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La Ferrari avrà inserti di colore azzurro nella livrea, così come azzurre saranno le tute di Leclerc e Sainz

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DaEurosport

Aggiornato 26/04/2024 alle 10:08 GMT+2

FORMULA 1, GP MIAMI - La Ferrari cambia colore, ma solo per una ricorrenza. Sulla livrea della monoposto e sulle tute dei piloti Leclerc-Sainz compariranno infatti l'Azzurro La Plata e l'Azzurro Dino, due tonalità che accompagnarono il Cavallino nel mondiale tra anni '50, '60 e '70 con tanti piloti: da Ascari a Lauda, fino a Regazzoni. Ecco il motivo della scelta e la storia che c'è dietro.

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Ritorno al passato e al colore azzurro per la Ferrari, durante il weekend del GP di Miami, in programma dal 3 al 5 maggio prossimi. Sia chiaro, rosso e giallo Modena non verranno affatto accantonati, almeno non sulle vetture del Cavallino, ma semmai a quei colori si aggiungerà qualche tocco d'azzurro. Il motivo? Da rintracciare nella storia della mitica Scuderia di Maranello. I colori utilizzati saranno difatti l'Azzurro La Plata e l’Azzurro Dino, due tonalità che hanno accompagnato per anni la Ferrari, anche e soprattutto nel mondiale di Formula 1.
L'Azzurro La Plata è tonalità molto simile a quella della tuta che indossò Alberto Ascari nelle sue stagioni più vincenti (1952 e 1953), coronate col titolo mondiale, mentre l'Azzurro Dino fu colore che comparve sulle tute di diversi piloti, da Arturo Merzario a Clay Regazzoni, con lo svizzero che fu l'ultimo a portare addosso tale tonalità nel 1974. Di azzurro furono poi anche le tute di Niki Lauda e di quasi tutti i piloti degli anni '60. La scelta, nel solco di storia e tradizione, è stata presa dal Cavallino per celebrare il 70° anniversario della presenza del marchio Ferrari negli States.
Nel giugno 1949, Luigi Chinetti fece infatti conoscere il Cavallino a tutto il mondo, compiendo l'impresa di guidare da solo per oltre 22 ore e trionfare alla mitica 24 Ore di Le Mans. Successo ottenuto daver pagato di tasca sua due Ferrari 166MM e aver incassato il secco no del Drake, Enzo Ferrari, quando gli aveva proposto l'idea di correre la 17ª edizione della gara automobilistica francese, la prima dopo lo stop imposto dalla seconda guerra mondiale. Un successo clamoroso, che cambiò i rapporti tra Chinetti e lo stesso Ferrari, tanto da far ottenere al pilota italo-statunitense il permesso di aprire, una volta ritiratosi (1954), la prima e allora unica concessionaria Ferrari negli Stati Uniti, nonché di diventare importatore ufficiale del Cavallino in Nord America.
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