre la maggior parte degli avversari ha portato a Suzuka corpose novità, e il gap dal leader sul passo gara è sostanzialmente dimezzato rispetto al 2023. Da Imola anche la rossa avrà il suo step aerodinamico, con l'idea fissa di concedersi più di un week end testa a testa coi 'bibitari'.

SOL LEVANTE E SVILUPPI

Il Gp del Giappone, come accennato, è stato teatro dei primi veri sviluppi programmati dai team. La Red Bull ha portato in pista il primo pacchetto di aggiornamenti pensato per il progetto RB20, che deriva da quello precedente ma che - grazie ad alcuni concetti radicalmente nuovi - si è lasciato margine per esplorare vie nuove in termini di sviluppo. Un lavoro concentrato soprattutto sulle altezze da terra, che hanno creato qualche grattacapo sui circuiti meno regolari dal punto di vista dell'asfalto, come Singapore 2023 e Melbourne due settimane fa. Il tracciato di Suzuka, storicamente 'amico' della Red Bull nonché pista di casa della Honda, ha fatto il resto, riportando la RB20 a dominare centrando la terza doppietta stagionale su quattro gare.

NOVITÀ SENZA MIGLIORAMENTI

Se la Red Bull ha avuto giovamento dal primo pacchetto di novità, un bilancio decisamente più deludente riguarda i team che stavano dietro la Ferrari e che lì sono rimasti. A partire dalla McLaren, che su un tracciato perfetto per l'handling della MCL38 è andata benino e nulla più, laddove lo scorso anno aveva occupato due gradini del podio. L'aggiornamento aerodinamico ha messo le monoposto arancioni saldamente davanti alla Mercedes, ma la Ferrari è rimasta inattaccabile (anche grazie a una strategia decisamente poco azzeccata soprattutto per quanto riguarda la gara di Lando Norris).
L'Aston Martin, che qui ha portato il pacchetto di novità più corposo rispetto a tutti, è rimasta sostanzialmente dov'era. La Mercedes è quella nella situazione peggiore, con problemi di carico e di instabilità prestazionale che ricordano da vicino quelli che aveva lo scorso anno la Ferrari. Lewis Hamilton, secondo i ben informati, ha detto sì a John Elkann proprio quando ha capito che il team di Brackley sembra essersi perso nei meandri dell'effetto suolo. Tre macchine sbagliate sono un segnale preoccupante per una squadra che per anni ha rasentato la perfezione, con l'aggravante di un passo indietro anche quando si tratta di fare il passo gara su gomme dure, situazione che ha sempre dato una mano alle frecce d'argento. L'Aston Martin, con il solo Alonso, è davanti in classifica, e non può dipendere solo da quello che sembra ormai un chiaro disimpegno da parte del sette volte campione del Mondo.
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Leclerc: “Dovrò concentrarmi sulle qualifiche, erano un punto di forza”

FERRARI FIDUCIOSA

E allora ecco che la Ferrari, che a Suzuka ha portato solo qualche soluzione di adattamento al tracciato e qualche piccola miglioria al fondo, resta saldamente la seconda con l'idea di provare nuovamente a dare fastidio alla Red Bull sui circuiti che lo consentiranno. Mentre il programma di sviluppi deliberato a inizio stagione resta immutato: il primo vero pacchetto di novità arriverà a Imola, con la versione aggiornata del fondo e nuove fiancate, con imboccature ulteriormente ridotte. Per provare a fare un salto in avanti e per correggere quella che sembra l'unica criticità, quanto meno per Charles Leclerc: la capacità di 'accendere' le gomme con più facilità. Se la SF-23 andava forte in qualifica e crollava sul passo gara, questa SF-24 è paradossalmente molto veloce in gara ma più critica sul giro secco.
Tuttavia Suzuka ha certificato una volta di più che sulla nuova monoposto, che è sostanzialmente quella del debutto in Bahrain, sono stati corretti gli errori del passato: la macchina è facile da guidare, degrada poco le gomme, è prevedibile nei comportamenti e risponde sinceramente ai cambiamenti di setup. Tutte qualità che hanno permesso al team di avere il margine per cambiare strategia in corsa e fare una sola sosta con Leclerc, margine del tutto inesistente nella stagione passata e che tornerà utile anche in Cina e a Miami, in attesa dello step di Imola. Sfidare la Red Bull in chiave titolo Mondiale è quasi certamente impossibile, farlo in alcune gare è invece alla portata, perché Melbourne non resti l'unica festa rossa del 2024.
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Sainz: “Ho pensato che il podio non sarebbe arrivato”

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