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Ginnastica ritmica - Caso Maccarani, la Procura Federale chiede l'ammonizione per l'allenatrice delle Farfalle

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Aggiornato 29/09/2023 alle 15:41 GMT+2

GINNASTICA RITMICA - Mano leggera della Procura Federale per Emanuela Maccarani, l'allenatrice della Nazionale di ginnastica ritmica accusata di abusi psicologici da due atlete. "La sola colpa è aver avuto un eccesso di affetto per la ginnasta Anna Basta", ha detto Michele Rossetti, procuratore federale. Né radiazione né sospensione, chiesta un'ammonizione, e per Olga Tishina l'assoluzione

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Svolta importante nel caso Maccarani, l'inchiesta sportiva sugli abusi psicologici nel mondo della ginnastica ritmica italiana. Nell'udienza odierna presso il tribunale nazionale la Procura Federale della Federginnastica, guidata da Michele Rossetti, ha chiesto l'ammonizione per l'allenatrice della Nazionale di ginnastica ritmica. Né radiazione né sospensione né ammenda, quindi; la richiesta è più leggera. Per Olga Tishina, sua collaboratrice, chiesta invece l'assoluzione. "Ha avuto soltanto un eccesso di affetto per la ginnasta Anna Basta", questa la spiegazione del procuratore federale nel tentativo di individuare le colpe di Emanuela Maccarani. Denunciata da Anna Basta e Nina Corradini per umiliazioni, vessazioni e pressioni psicologiche, secondo la Procura l'allenatrice avrebbe avuto "un atteggiamento di troppa generosità nei confronti di Basta al fine di farla performare al meglio".

Il procuratore: "Non ci sono prove di comportamento eccessivamente vessatorio"

"Non ci sono prove di un comportamento intenzionale o eccessivamente vessatorio nei confronti delle ginnaste. Non c'è stato un accanimento per ottenere una medaglia in più", ha affermato il procuratore Rossetti. Ha poi aggiunto: "Sarebbe stata un'occasione d'oro per la squadra attuale della nazionale, perché finalmente qualcuno aveva scoperchiato un meccanismo perverso". Dunque, secondo Rossetti, se fossero state accuse pesanti, sarebbero arrivate ulteriori denunce dalle altre atlete, ma non è successo. In ultimo, sui contestati metodi per verificare il peso, si è espresso così: "Stiamo parlando di ragazze che vivevano in maniera familiare, passavano ogni giorno insieme. Qualsiasi sportivo che frequenta uno spogliatoio non ci va in giacca e cravatta. Che il peso sia importante nella ginnastica ritmica è un dato di fatto. E la pratica della pesata quotidiana è stata abbandonata spontaneamente da Maccarani prima che avvenisse qualunque tipo di apertura di fascicolo". Emanuela Maccarani, dunque, non avrebbe oltrepassato la "linea di demarcazione, più o meno sottile, tra il giusto e corretto rimprovero duro da parte dell'allenatore e un'offesa che invece non può essere tollerata". Ora si attendono le indagini preliminari della Procura di Monza.
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